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Alla scoperta dell'handbike: bolidi da 55 km/h che meritano visibilità

Paolo Pegoraro

Aggiornato 15/09/2016 alle 12:29 GMT+2

Alla scoperta dello sport che solamente nella giornata di mercoledì 14 settembre ha regalato allo sport italiano cinque medaglie paralmipiche. Dalle caratteristiche del mezzo alle velocità che si possono raggiungere. E se non fosse solo uno sport di nicchia?

Alex Zanardi, Handbike, Rio 2016, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Si scrive “handbike” si legge miniera d’oro per lo sport italiano. Nella settima giornata delle Paralimpiadi di Rio 2016 di medaglie questa disciplina ne ha portate in dote ben cinque, di cui tre del metallo più prezioso grazie ad Alex Zanardi (time trial H5), Vittorio Podestà (Time Trial H3) e Luca Mazzone (Time Trial H2), due di bronzo grazie agli exploit di Francesca Porcellato (Crono H 1-3) e Giancarlo Masini (Time Trial C3). Una giornata unica, trionfale, straordinaria, che nobilita uno sport considerato di “nicchia” portandolo all’attenzione del grande pubblico. Qualcosa sta cambiando? Noi tutti ce lo auguriamo perché come ha scritto il columnist degli sport paralimpici Claudio Arrigoni sulla pagine della Gazzetta dello Sport:
Storie così sono di quelle che entrano nel cuore e non lo lasciano più

Cos’è l’handbike?

Si tratta di una particolare tipo di bicicletta spinta dalle braccia umane, progettata per atleti affetti da disabilità o malformazione agli arti inferiori: le manovelle rivestono la funzione dei pedali nelle comuni biciclette trasmettendo energia alla catena che fa girare la ruota anteriore. Le ruote posteriori danno invece stabilità al mezzo consentendogli di stare in equilibrio. La maggior parte delle handbike sono dunque dotate di tre ruote (tricicli).

In quali categorie si dipana?

Dal sito web delle Federazione Ciclistica Italiana: “Gli handbikers sono classificati da H1 a H5. I ciclisti H1 sono più gravemente colpiti dalla loro disabilità nello sport, mentre gli atleti H5 hanno il più basso livello di perdita funzionale. Gli handbikers H5 hanno la possibilità di inginocchiarsi, e quindi hanno il contributo della muscolatura del tronco, mentre gli atleti H1-H4 sono in posizione completamente reclinata.” La handbike abbraccia la quasi totalità delle disabilità agli arti inferiori, comprese la paraplegia, tetraplegia (nella sua forma meno grave) e le amputazioni, sia sopra che sotto il ginocchio.

Che velocità si possono raggiungere?

Dipende dalle varie categorie in cui è suddivisa l’handbike. Nell’H5 – quella di Alex Zanardi, per intenderci – si possono raggiungere anche i 55 km/h nelle volate di gruppo, quando di esprime il massimo sforzo. Le classi H2 e H3 arrivano a sfiorare i 46 km/h, mentre gli atleti con disabilità cervicale viaggiano sui 25 km/h di media. Alla luce di questi dati la tentazione è quella di riporre in soffitta il termine “disabilità”.
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Alex Zanardi, Paralimpiadi Rio 2016, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Possono usarla anche i "normodotati"?

Certamente, anzi, nelle zone in cui questa pratica è più diffusa (principalmente il Nord Europa) non è assolutamente raro imbattersi in una handbike guidata da un atleta o un amatore "normodotato", smanioso di cimentarsi in questa disciplina che forgia i bicipiti e sgombra la mente.

Quali sono i costi?

Proibitivi, putroppo. Almeno al momento in cui scriviamo. Le case costruttrici made in Italy scarseggiano e la dimensione di sport di nicchia non aiuta. Per procurarsi una handbike professionale ad alte prestazioni si deve sborsare una cifra prossima ai diecimila euro. E anche volendo abbassare pretese rinunciando a materiali in carbonio per ripiegare sull'alluminio l'esborso sarebbe in ogni caso consistente. La speranza è che l'exploit di Rio invogli qualche casa produttrice di biciclette a investire in questo settore.
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Alex Zanardi, Handbike, Rio 2016, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Perchè Zanardi si è avvicinato a questo sport?

L'aneddoto ha già fatto scuola. L'ex pilota di Formula 1 ha visto per la prima volta un handbike in autogrill, precisamente sul tetto dell'automobile di Vittorio Podestà, quello che è a tutti gli effetti il suo mentore. È stato subito colpo di fulmine: tre settimane di allenamento e Alex Zanardi conquistava già un incredibile quarto posto nella maratona di New York, edizione 2007. Il resto è storia...
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VIDEO: Alex Zanardi, l'oro orgoglio dell'Italia

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