Mondiali femminili 2025 - Il pagellone dell'Italia: Sylla MVP, micidiale duo Antropova-Egonu, sorprese Giovannini e Nervini, De Gennaro infinita

PALLAVOLO, MONDIALI FEMMINILI 2025 - Da una Myriam Sylla formato MVP, al maestro Julio Velasco. Passando per l'eterna regina Moki De Gennaro, il micidiale duo Antropova-Egonu e le sorprese, tutt'altro che assolute, Giovannini-Nervini. L'Italia è di nuovo sul tetto del mondo, 23 anni dopo l'oro conquistato a Berlino 2002. Ecco allora il nostro pagellone, con tutti i voti alle Azzurre protagoniste.

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L'ennesimo capolavoro della pallavolo femminile italiana, a culminare un'estate 2025 forse ancor più bella ed emozionante rispetto a quella precedente. Perché l'oro mondiale appena conquistato dall'Italia di Julio Velasco ha un sapore dolce, dolcissimo. A distanza di 23 anni dal primo trionfo iridato della Nazionale - Berlino 2002 - le Azzurre dimostrano di saper vincere anche tra mille sofferenze, tecniche e fisiche. Esprimono la capacità di saper confezionare il risultato perfino quando, dall'altra parte della rete, ci sono giocatrici fenomenali e inarrestabili.
La medaglia d'oro mondiale è soltanto il coronamento di un percorso iniziato da tanti anni. Un tragitto in cui alcune protagoniste sono state sempre presenti, mentre altre si sono avvicendate tra loro. Il sogno d'oro dell'Italvolley è finalmente realtà e permette alla Nazionale di allungare la sua striscia da record: 36 vittorie consecutive in tutte le competizioni, numeri che - a livello internazionale - non si vedevano da quasi un ventennio. Andiamo allora a scoprire le protagoniste di questa cavalcata trionfale, tramite il pagellone dell'Italvolley ai Mondiali 2025.

Alessia Orro: all-around MVP (voto 9,5)

Partiamo dalla finale. Giocata su una caviglia e mezzo, forse, e comunque gestita con la lucidità delle grandissime. In palleggio questo rientra tra i migliori tornei nella carriera di Alessia, mentre il suo impatto in difesa è ancor più clamoroso del solito. A muro risulta invece forse meno appariscente rispetto a quanto non ci abbia abituato, eppure ne firma 7 in tutto l'evento iridato. Confermando peraltro che, in alcuni casi, l'alzatrice non è affatto l'anello debole nella "catena" di rete. Incoronata MVP - nonché miglior palleggiatrice del torneo - Orro è definitivamente approdata nella sua maturità pallavolistica. La sensazione è che, da adesso, ci aspetta ancor più divertimento nel vederla gestire la Nazionale.

Carlotta Cambi: sempre presente quando conta (voto 8)

Ormai magistrale interprete nel doppio cambio di diagonale, assieme ad Antropova, Charlie è una certezza assoluta per questa Italia. Non solo in quanto dotata di una delle migliori tensioni di palla in tutto il panorama mondiale, ma anche perché la sua attitudine mentale è costantemente da applausi. Il contributo di Cambi non manca neppure nel weekend più complesso vissuto finora dalla Nazionale di Velasco. Magari è meno "debordante" rispetto ai Giochi Olimpici di Parigi, ma resta comunque preziosissimo. Si discute spesso su quanto sia importante, per la Nazionale, la coppia di posto due Antropova-Egonu: ma di quanto sia importante il duo Cambi-Orro, ne vogliamo parlare prima o poi, oppure no?
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Orro: "Vogliamo l'oro mondiale, saremo la squadra da battere"

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Paola Egonu: tra alti e bassi è sempre dominio (voto 9)

Il torneo della fenomenale Paola va distinto in diverse fasi. Fino alle semifinali gioca in surplace e facilita - come al solito - sia side-out che transizione delle Azzurre. Contro Brasile e Turchia conosce invece avversarie in grado di limitarne lo strapotere pallavolistico e il suo dominio cala. Pure sensibilmente, in alcune occasioni. I picchi di rendimento restano però clamorosi: come i 12 punti realizzati nel 3° set, periodo concluso da un finale talmente in crescendo che perfino la scatenata Vargas può soltanto applaudire. La verità è che, da quasi 10 anni, siamo abituati a vederla fare cose incredibili; perciò le rare volte in cui gioca da umana e non da aliena ci viene quasi naturale storcere il naso. Si tratta però sempre di una giocatrice generazionale.

