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La storia di Eleonora Pescarolo, pallavolista transgender: "Spero di poter giocare con le donne"

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Pubblicato 30/09/2022 alle 12:19 GMT+2

PALLAVOLO - Si chiamava Nicholas, ora è Eleonora, ha 22 anni, e gioca in serie C maschile ed è in attesa del via libera per giocare nel femminile. "Ho ricevuto solo enorme rispetto, in ogni squadra in cui ho giocato, si sono sempre resi disponibili a concedermi uno spogliatoio"

Eleonora Pescarolo (Twitter)

Credit Foto Twitter

Nicholas Pescarolo ormai non esiste più, ora so chiama Eleonora e non vede l'ora di poter giocare a pallavolo con le donne: questa è la storia di un giovane che si sentiva in un corpo non suo che dopo un percorso ormonale durato 5 anni (quando ne aveva 15, quindi) si è sottoposta all’intervento chirurgico per diventare donna. Ha raccontato la sua vicenda al quotidiano piacentino "Libertà".
"Sogno di giocare nella serie A femminile" – ha dichiarato la giocatrice 22enne che vanta un passato nel vivaio del Vero Volley Monza, società che all’epoca militava in serie A2. A dividerla dal suo sogno sono 12 esami ormonali a cui si sottopone mensilmente per attestare che il livello di testosterone nel suo sangue rientra nelle norme vigenti stabilite dalla Federazione Italiana di Pallavolo. Il primo due settimane fa: "È andato bene – racconta – non lo vivo come un peso, non ho niente da nascondere e sono fiera di quella che sono. La vittoria più importante l’ho avuta fuori dal campo".
Eleonora per ora si deve accontentare di giocare con i maschi: il prossimo weekend debutterà in serie C con la maglia della Polisportiva San Nicolò.
"Sono fierissima di quello che ho conquistato quando ancora ero nel corpo di Nicholas. Il mio passato mi ha dato modo di farmi sviluppare le qualità sportive che ho adesso. Se non fosse mai esistito forse non avrei neanche iniziato a giocare a pallavolo". Da due anni, dunque, il paradosso è che Eleonora gioca in un campionato maschile nonostante sia una donna: "Ho ricevuto solo enorme rispetto anche se, devo dire, persone disinformate che stigmatizzavano il mio percorso non sono mai mancate. In ogni squadra in cui ho giocato, comunque, si sono sempre resi disponibili a concedermi uno spogliatoio mio".
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