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Ambra Sabatini: "Pietà? Se solo sapeste quanto corro forte!"

Giulia Cicchinè

Pubblicato 07/09/2021 alle 18:19 GMT+2

Ambra Sabatini è campionessa Paralimpica nel 100m in una storica tripletta con Martina Caironi (argento) e Monica Contrafatto (bronzo). La 19enne è rimasta vittima di un incidente nel 2019 perdendo una gamba e racconta la sua crescita, dagli sguardi di pietà di quel periodo, a quello che lei stessa regala alla medaglia olimpica nel viaggio di ritorno verso l'Italia.

Ambra Sabatini esulta dopo aver vinto la medaglia d'oro nei 100m alle Paralimpiadi di Tokyo

Credit Foto Getty Images

Cala il sipario sulle paralimpiadi di Tokyo 2020 con l’Italia che raccoglie 69 medaglie e tra queste, impossibile dimenticare la tripletta nei 100m con Ambra Sabatini (con record del mondo), Martina Caironi e Monica Contrafatto.
Proprio la giovane campionessa Olimpica, Ambra Sabatini racconta le sue emozioni a La Stampa nel viaggio di ritorno verso l’Italia.
Arigato Tokyo. Sono sul volo di ritorno per l’Italia. Ho messo la medaglia nello zaino e a volte lo riapro per controllare che sia ancora lì, che sia tutto vero e che non me la sia sognata addormentandomi in aereo
Come sarà Ambra una volta in Italia, da campionessa Olimpica?
"Sarò sempre la solita, imperfetta Ambra e, anche se ho vinto l’oro alla Paralimpiade, per me sarà sempre più facile correre rispetto a camminare. Qualche giorno prima della gara, mi hanno tolto la protesi da cammino perché mi dava fastidio e ho dovuto utilizzare le stampelle, proprio come ai vecchi tempi, anche se con quelle è difficilissimo muoversi, cascano ovunque, non hai mai le mani libere: già soltanto andare in mensa era una missione, meno male che mi hanno aiutato gli altri. Ho notato parecchi sguardi di pietà soltanto perché ero una ragazza senza una gamba e con le stampelle: ‘Se sapeste quanto corro, forse mi guardereste in un altro modo.
In quegli attimi, mi sembrava di essere tornata indietro a quando ero appena uscita dall’ospedale e non avevo ancora la protesi, le persone mi fissavano impietosite e io ero lì zitta, ma avrei voluto dirgli: ‘Sono un’atleta, non un caso umano e non avete idea di quanto correrò forte appena potrò farlo"
Com’è l’Italia che guarda un’atleta paralimpica?
Alle Olimpiadi si creano eroi. Alle Paralimpiadi arrivano gli eroi
"In Italia, le barriere architettoniche sono tante, ma ancor di più quelle mentali: se cominciassimo ad abbattere queste ultime, sarebbe tutto molto più semplice. Dopo il mio incidente del 2019, mi diede forza l’ammirazione di medici ed infermieri, i quali mi attribuivano delle potenzialità motivazionali da mettere a disposizione di chi non avesse avuto la forza di rimettersi in gioco con la vita. A queste persone consiglierei di affacciarsi al mondo paralimpico, dove il significato fare sport raggiunge livelli impensabili, dove si è grandi a prescindere dalla prestazione e dove ogni atleta è un campione. Alle Olimpiadi si creano eroi. Alle Paralimpiadi arrivano gli eroi".
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