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Milano, un Mondiale che lascia l'Italia comunque soddisfatta e con margini di miglioramento

Ilaria Bottura

Pubblicato 26/03/2018 alle 10:23 GMT+2

Al di là dei possibili ritiri dei veterani che vestono i colori azzurri, chi sicuramente resterà è pronto a stupire ancora, perché c'è spazio per crescere, soprattutto per i due giovani Leccardi e Rizzo, ma sappiamo che anche Della Monica-Guarise hanno progetti ambiziosi.

Guarise-Della Monica - Milano 2018

Credit Foto Getty Images

I Mondiali di Milano ci lasciano con diverse considerazioni da fare, alla luce delle prestazioni degli azzurri. Proviamo quindi a fare un piccolo bilancio di ciò che si è visto, traendo conclusioni per il prossimo futuro delle lame azzurre: nonostante non sia arrivato nessun podio, l'esito di questa edizione è comunque decisamente positivo.

Coppie di artistico: Della Monica-Guarise al top, Marchei-Hotarek super grintosi

La prima gara ad assegnare medaglie è stata quella delle coppie di artistico. Posto che i tedeschi Aljona Savchenko e Bruno Massot sono inarrivabili, per l’Italia era importante confermare le ottime prestazioni di PyeongChang e in parte ci è riuscita. In parte perché Valentina Marchei e Ondrej Hotarek, dopo un bel corto, non sono riusciti a consolidare la posizione nel free program, traditi da una caduta nel triplo salchow che ha compromesso la combinazione di salti; un decimo posto mondiale dopo l’exploit olimpico, comunque, non è assolutamente da buttare. Ben diverso il discorso per Nicole Della Monica e Matteo Guarise, che continuano a migliorarsi e che si sono piazzati quinti: la competizione interna al gruppo italiano è sana e accesissima e ora bisognerà vedere che cosa accadrà nella prossima stagione. Vale e Ondra, infatti, hanno già dichiarato che si siederanno con calma a un tavolo per decidere che cosa fare: 31 anni lei, 34 lui potrebbero far pensare che sia arrivato il momento di smettere, ma la soddisfazione di essere riusciti con la grinta, nonostante la piccola delusione, a ottenere punteggi alti negli elementi di solito più ostici per la coppia (come il triplo twist) potrebbe portarli a voler consolidare alcune certezze e a provare a migliorarsi ancora. Dal canto loro, Nicole e Matteo sono pronti e preparati al compito eventuale di portare avanti da soli il movimento delle coppie, nel caso in cui gli amici/rivali dovessero dire basta. E possono farlo con tutta l’autorevolezza che hanno dimostrato davanti al pubblico del Forum, avendo già le idee chiare a proposito di ciò su cui vogliono lavorare dopo le meritate vacanze.

Femminile: la delusione di Carolina e il sorriso di Elisabetta

Non era contenta Carolina Kostner al termine del programma lungo che l’ha portata portata dal primo posto dopo il corto ai piedi del podio. Ha commesso tanti errori, lo sa anche lei e non l’ha nascosto. Tutti speravano che potesse regalare al pubblico di casa – se non la vittoria – almeno una medaglia, ma era necessario eseguire un esercizio pulito e così non è stato. Resta la delusione per un’occasione sprecata soprattutto alla luce del disastro anche peggiore combinato dalla favorita Alina Zagitova, occasione che più passa il tempo più diventa irripetibile, visto le rivali sono giovani e il momento del ritiro si avvicina. Quando sarà? Nemmeno lei lo sa e dovremo aspettare che anche lei, a bocce ferme, rifletta su ciò che la appaga di più, visto che ormai non ha proprio più nulla da dimostrare. Il vantaggio, però, è che se anche abbandonasse lo farebbe senza lasciare sguarnito il panorama femminile italiano: oltre a Giada Russo, che era con lei a PyeongChang, l’Italia ripone grandi speranze in Elisabetta Leccardi, che si è classificata 21esima al suo debutto in una grande competizione internazionale, mostrando di avere già le caratteristiche per continuare su questa strada e le possibilità di migliorare ancora.

Maschile: la mentalità di Matteo Rizzo è una garanzia

Oltre a Elisabetta Leccardi, l’Italia ha finalmente anche al maschile un nome giovane su cui puntare: è Matteo Rizzo, che in una gara dalla resa tecnica globale purtroppo abbastanza bassa ha centrato il 17° posto mondiale. Ha vinto chi, tra i big, è rimasto in piedi (e con grande merito), Nathan Chen, mentre gli altri, chi più chi meno, hanno combinato un disastro. Tanto per farci capire, col punteggio totalizzato da Shoma Uno, che gli è valso l’argento, a PyeongChan sarebbe arrivato settimo. Il più catastrofico in assoluto è stato Bojang Jin, totalmente deconcentrato tanto da passare da candidato alla vittoria alla vigilia della gara a peggiore in assoluto tra i grandi (con un -9.00 di detrazioni!) e da finire addirittura alle spalle del nostro Matteo. Onore al giovane azzurro, dunque, che nonostante la base tecnica da incrementare ha un grande approccio alla gara e la certezza che potrà migliorare ancora, certezza che nasce dalla sua volitività: anche lui sa che quel quadruplo presentato a sorpresa va migliorato e ha intenzione di lavorare duramente quest’estate per perfezionare non solo il toeloop, ma anche gli altri. E siamo certi che lo farà, grati del fatto che un pattinatore così giovane, così bravo e soprattutto “made in Italy” nel singolo non l’abbiamo mai avuto.

Danza: solo applausi meritati per le nostre coppie

In una giornata un po’ sotto tono per le esecuzioni non impeccabili della gara maschile, la danza ha dato un colpo di coda notevole a questo Mondiale con un livello d’eccellenza difficilmente riscontrabile, nonostante l’assenza dei campioni olimpici Virtue-Moir. Hanno contribuito all’apoteosi dello spettacolo anche i nostri Charlene Guignard-Marco Fabbri e Anna Cappellini-Luca Lanotte: entrambe le coppie hanno pattinato una free dance da brividi e che è valsa il season best. Per Charlene e Marco vuol dire essere pronti a ereditare eventualmente lo scettro di prima coppia italiana da Cappellini-Lanotte con pieno merito, per Anna e Luca vuol dire essersi confermati ancora una volta nell’elite mondiale (raccogliendo anche la small medal di bronzo della free dance) ed essere costretti a dover riflettere bene sull’opportunità di non ritirarsi per poter incantare ancora il pubblico, che per la loro La Vita è Bella era tutto in lacrime per l’emozione.
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