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Paralimpiadi Tokyo 2020 - Martina Caironi vola a 5.14 nel salto in lungo. Argento e 58ª medaglia azzurra, come a Seul

Marco Arcari

Aggiornato 02/09/2021 alle 13:48 GMT+2

PARALIMPIADI TOKYO 2020 - Martina Caironi vola nel salto in lungo (categoria T63) e si mette al collo un lucentissimo argento. Una medaglia che permette all'Italia di toccare quota 58, come a Seul 1988: secondo miglior medagliere di sempre per i nostri colori. Vanessa Low (Australia) oro col record del mondo: 5.28. Bronzo invece per la svizzera Elena Kratter.

Martina Caironi durante la finale del salto in lungo T63 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020

Credit Foto Getty Images

Come a Seul 1988, incredibile! L'Italia tocca quota 58 medaglie, grazie allo splendido argento di Martina Caironi. L'azzurra vola fino a 5.14 metri nella finale del salto in lungo (categoria T63) e si mette al collo una medaglia bellissima. Vanessa Low (Australia) si prende l'oro col record del mondo (5.28), peraltro essendo lei in categoria T61. Si replica così parte del podio di Rio de Janeiro 2016, per quanto allora la categoria fosse T42: cinque anni fa Martina saltò 4.66 e al 3° posto chiuse la cubana Malu Perez Iser. Stavolta invece il bronzo va alla svizzera Elena Kratter, con la misura di 5.01. Non arriva ancora la prima medaglia per l'atletica azzurra, ma poco male: non mancheranno altre occasioni, specie nei 100 metri piani femminili in cui sarà protagonista la stessa Caironi. Seconda medaglia di giornata dalla pista, dopo il bronzo di Oney Tapia.
"Ciao italiani! Si sapeva, questo era il risultato che si sarebbe prospettato, ma io oggi ambivo all'oro. Il lavoro che abbiamo fatto nell'ultimo anno è stato così forte e intenso che davvero non riuscire a centrare il salto giusto mi ha fatto davvero incazzare. Scusatemi, ma devo dirlo. Volevo prendere l'oro, ma sono comunque soddisfatta. 5.14 è una buona misura, non ho ancora fatto però il 5.28 della Low e mi tocca farlo. Quindi dovrò continuare fino a Parigi 2024, arrivando magari anche a 5.30. La preparazione di quest'anno l'ho fatta tra Bologna e Roma e vorrei ringraziare i due allenatori che hanno curato la mia tecnica nel lungo, Davide Gamberini e Andrea Matarazzo delle Fiamme Gialle. Ho lavorato tantissimo sulla tecnica, ma la pandemia ha pesato molto anche per me. A settembre farò 32 anni e vi assicuro che uno in più pesa eccome. Ho pensato di terminare la carriera, ma non sono pronta: il mio pensiero, anche se non ufficiale, è quello di presentarmi a Parigi". Non sembra destinata a chiudersi, allora, la carriera di un'atleta meravigliosa. Ma Caironi va oltre, a 360°.
"Il livello si sta alzando tantissimo e tutte stiamo andando sempre più in là, anche nei 100 metri dove vedrete che abbiamo abbassato tantissimo i tempi. Questo è il segno che il movimento paralimpico sta crescendo tantissimo. Dedico questo bellissimo argento ai miei allenatori: è una medaglia sofferta e sono contenta, non potete rendervi conto di quanto sia tosta, a livello mentale e fisico, aspettare cinque anni. Mi sono alleggerita un po' con questa prima gara. Cosa voglio dire a Bergamo e ad Alzano Lombardo: Mola mia! Il nostro motto, abbiamo reagito benissimo tutti noi italiani, anche se ancora non è finita. Sono felice di essere tra le privilegiate di un evento così importante, anche se l'assenza di pubblico si è sentita tantissimo".
"Tra i vari ruoli che ho, sono anche portavoce dei diritti femminili. Alle donne voglio dire di non chiudersi e di uscire, perché fuori ci possono essere tanti aiuti. Io sono una donna con disabilità e guardatemi bene, vi sembro debole? No, è il segno che bisogna sempre reagire". Queste le parole di Martina, rilasciate ai microfoni di RaiSport.
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