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L’apoteosi della Polonia, la festa doppia di un paese che trionfa nel "proprio" sport

DaOAsport

Pubblicato 01/10/2018 alle 07:58 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Polonia volley 2018

Credit Foto LaPresse

Vincere il Mondiale in quello che è il proprio sport nazionale è la massima goduria, la sensazione più paradisiaca per un tifoso, un’emozione che pervade un intero Paese, che lo unisce in tutto e per tutto in un abbraccio collettivo che non ha eguali. L’Italia si ricorda molto bene quando ha trionfato a Berlino 2006 e Madrid 1982 con la squadra di calcio, cartoline indelebili nella nostra storia, immagini che hanno segnato un’epoca e che ancora adesso vengono ricordate con la massima nitidezza, quasi fossero passati pochi minuti.
Ricordando l’urlo di Tardelli e il rigore di Grosso, le gesta di Paolo Rossi e Cannavaro che alza la Coppa in terra tedesca, possiamo capire il significato del trionfo della Polonia nella rassegna iridata di volley maschile. A Varsavia e dintorni la pallavolo è quasi una religione, è il vero sport faro durante la stagione estiva (il salto con gli sci merita un discorso a parte per quanto riguarda le discipline invernali) e ieri sera c’era davvero un Paese intero stretto tutto insieme davanti ai televisori per gustarsi l’impresa dei biancorossi che al Pala Alpitour di Torino schiantavano il Brasile e si confermavano sul tetto del Pianeta.
Dalla bolgia di Katowice all’apoteosi in Italia, dalla gioia di un trionfo in casa quattro anni fa a un bis in trasferta che ha mandato in visibilio tutta la Nazione: tre settimane fa in pochi avrebbero scommesso sull’impresa dei ragazzi di Vital Heynen dopo le delusioni degli ultimi Europei e dopo una deludente Final Six della Nations League, ma la Polonia si è fatta trovare pronta nel momento più importante, era semplicemente la più in forma nel weekend decisivo dove ha soppiantato gli USA e i Campioni Olimpici dopo aver impartito una lezione all’Italia e aver "biscottato" con la Serbia in ben due circostanze, senza dimenticarsi che aveva perso con l’Argentina e la Francia nella seconda fase.
Bartosz Kurek è lo sportivo dell’anno, l’opposto trascinatore a suon di bordate che ha incantato in lungo e in largo. Oggi le copertine dei giornali sono per la Biało-Czerwoni che porta a casa il titolo iridato per la terza volta nella storia. Kubiak, Szalpuk, Drzyzga, Nowakowski, Bieniek, Zatorski e tutte le riserve sono già nei cuori di tutto il popolo che ha seguito l’intera cavalcata conclusasi con la massima gioia. La vittoria della Polonia ai Mondiali 2018 di volley è il frutto di una grande scuola che ha saputo rinnovarsi e confermarsi ai vertici pur non partendo favorita, espressione massima di quello che è lo sport nazionale per eccellenza (davanti al calcio) e che ha un movimento di base di un certo livello: il volley è molto praticato in tutte le palestre e nelle scuole, motivo per cui in un modo o nell’altro si riesce sempre a fare la differenza quando conta davvero (almeno ai Mondiali, alle Olimpiadi stranamente non è così).
Questo uno spaccato della Polonia che ha festeggiato e che festeggerà i suoi eroi per ancora molti giorni, ma intanto si pensa già al futuro: dal prossimo anno il fenomeno Wilfredo Leon vestirà di biancorosso. Lo schiacciatore di origini cubane, ritenuto il miglior giocatore al mondo, è stato naturalizzato per matrimonio e dopo aver vinto tutto con lo Zenit Kazan è pronto a incantare prima a Perugia e poi con la sua nuova Nazionale: con questo rinforzo la Polonia potrebbe davvero essere imbattibile a patto che si riesca a tenere unito lo spogliatoio. La chiusura è per il CT Vital Heynen, ormai davvero il Re Mida della pallavolo moderna: bronzo iridato con la Germania quattro anni fa, quarto con il Belgio (suo Paese natale) agli Europei 2017 e ora Campione del Mondo su una della panchine più ambite (e complicate) per un allenatore.
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