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Pallavolo nel caos: presidenti di Lega dimessi, giocatori in rivolta per i tagli agli stipendi

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DaEurosport

Aggiornato 10/04/2020 alle 19:49 GMT+2

La presa di posizione da parte della Federazione di chiudere tutti i campionati senza retrocessioni e assegnazioni degli Scudetti ha provocato la reazione di entrambe le leghe, maschile e femminile, per non essere state consultate. E nel frattempo si pensa a un piano economico con tagli agli stipendi degli atleti, che però non ci stanno.

Bruno Cattaneo, presidente FIPAV

Credit Foto Legavolley femminile

La pallavolo italiana, nel giro di una giornata, è piombata nel caos. La FIPAV, infatti, ha emesso un comunicato in cui annunciava la chiusura di tutti i campionati a livello nazionale, regionale e provinciale, senza promozioni né retrocessioni e senza ovviamente l'assegnazione degli Scudetti di Superlega e Serie A femminile.
L'uscita del comunicato ha provocato una reazione immediata da più parti che riguardano l'ambiente pallavolistico italiano, in primis le dimissioni dei due presidenti di Lega, Diego Mosna (maschile) e Mauro Fabris (femminile).

La lettera aperta dei presidenti di Lega

sui siti di Legavolley e Legavolleyfemminile si legge lo stesso testo, una lettera aperta dai due presidenti di Lega che annunciano le proprie dimissioni, motivandole con una certa asprezza:
[...] La nostra ferma posizione è dovuta alla incomprensibile, inaccettabile mancanza di rispetto dei ruoli dimostrata dal Consiglio Federale nei confronti delle Leghe, a cui è demandata l’organizzazione dei Campionati, senza dare la legittima possibilità di partecipare alla riunione ai rappresentanti dei Club al momento di discutere una scelta di simile drasticità. Nelle ultime settimane le due Leghe hanno ampiamente dimostrato quanto per loro sia di primaria importanza la salute dei tesserati e del pubblico. Una Federazione sportiva deve però considerare il proprio compito, che in un periodo così difficile della vita del Paese è anche di evitare di demonizzare lo sport, ma dare messaggi positivi e considerare ogni aspetto. Ci riferiamo alle idee e alla capacità organizzativa dei due consorzi che, oltre a rappresentare imprenditori che investono cifre importantissime nella pallavolo, hanno sempre lavorato incessantemente per mantenere il livello della Serie A italiana ai livelli che tutto il mondo conosce e applaude sui palcoscenici nazionali e internazionali.[...]

Le spiegazioni successive a questo gesto

La Gazzetta dello Sport approfondisce il tema, sentendo le parti interessate. Ed è Fabris a chiarire che cosa c'è dietro questo gesto estremo.
Non è una questione di merito, ma di forma. La Federazione poteva stabilire la chiusura dei campionati, ma quello che non ci sta bene è che doveva avere la delicatezza di avvisarci o di coinvolgerci. Per statuto federale le due Leghe sono ammesse nel consiglio, almeno ad ascoltare. A maggior ragione avremmo dovuto essere presenti in un momento come questo, in cui veniva presa una decisione storica per tutto il movimento del volley.
Anche Massimo Righi, attualmente AD della Legavolley (ma non è escluso che entrambi i CDA seguano i loro presidenti per rafforzare la posizione di aperta contestazione) conferma che non c'è stato ascolto da parte della Federazione nei confronti delle soluzioni proposte dalle Leghe, che facevano da mediatrici nel dialogo con i grandi club.
Siamo stati in costante contatto con la Federazione e avremmo voluto spiegare i nostri progetti. Stavamo studiando un playoff a sei squadre a fine luglio, in una location suggestiva per lo sport italiano come il Foro Italico o l'Arena di Verona, magari senza pubblico ma in diretta TV. Avremmo voluto un confronto con la Federazione su questa ipotesi, cercare una strada comune quando e se l'emergenza sanitaria ce lo avesse concesso.

La crisi economica, i tagli agli stipendi e la rivolta dei procuratori

Nel frattempo, mentre si cerca di capire come potrà fuinzionare nel caso in cui la CEV decidesse di andare avanti con le Coppe, si stima che le perdite per il movimento saranno catastrofiche e al Governo sono stati chiesti 37 milioni di indennizzo, 24 per la Legavolley, 7 per la Legavolleyfemminile e 6 per la FIPAV. La previsione, benché sia tutto "congelato" è che i campionati non riusciranno a formarsi nella stessa composizione all'inizio della prossima stagione: i club più piccoli, infatti, potrebbero non farcela a sostenere gli oneri economici e anche i club più solidi potrebbero fronteggiare difficoltà a causa degli sponsor. Alcuni investitori, infatti, a causa della ciusura delle fabbriche e del mercato zoppicante non potranno onorare gli impegni presi per una situazione normale come era quella all'inizio del 2019-2020; quindi anche chi ce la farà sarà costretto a rivedere tutto il bilancio e quindi anche gli accordi economici con i giocatori e le giocatrici. E anche qui sono già scaturiti i primi problemi.
La Lega Femminile, infatti, avrebbe proposto un taglio degli stipendi del 30% per le giocatrici di Serie A1 e del 40% per quelle di A2. I procuratori delle ragazze sono in rivolta, perché facendo i conti sulla base delle tipologie di contratto stipulate (che andrebbero a 10 mesi per la pallavolo e non per un anno intero, dall'inizio di settembre alla fine di giugno) la stagione attuale sarebbe stata coperta - secondo loro - dalle giocatrici per il 90%, perché in realtà gli impegni societari si chiudono ben prima della conclusione naturale del contratto. Il taglio del 30% anziché del 10% (come dai loro calcoli) non è perciò stato accettato anche alla luce dei movimenti di mercato.
Alcuni agenti, sempre secondo quanto riporta la rosea, avrebbero infatti ricevuto richieste per le proprie giocatrici anche durante l'emergenza Coronavirus, con società pronte tanto a tagliari gli stipendi delle giocatrici attualmente in rosa quanto a fare offerte per pianificare la stagione futura. Un controsenso che è visto come una sorta di ipocrisia da parte dei "terminali" di queste operazioni, ossia il pacchetto-agenti-giocatori, che non hanno intenzione di mollare il colpo e si apprestano ad aprire una partita senza esclusione di colpi sul piano burocratico, visto che fisicamente in campo non ci si può andare.

La reazione della Federvolley

Con un comunicato e un video, la Federvolley cerca comunque di dare qualche chiarimento tramite le parole di Bruno Cattaneo:
[...] Abbiamo preso le nostre decisioni tenendo conto, in maniera coerente, della situazione ritenendo chiusa l’attività nella sua interezza perché non esistono le condizioni per poterla portare avanti. La Federazione però non si ferma e sta valutando tutte le risorse possibili da destinare alle nostre società di base; in tal senso è stato molto costruttivo e incoraggiante l’incontro avuto con il Ministro dello Sport Spadafora e faremo tutto il possibile per lenire le conseguenze, anche di natura economica, che deriveranno da tale situazione [...]
Restano dunque aperti mille quesiti, che probabilmente non trovaranno risposte molto presto.
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