Italia ko

Così proprio non ci siamo. E' questo quello che viene da pensare guardando questa Italia che non solo non vince, ma nemmeno convince.

E' vero, di fronte c'è la Serbia, squadra di campioni e veterani come Miljkovic e che sulla carta doveva essere la più forte del nostro girone. Eppure questa Serbia aveva già perso contro la Bulgaria, esattamente come noi...

Gli azzurri vengono dunque sconfitti per la seconda volta su tre incontri nella prima fase a gironi dei Campionati Europei, 3-1 contro Nikola Grbic e compagni con pariziali che danno da pensare: 25-23, 19-25, 25-12, 25-21.

Nel primo set, al second timeout tecnico l'Italia è avanti di tre punti, ma dissipa tutto il vantaggio e permette la rimonta serba, che arriva al pari punto a punto fino a ottenere il break di vantaggio che vale la vittoria risicata del parziale.

Nel secondo gli azzurri sembrano decisamente più in palla e funziona tutto, tanto che il gruppo nostrano prende il largo per mantenere poi il proprio vantaggio inalterato e chiudere in scioltezza per l'1-1.

Nel terzo set si spegne la luce. Il sestetto in campo è la copia molto brutta di quello precedente e Anastasi prova anche l'inserimento di Andrea Sala, in un forse prematuro rientro dalla distorsione alla caviglia rimediata contro la Bulgaria. Non gira niente e la Serbia chiude alla svelta un parziale imbarazzante.

Il contraccolpo si fa sentire anche dopo, quando Vermiglio e compagni tengono duro fino a poco prima della seconda sosta tecnica, quando arriva la murata su un attacco di Savani che regala il break ai nostri avversari per il 16-14. Da qui man mano la situazione peggiora e il vantaggio dei serbi aumenta, senza che i nostri riescano a opporre resistenza.

La Serbia vince e l'Italia deve riflettere: la qualificazione per la fase playoff arriva ugualmente, ma partiremo da 0 punti perché i due conquistati contro la Repubblica Ceca verranno azzerati, dato che i cechi sono stati eliminati.

Per accedere alle semifinali bisognerà fare del proprio meglio e sperare in qualche regalo da parte degli avversari, perché in queste condizioni serve davvero un miracolo.