Kate Antropova: il futuro nelle mani (voto 9)

Al primo torneo mondiale della carriera, Kate fa nuovamente capire quanto sia impressionante il suo talento. Offensivamente prosegue martellando qualsiasi metà campo avversaria, seppur conoscendo ogni tanto l'amaro gusto della stampata. A muro è fattore totale, specie in un weekend in cui la qualità collettiva scema improvvisamente per varie cause. Dai nove metri spinge sempre e comunque, inanellando grandissimi turni in battuta a fronte di pochissimi errori. 28 punti nella semifinale contro il Brasile; 14 nel confronto che mette in palio l'oro. Non c'è nulla di male - e non si commette reato di lesa maestà - nell'ammettere che Antropova firma questa medaglia d'oro tanto quanto Egonu. Se non di più, forse.
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Antropova: "Questa medaglia la dedico a me stessa per tutti i sacrifici che ho fatto"

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Myriam Sylla: per noi MVP, Myriam Valuable Player (voto 10)

Non me ne vogliano le altre Azzurre, ma scelgo senza riserve lei quale volto dell'Italvolley in questo torneo. Tornata su livelli disumani, per l'ennesima volta con la maglia della Nazionale, Myriam gioca un Mondiale praticamente perfetto. Anzitutto offrendo super tenuta in ricezione e poi devastando il muro-difesa avversario con diagonali da sogno. Nel momento in cui il gruppo sembra poter essere schiacciato dal peso della pressione, lei trascina ogni compagna fuori dalle sabbie mobili delle difficoltà. Semifinale e finale ci regalano una Sylla da antologia e, nel nostro cuore, si posizionano proprio accanto alla finale degli Europei 2021. C'è ancora chi la critica a livello tecnico. Pensate fin dove può arrivare il delirio umano.
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Sylla: "Siamo le più forti di sempre. E io sono orgogliosa di aver vinto tutto"

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Stella Nervini: le devo delle scuse (voto 8)

Troppo severo il mio 6 in pagella per la sua prestazione in finale. Sintomo che i voti post singola partita hanno spesso poco diritto di cittadinanza nel giornalismo sportivo. Anche perché Stella è alla prima estate con la Nazionale maggiore ma - per lunghi tratti - gioca da veterana. I momenti di sofferenza non mancano in questo torneo iridato, specialmente nelle ultime due partite, però lei resta sempre solidissima in seconda linea e trova il modo di graffiare pure in attacco, oltre che col servizio salto-float. Sorpresa assoluta dell'estate italiana? No. O almeno non per chi la segue da anni, nel suo percorso con le Under. Ha tutta la stoffa per un futuro da grande banda di equilibrio. Altro che stiracchiata sufficienza in pagella dal sottoscritto.
Stella Nervini (#16) riceve i complimenti di Alessia Orro durante Italia-Slovacchia (3-0) ai Mondiali femminili 2025. Photo Credit: volleyballworld.com
Stella Nervini (#16) riceve i complimenti di Alessia Orro durante Italia-Slovacchia (3-0) ai Mondiali femminili 2025. Photo Credit: volleyballworld.comCredit Foto From Official Website

Gaia Giovannini: essere decisive quando più conta (voto 8,5)

Per buona parte del torneo resta a guardare mentre il duo Nervini-Sylla si fa beffe di qualsiasi avversaria. Poi, alle prime ma importanti difficoltà del posto quattro titolare, viene chiamata in causa. Rispondendo sempre presente, specie nella finale. Inutile nascondersi e far finta di nulla: c'è chi pensava non avesse talento né fisico per stare a questi livelli e invece Gaia rispedisce al mittente qualsiasi dubbio. Il pallonetto spinto a due mani contro il muro di Vargas, che vale il 6-6 nel tie-break della finale mondiale, resta l'istantanea più luminosa del Mondiale, insieme al successivo turno in battuta. Giovannini si conferma nuovamente esempio stupendo di working class hero sportivo. Prendendosi un'altra rivincita personale.

Eleonora Fersino: come svoltare una finale mondiale (voto 8)

Con De Gennaro titolarissima, la Fers viene spesso e volentieri impegnata quale ulteriore "banda" per rinforzare il giro dietro (quindi ricezione e potenziale difesa). Fino alle semifinali la Nazionale non paga blackout nel muro-difesa e quindi lei resta volentieri in panchina, ad applaudire e supportare le compagne. Nel weekend contro Brasile e Turchia il suo apporto è invece decisivo, prima ancora che necessario. Da cineteca la capacità con cui ti svolta il tie-break della finale, andando a difendere più volte una Vargas fin lì inarrestabile. Sono le giocate che ribaltano definitivamente l'inerzia della partita; quei guizzi da cui la prima linea trae linfa vitale per poi salire in cattedra a muro. Fersino è prontissima a raccogliere il testimone.
Eleonora Fersino e Monica De Gennaro durante Italia-Turchia (3-2), finale dei Mondiali femminili 2025. Photo Credit: volleyballworld.com
Eleonora Fersino e Monica De Gennaro durante Italia-Turchia (3-2), finale dei Mondiali femminili 2025. Photo Credit: volleyballworld.comCredit Foto From Official Website

