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Nel pattinaggio a rotelle l'Italia è un'eccellenza: ai Mondiali di Novara arrivano 13 ori

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Aggiornato 11/10/2016 alle 12:46 GMT+2

Per un totale di 34 medaglie, la squadra azzurra brilla come sempre ai Mondiali di pattinaggio a rotelle, disciplina in cui eccelle. La speranza è che prima o poi, come il "cugino" su ghiaccio, anche questo sport diventi diciplina olimpica (foto di Raniero Corbelletti).

Pattinoaggio a rotelle Novara 2016 (foto Raniero Corbelletti)

Credit Foto From Official Website

Siamo abituati a parlare di pattinaggio artistico riferendoci al ghiaccio, perché è sport olimpico e ha più risonanza. Ma nell'"altro" pattinaggio, quello a rotelle, l'Italia in silenzio, a volte troppo, è un'eccellenza Mondiale e quando è padrona di casa della kermesse iridata indossa il miglior vestito delle feste per farsi bella.
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Cerimonia d'apertura Novara 2016

Credit Foto From Official Website

I Mondiali a Novara: un grandissimo successo

La squadra azzurra è un vero portento: al PalaIgor di Novara, infatti, in una cornice di pubblico straordinaria, la squadra del ct Fabio Hollan fa incetta di medaglie: 34 complessive, di cui ben 13 ori (13 argenti e 8 bronzi) a testimoniare anche la conferma dell'edizione precedente di Cali, dove il team aveva vinto una medaglia in più, ma comunque un oro in meno.
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Deven Jacobson ai Mondiali di Novara 2016

Credit Foto Eurosport

Tanto spettacolo, poca visibilità

Benché le gare siano andate in onda in tv, il pattinaggio a rotelle non ha lo stesso seguito che ha il pattinaggio di figura sul ghiaccio. Questo perché, tra i due, c'è un gradino di differenza a livello istituzionale: come già accennato, uno è riconosciuto dal CIO come sport olimpico, l'altro invece no. Ed ecco quindi che le rotelle, seppur con un buon numero di praticanti in giro per il mondo, vengono relegate a ruolo di sport minore tra i minori, anche se chi si occupa di sport più da vicino preme perché dai Giochi Estivi vengano esclusi sport magari meno "televisivi" o più anacronistici per lasciare il posto a questa disciplina, che, in quanto a spettacolo, non ha nulla da invidiare al "cugino" invernale. L'obiezione spesso sollevata da parte di chi decide è che ci sono troppe gare da disputare e che quindi ci sarebbe un peso eccessivo a livello organizzativo (un po' come il rifiuto nei confronti del rugby tradizionale: troppe squadre e quindi troppe persone da ospitare al villaggio olimpico).

Un grazie ai nostri ragazzi e ragazze

In ogni caso, quello che fa la forza di questo sport non sono ovviamente i riconoscimenti a livello istituzionale, quanto la costanza, la passione e la forza che dimostrano gli atleti praticanti. Uno sport fatto di fatica, cadute, difficoltà tecniche e poche sovvenzioni... Eppure l'Italia c'è. In bocca al lupo dunque ai nostri ragazzi perché il loro sogno olimpico prima o poi possa realizzarsi e nel frattempo appuntamento a Nanchino 2017.
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