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Marchei e Hotarek, il sogno s'è avverato: "Vogliamo scatenare il pubblico di Pyeongchang"

DaOAsport

Aggiornato 06/02/2018 alle 18:51 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

Italy's Valentina Marchei and Ondrej Hotarek perform in the Pairs Short Program as part of the Cup of China ISU Grand Prix of Figure Skating in Beijing

Credit Foto Getty Images

Per Valentina Marchei e Ondrej Hotarek quella di PyeongChang 2018 sarà la seconda partecipazione alle Olimpiadi, la prima volta insieme come coppia di artistico: Valentina infatti conquistò nel singolo l'undicesimo posto a Sochi 2014, stessa posizione raggiunta da Ondrej in coppia con Stefania Berton. Inutile negarlo, quella di Marchei-Hotarek è una vera e propria favola sportiva: nell’estate del 2014 infatti, quasi per gioco, hanno iniziato a pattinare insieme e, dopo qualche mese di prova, gli atleti allenati da Franca Bianconi avevano già come obiettivo finale i Giochi di Pyeongchang. Ora che il sogno olimpico s'è avverato, Valentina e Ondrej daranno il massimo per superare i propri limiti: la coppia è infatti reduce dalla bellissima prestazione realizzata agli ultimi Campionati Europei di Mosca, dove hanno conquistato il nuovo primato personale e record italiano di 204.20.
Ragazzi, siete reduci da un Campionato Europeo in cui avete letteralmente mandato in visibilio il pubblico russo, oltre che ottenere il nuovo record italiano. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
(Valentina) È stata un’esperienza preziosa, arricchita dai record italiani: nella corsa verso Pyeongchang, due performance così ci danno molta fiducia e sicurezza. Ci sono ancora delle cose che possono essere, ma l’apporto del pubblico russo è stato pazzesco e lo stadio è letteralmente impazzito durante il nostro programma corto. Vivere un momento così vale più di qualsiasi record, è una sensazione che non si prova spesso e ci sentiamo fortunati ad averla vissuta.
(Ondrej) Gli Europei ci hanno dato tanta fiducia: sapevamo che, potenzialmente, quest’anno eravamo forti. Abbiamo fatto una preparazione estiva molto più mirata e perfino osato un po’, utilizzando programmi molto più rifiniti nella seconda parte della stagione. Gli Europei hanno confermato questo trend dandoci ancora più fiducia per i prossimi appuntamenti.
La vostra è una vera e propria favola sportiva. In soli tre anni di attività, siete riusciti a raggiungere un obiettivo così importante come la competizione a cinque cerchi. Come descrivereste la vostra cavalcata olimpica in tre aggettivi?
(Valentina) Tre aggettivi forse sono pochi, o forse è difficile trovarne tre adeguati. È stata un’avventura, un salto nel vuoto che mi ha portato a scavare non solo nella Valentina atleta ma anche nella Valentina donna perché, se prima dovevo leccarmi le ferite da sola, dovevo automotivarmi, adesso ho una persona a fianco che culla il mio sogno come io cullo il suo. Devi metterti a nudo con le tue debolezze davanti a un’altra persona.
(Ondrej) All’inizio ci eravamo detti di provare un anno, quindi a Pyeongchang non ci pensavamo neanche. Dopo il primo anno andato molto bene, abbiamo deciso di continuare e arrivare fino alle Olimpiadi. Non ci rendevamo comunque conto all’inizio di quanto sarebbe stato difficile qualificarci. Questo perché la nostra specialità è salita di livello in maniera esponenziale.
Ciò che fa davvero impressione è l’altissimo livello da voi raggiunto in un lasso di tempo molto breve: vi aspettavate di arrivare in queste condizioni a PyeongChang? Non si fanno certo per caso 204 punti....
(Valentina) Non abbiamo mai messo un obiettivo numerico. Questo è uno sport per cui pensi di avere dei limiti ma continui ad andare oltre e cerchi di superarli, di conseguenza non sai mai dove arrivare perché ti stupisce sempre di più. Noi ci siamo promessi di andare avanti e di spingerci sempre un po’ oltre, sempre nel rispetto del lavoro perché se c’è una nostra qualità è quella di essere dei grandi lavoratori. Quello che ci siamo prefissati quest’anno è stato dare in ogni allenamento il 100% di quello che possiamo dare quel giorno: arrviamo a Pyeongchang lasciandoci sorprednere in uno sport che ti dà la possibilità di scoprirti.