Anna Danesi: cuore immenso di capitana (voto 8,5)

I numeri messi insieme durante questo Mondiale non sono quelli propriamente tipici di una giocatrice dominante. Eppure la domanda vien da sé: ci importa davvero di ciò? No, ovviamente no. Con lei sul taraflex, il muro-difesa della Nazionale assume una dimensione spesso e volentieri ultra-terrena. Dai nove metri sbaglia pochissimo e si riscopre tanto efficace, con una salto-float sempre ai limiti della pestata che è ormai evidente marchio di fabbrica. E a muro concretizza un turning point fondamentale durante la finale per l'oro: dopo ore di sofferenza, è infatti proprio Anna a firmare la murata su Vargas che vale il 17-21 nel 4° set e funge da sveglia collettiva. Anche e soprattutto nelle difficoltà, è la nostra capitana.
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Sarah Fahr: il tocco del destino (voto 9)

Secondo chi vi scrive, ribadendo per l'ennesima volta, Sarah è la giocatrice più determinante nel sistema di gioco della Nazionale. Ecco perché, stante il suo evidente problema fisico - scavigliata durante il riscaldamento contro il Brasile - durante le ultime due sfide, il muro-difesa italiano scema improvvisamente in termini di qualità. Le due murate nel tie-break contro la Turchia danno però la completa dimensione di che giocatrice fenomenale sia Fahr. Nonostante due tremendi infortuni alle spalle. Nonostante debba ancora compiere 24 anni. Finché il fisico la sorregge, il suo primo tempo resta peraltro una delle combinazioni più belle di questa Italvolley. Oltre che tra le più decisive.
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Monica De Gennaro: che sintomi ha, l'eternità? (voto Moki)

Si può, davvero, assegnare un voto da 1 a 10 a sua maestà? Forse no. Specialmente non dopo quello che, con grande probabilità, sarà l'ultimo capolavoro di una delle più grandi giocatrici di tutti i tempi con la maglia azzurra. Mette in fila, dietro di sé, tutte le altre libero del torneo, confermandosi numero uno al mondo per impatto in difesa e mantenendo i soliti, immensi standard qualitativi in ricezione. Sempre più palleggiatrice aggiunta, con una gestione del secondo tocco in emergenza da regina assoluta di questo sport. Sempre più anima di un gruppo che non perde occasione per celebrarla e festeggiarla. Pare abbia deciso di dire basta alla Nazionale ma noi non siamo ancora pronti a ciò. Per nulla.
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De Gennaro: "L’oro olimpico l’emozione più grande della mia carriera in azzurro"

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Julio Velasco: di generazione in generazione (voto 10)

Opta per il ricambio generazionale in posto quattro, lasciando a casa una delle più forti pallavoliste italiane degli ultimi 15-20 anni. Impone regole chiare e precise, valide universalmente. Perde nuovamente Alice Degradi per infortunio e, quando tutti pensano a chi possa sostituirla, lui sorprende dando i gradi della titolarità a una debuttante in Nazionale seniores. Per vincere, ancora una volta. Dopo aver forgiato la Generazione di fenomeni, plasma la Generazione di fenomene. Qui non parte da zero, anzi. Deve però metterci tanto del suo per ridare olimpionica serenità a un gruppo forte da anni, tanti anni. Quarta medaglia d'oro in poco più di un anno. Su quattro tornei internazionali disputati. Non vuole, ma lo è: Maestro.
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Velasco: "Non avrei mai immaginato di vincere tutto ma queste ragazze sono speciali"

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Akrari, Omoruyi, Sartori: far parte della storia (voto panchina)

Non dev'essere affatto semplice vivere un Mondiale dalla panchina con la consapevolezza assoluta che, alla prima occasione utile, bisognerà farsi trovare necessariamente pronti. Già ben prima di volare in Thailandia, Yasmina Akrari, Loveth Omoruyi e Benedetta Sartori erano coscienti del fatto che in questa Nazionale ci sono gerarchie. Forse non eternamente immutabili, ma comunque chiare. Hanno però svolto la loro parte con diligenza e giudizio, aiutando le compagne "titolari" in allenamento e poi trasformandosi nelle prime tifose di questa Nazionale durante ogni partita. Prendendosi perciò meritatamente, pure loro, un posto assoluto nella storia dellla pallavolo femminile italiana.
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Velasco in esclusiva: "Questa Italia è davvero un gruppo speciale"

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