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Pallavolo - L'Italia è diventata grande! Paola Egonu ma non solo: questa Nazionale è piena di talento

Marco Arcari

Pubblicato 18/07/2022 alle 12:47 GMT+2

PALLAVOLO, VNL 2022 (F) - Dopo gli Europei, l'Italvolley vince un altro oro, surclassando 3-0 il Brasile. Le "ragazze terribili" hanno aperto un ciclo sportivo e guardano ai prossimi Mondiali con trepidante attesa. Paola Egonu è la stella di questa Nazionale, ma tutte le Azzurre sono fenomenali. Alessia Orro direttrice d'orchestra, Caterina Bosetti manuale vivente di Pallavolo e Moki De Gennaro...

Egonu: "Obiettivi Mondiali e Olimpiadi. Sono grata a Conegliano"

Troppo Egonu-centrica. Incapace di aprire un ciclo sportivo. Interessata più ai social network che a lavorare sul taraflex. Destinata a essere schiacciata dal peso della pressione. Queste sono soltanto alcune delle frasi lette dopo l'eliminazione ai quarti di finale nei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Allora l'Italvolley femminile sembrò una squadra incompleta, in evidente difficoltà contro diverse avversarie, seppur arrivata in Giappone per tentare di conquistare la prima medaglia a Cinque Cerchi della sua storia. Paola Egonu aveva perso il duello a distanza ravvicinata con Tijana Boskovic, mentre le altre Azzurre non erano riuscite a dare alternative a Ofelia Malinov, obbligandola quasi ad aprire soltanto in posto 2 anche perché la ricezione non consentiva di giocare veloce al centro. A distanza di nemmeno un anno, la trasformazione della Nazionale è stata incredibile.
Nello scorso settembre la medaglia d'oro agli Europei 2021, superando - peraltro a Belgrado! - la Serbia nostra "bestia nera"; ieri lo stesso metallo, conquistato al termine di una Volleyball Nations League letteralmente dominata e suggellata dal 3-0 rifilato al Brasile in finale. In neanche dodici mesi, coach Davide Mazzanti è riuscito nell'impresa di rivitalizzare un gruppo di per sé fortissimo e molto unito ma che avrebbe potuto risentire del contraccolpo olimpico, viste le attese con cui le spedizioni Azzurre erano giunte nel Paese del Sol Levante. Andiamo a scoprire in che modo, ricordando fin da ora che l'allenatore non andrà mai sulle copertine ma è fondamentale tanto quanto le pallavoliste.

Perché Paola Egonu è la stella

Chi ancora non si capacita del perché l'opposto Azzurra sia in ogni titolo di giornale o in qualsiasi foto condivisa sui social network, probabilmente non ha mai visto Egonu dal vivo. La sensazione che lascia mentre la si guarda attaccare da posto 2, difendere - perché sì, Paola adesso difende anche tanto e bene - o andare a muro è quella di una giocatrice dominante, non soltanto per qualità atletiche e vette raggiunte in altezza. In questa VNL ha attaccato più volte sopra i 3.10 metri od oltre i 110 km/h, ma non sono questi dati a spiegarne la grandezza. Egonu riesce a sublimare il lavoro collettivo di una squadra che ormai gira come un orologio svizzero, dagli ingranaggi perfetti. Per comprenderlo appieno, basterebbe riguardare tutti i timeout di coach Ze Roberto, allenatore del Brasile, nella finale di VNL: il focus è stato quasi sempre centrato sulla nuova opposto del VakifBank Istanbul. Oppure si potrebbe considerare che Giovanni Guidetti, suo prossimo allenatore di club, perde quasi il sonno per studiarla e trovare un modo utile a limitarne lo strapotere pallavolistico. Perché Paola non può essere completamente fermata, questo è evidente: a differenza delle grandissime interpreti contemporanee nel ruolo di posto 2, Egonu non dà mai modo alle avversarie di leggerne intenzioni e traiettorie con sistematicità. Se a ciò si aggiunge la capacità (e possibilità) di passare sempre e comunque sopra al muro avversario, si ottiene un mix praticamente perfetto. L'aspetto più incredibile è poi dato dal fatto che l'evoluzione pallavolistica della più forte giocatrice al mondo - parole di Gabi Guimaraes, non nostre - non sembra ancora completa. Nelle ultime stagioni, Egonu sta imparando a variare molto i colpi in attacco, a lavorare bene nel muro in sinergia con le centrali, e a risultare importante anche in difesa, ma i suoi margini di miglioramento sono forse inestimabili. A soli 24 anni, quanta percentuale abbiamo visto del talento di Paola Egonu? Secondo noi, neppure l'80%, ma solo il tempo potrà darci ragione o smentirci.
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Egonu devastante col VakifBank: ecco i suoi punti più belli