(Ondrej) Abbiamo fatto un progresso importante come punteggio, siamo a 5 punti dai vicecampioni olimpici: questo significa che te la giochi sull’errore in gara. Per noi sono numeri incoraggianti ed è molto bello poiché l’ambiente inizia a voler raccontare la nostra storia e i nostri programmi. Noi puntiamo molto sulla risposta del pubblico: anche in Russia siamo scesi sul ghiaccio per gli spettatori presenti e, quando la tua performance fa battere le mani a tutti, credo che sia il massimo di quello che puoi raggiungere, un' esperienza unica.
Finalmente l’appuntamento di PyeongChang è arrivato: quali sono i vostri obiettivi per questa Olimpiade?
(Valentina) Nel Team Event è chiaro che, essendo arrivati quarti a Sochi, il podio fa gola. Noi siamo una squadra molto forte e sarebbe stupido non dire che una minima possibilità c’è. Non è comunque questo l’obiettivo: l’obiettivo è fare una buona performance in modo da poter alzare la percentuale di probabilità. L’Olimpiade è una gara a sé che non c’entra niente con qualsiasi altro tipo di competizione, né mentalmente né in qualsiasi altro tipo di approccio fisico: non tutti possono permettersi di ivarci e quindi è giusto portarlo a termine bene. L’approccio all‘allenamento non cambia, abbiamo solo svolto il nostro lavoro pensando che quest’anno, tra gennaio e marzo, ci sono tre gare: quello che porteremo a casa per l’ Olimpiade lo lavoreremo per i Campionati Mondiali di Milano.
(Ondrej) Noi dobbiamo prima affrontare il Team Event, dove sentiamo molto la presenza di tutta la Nazionale. A Sochi, questa gara è stata affrontata da tutti in modo più “personale”: quest’anno sarà un vero e proprio lavoro di gruppo perché la nostra squadra è molto forte e la dimostrazione sono stati proprio gli Europei. Nella gara di specialità, cercheremo di fare ciò che abbiamo fatto in Russia, ovvero pattinare per il pubblico, fare vedere lo spirito italiano con il nostro sorriso e preparare il terreno per i mondiali di Milano. Vogliamo attirare al meglio l’attenzione sull’ultimo appuntamento dell’anno che per noi è davvero molto importante.
Voi che siete i veterani del gruppo, come vedete il futuro della nazionale italiana?
(Valentina) Noi, dopo i Mondiali, ci prenderemo un po’ di riposo e penseremo serenamente al nostro futuro. In questo momento è impossibile dover decidere per due motivi: il primo per le gare che ci aspettano, il secondo perché è un momento in cui l’adrenalina è talmente alta che è bellissimo pattinare e vivere queste sensazioni. Chiaramente, ci saranno nuove leve che tra quattro anni cresceranno a rescindere dai veterani: è bello vedere che c’è un bel movimento, i nuovi ragazzi ereditano qualcosa di noi e siamo una grande famiglia molto unita. La condivisione ha molto più valore quando c’è una vittoria perché la vittoria è comune.
(Ondrej) Noi stiamo cercando di passare più esperienza possibile agli atleti che partono con noi per le gare internazionali come Giada Russo e Micol Cristini, e Matteo Rizzo ha dimostrato che quando uno è determinato ci può arrivare. Fondamentale è di certo promuovere al massimo la disciplina e, in quest'ottica, i Mondiali di Milano a marzo saranno fondamentali! Quello che ci auguriamo è che, grazie ai Mondiali, postremo guadagnare come sport tanta visibilità, sperando di spingere tanti ragazzi a iniziare a pattinare così che nelle prossime stagioni potremo avere degli atleti di alto livello. Milano è una cornice bellissima per un Mondiale: uno sport così elegante e ricco di emozioni potrà ingolosire un po’ tutti e verranno così tante persone dalla Russia e dal Giappone: sarà un evento imperdibile!
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