Torna Fontana, l'eroe del bronzo senza sella

Ilaria Bottura

Aggiornato 02/04/2015 alle 11:16 GMT+2

Vi hanno emozionato durante i Giochi Olimpici, poi li avete persi di vista, ma loro continuano a lottare e sognare: sono i nostri "Eroi Dimenticati". Questa volta vogliamo parlarvi di Marco Aurelio Fontana, che a Londra 2012 conquistò uno storico bronzo nella mountain bike, anche se la sua bici perse il sellino. Ora Marco Aurelio pensa a Rio e intanto corre anche su strada

Marco Aurelio Fontana - Italy - London 2012 (Imago)

Credit Foto Imago

Quando si pensa a Londra 2012, vengono in mente diverse imprese che gli azzurri hanno compiuto e di cui, negli scorsi approfondimenti, vi abbiamo già raccontato. Quella che forse, però, resta la più eroica in assoluto è quella di Marco Aurelio Fontana, che forse ai fruitori dei “grandi Sport” non dirà molto, ma se raccontiamo di nuovo quanto accadde probabilmente tornerà alla memoria di tutti.
Stiamo parlando di mountain bike e di uno sport che in Italia non è particolarmente seguito dal pubblico degli eventi più importanti, capace di appassionarsi solo per le imprese passate di Paola Pezzo. Quel giorno, però, nella gara maschile successe qualcosa di incredibile: nel gruppo di testa c’era anche Marco Aurelio Fontana, classe 1984 e pronto a far vedere grandi cose dopo il titolo mondiale a squadre vinto poco prima. E ci riuscì, conquistando un clamoroso bronzo, non tanto per la medaglia in sé, quanto perché Marco Aurelio perse il sellino durante la gara. Una situazione decisamente scomoda, visto che la mountain bike è fatta di dossi, discese, buche… Eppure lui strinse i denti e concluse la sua gara, esplodendo di gioia al traguardo, e giustamente, perché riuscire a centrare un tale risultato con questo stoicismo non è da tutti.
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Marco Aurelio Fontana

Credit Foto Eurosport

PASSATO, PRESENTE E FUTURO – Marco Aurelio, ora 31enne, è stato più volte campione italiano e ha ottenuto dei buoni risultati a livello internazionale (campione europeo e mondiale a squadre nel 2013, bronzo indivuale mondiale ed europeo a squadre nel 2014). Nel tempo, il suo modo di gareggiare si è evoluto e ora, all’inizio dell’anno dopo una brutta avventura ai Mondiali di ciclocross di gennaio (caduta e conseguente decimo posto) è arrivata la chiamata del ct su strada, Davide Cassani, che gli ha proposto di provare a fare una gara sulle ruote strette. Per lui è stata una scelta quasi obbligata la Strade Bianche, percorso mosso e più confacente alle sue caratteristiche di corridore da tracciati “sporchi”. Nonostante le due forature, Fontana ha proseguito stoicamente, chiudendo 48°, nello stesso gruppo di Vincenzo Nibali. Ora ha anche conquistato un podio, di nuovo in mountain bike, al Tamaro Trophy. Secondo alle spalle dell’ostico Nino Schürter e davanti ad avversari agguerritissimi per la Coppa del Mondo. Lui si sente bene e le premesse per Rio 2016 sono buone, sperando in un po’ più di fortuna questa volta.
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