Talento diffuso in banda

Se Egonu risulta essere la stella di questa Nazionale, è però evidente che il talento delle "ragazze terribili" ha pochi eguali nel mondo. A livello di martelli, l'Italia può contare su pallavoliste tanto diverse tra loro, quanto fenomenali. A cominciare da Caterina Bosetti, manuale vivente della Pallavolo e giocatrice che finalmente sta raggiungendo i traguardi che merita. La schiacciatrice di Novara ha un'innata proprietà di qualsiasi fondamentale, dalla ricezione al palleggio, per arrivare ovviamente alla schiacciata: i mani-out messi in serie contro il Brasile rappresentano la summa pallavolistica di una Bosetti che sembra giocatrice d'altri tempi, per velocità e altezze, ma risulta a tutti gli effetti tremendamente contemporanea per il modo in cui riesce a performare. Vero elemento equilibratore del 6+1 Azzurro, giocatrice imprescindibile per coach Mazzanti. Oltre a lei, ci sono poi Elena Pietrini e Miriam Sylla. La prima è ormai sulla definitiva rampa di lancio per la consacrazione tra le grandi di posto 4: paga ancora qualcosa in ricezione, pur essendo migliorata davvero tanto, ma in attacco e a muro fa quasi un altro sport, con una velocità di braccio impressionante e l'innata capacità di lavorare in extra-rotazione del polso per diagonali strettissime. Sulla capitana va invece aperto un discorso a parte. È infatti evidente che la condizione fisica di Sylla non sia delle migliori, eppure anche in questa VNL è stata fondamentale con grandi aiuti in difesa e "sbracciate" importanti in momenti clou di diverse sfide. Ai prossimi Mondiali - ricordando che, nell'edizione del 2018, fu nominata miglior schiacciatrice del torneo iridato - speriamo di rivederla nella sua forma migliore, perché il suo talento è fuori discussione. La possibilità di avere tre giocatrici simili, senza ovviamente dimenticare Alice Degradi, Alessia Gennari e le tante altre Azzurre che potrebbero trovare spazio in questa Nazionale, rende l'Italia una squadra completa e versatile.
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Pietrini in ESCLUSIVA: la baby-ragazza terribile è cresciuta

Alessia Orro e le sue centrali

Nel novembre 1979 i Pink Floyd fecero conoscere al mondo "Another Brick in the Wall", capolavoro di rock progressivo realizzato da una band che, se avesse visto giocare Anna Danesi, avrebbe molto probabilmente cambiato la logica dietro alle due parti di un pezzo così iconico. Insieme a Cristina Chirichella, Danesi forma una coppia praticamente perfetta: lavoro eccellente a muro, battuta salto-flot molto efficace, alternanza nel gioco veloce tra 1° tempi e fast. Un duo che non ha eguali nella storia recente dell'Italvolley, perché si completa meravigliosamente e, in quasi tutti i momenti-chiave delle partite, risulta protagonista. Ciò non significa che Chirichella o Danesi siano in assoluto le più forti centrali al mondo, anche se si potrebbe ampiamente discutere sul tema; semmai, formano la coppia ideale nel 6+1 di questa Italia. Ad assisterle con talento, ci pensa poi Alessia Orro. Durante i Giochi Olimpici di Tokyo, la staffetta con Malinov fu uno dei temi più discussi, additato anche quale causa principale dell'incostanza del nostro attacco. La palleggiatrice della Vero Volley Monza ha trovato la titolarità agli Europei, scalzando la miglior alzatrice dei Mondiali 2018, per non perderla più finora. I miglioramenti di Orro sono evidenti, specie nel timing con Egonu: aperture più "morbide", arcuate e molto alte rispetto a quelle più veloci e improvvise di Malinov, che permettono all'opposto di sprigionare tutta la sua potenza. Anche nel gioco veloce il feeling con le centrali sembra migliorato, per quanto si possa lavorare sulla fast con Chirichella. Senza dimenticare poi le abilità dai nove metri, con una salto-flot che ha messo in crisi tante ricezioni durante questa Volleyball Nations League. Numeri alla mano, Orro è oggi l'alzatrice titolare della Nazionale, ma anche qui il talento diffuso delle Azzurre è testimoniato dal fatto che Malinov, quando chiamata in causa per cambiare ritmo all'attacco, ha sempre fornito grandi prestazioni. Poter contare su due palleggiatrici di questo calibro è sinonimo di garanzia anche in vista dei prossimi Mondiali.

Un monumento a Moki De Gennaro

Il corso da 9 CFU "Perfetta occupazione degli spazi negli sport di squadra" si tiene in tutte le Università italiane la domenica, dalle ore 9:00 alle 12:00 senza quarto d'ora accademico. In cattedra, ovviamente, c'è la miglior libero del mondo (anche qui, parole di Karch Kiraly e non nostre). Inutile andare a cercare dove si sia posizionata De Gennaro nella classifica delle migliori ricevitrici o delle dig difensive effettuate, perché tanto i numeri non ci restituirebbero tutto quello che abbiamo invece visto sui diversi taraflex di questa VNL. Leadership assoluta, precisione e qualità nei fondamentali di seconda linea, capacità di aiutare le compagne nei momenti di difficoltà andando a coprire anche le loro zone di competenza, letture impressionanti sulle scelte offensive avversarie e difese ai limiti delle umane possibilità. De Gennaro rappresenta alla perfezione il prototipo del libero contemporaneo, perché se la battuta è ormai il primo fondamentale della Pallavolo, ricezione e difesa lo seguono a ruota. Nel ruolo, il futuro dell'Italvolley è in mani sicure, dal momento che De Gennaro sta "allevando" un talento naturale quale Eleonora Fersino (classe 2000) e che, in giro per la Serie A1 femminile, di libero fortissime ce ne sono davvero tante. Resta solo da capire quando potranno raccogliere l'eredità pallavolistica di Moki, la quale (a 35 anni) non ha alcuna intenzione di lasciare il suo trono. Per ora, ci godiamo volentieri altri anni con la miglior libero al mondo tra le file della Nazionale: con buona pace di tutte quelle avversarie a cui non basterà mai superare il muro Azzurro per avere certezza di mettere palla a terra.
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Intervista doppia De Gennaro-Sylla: "Siamo una squadra umile"

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