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Paralimpiadi, Bebe Vio: “Così ho distrutto i miei piedi speciali su un vulcano”

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Aggiornato 09/10/2021 alle 22:58 GMT+2

PARALIMPIADI – La campionessa azzurra si è raccontata al Corriere della Sera: “La meningite? Un medico disse a mia madre: ‘Signora, non vaccini i suoi figli’”.

Bebe Vio, oro paralimpico nel fioretto femminile categoria B ai Giochi di Tokyo 2020

Credit Foto Getty Images

Ai nostri occhi sembra sempre invincibile e capace di superare qualsiasi avversità, ma Bebe Vio nel quotidiano è anche altro, dovendo fare i conti con la sua condizione di disabile.
“Cado e mi rialzo, cado e mi rialzo? Esatto. Se dovessi stare attenta a tutto quello a cui dovrei stare attenta non potrei fare niente – ha dichiarato al Corriere della Sera – non potrei vivere davvero la mia vita. Quindi sì, mi riconosco nell’essere delicatissima in ogni cosa che faccio, anche se sono abbastanza “elefante” nel farla”

LE PROTESI DISTRUTTE SUL VULCANO

“Testarda, più che dura – lei replica – per questo resisto a tutto. Sono appena tornata da un giro bellissimo con un gruppo di amici alle Eolie. Che figata! Ero lì, abbiamo visto Vulcano, ho detto: cavoli, saliamo su! E il giorno dopo siamo saliti anche a Stromboli. Oddio, Stromboli! Ci siamo fatti dodici chilometri per andare su! Vuoi vedere i miei piedi? Distrutti. Te li mostro in una foto sul telefonino. Piedi tecnologici. Materiali speciali. Rovinati. Un disastro. Lo vedi il carbonio che ha bucato la plastica dura e esce fuori? È stata davvero dura, andar su fra le rocce. Ho preferito non mettere le scarpe e farmi la salita scalza. Ero consapevole che mi sarei ferita, sapevo che facendo quello sforzo sarei arrivata su con i monconi completamente rotti però salire era talmente bello!”

E RIGUARDO IL COVID E I VACCINI...

E pensare che medico sconsigliò ai genitori di Bebe di fare il vaccino contro la meningite: “Non posso dimenticare che disse a mia madre: ‘Signora, non vaccini assolutamente i suoi figli’- rivela Bebe al Corriere. Che doveva fare mia mamma? Si è fidata. È andata così. Sono viva solo perché un infermiere, in ospedale, riconobbe il male che aveva colpito due anni prima un bambino di Mestre, Pedro. Sennò…”.
“Io mi affido alla scienza – continua la schermitrice veneta – se mi dicono che quel vaccino può aiutare mi faccio aiutare… Ma so che ci sono anche persone che non si fidano. Perfino una mia amica strettissima. Cosa faccio, rinuncio a vederla? Cerco di difendermi: ho dodici tamponi fissi in macchina e ogni volta che ne finisco uno ne compro subito un altro. Neanche il tempo di salutare qualcuno e gli infilo subito un tampone in bocca. Nonostante il vaccino. Se becchiamo il Covid sappiamo di poter fare del male ad altri. Non si scherza su queste cose”.
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Bebe Vio: "Quando vinci ti accorgi di quanto è stato importante perdere"

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