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Mondiali femminili, Chaarabi super a Nuova Delhi! Batte Kinoshita, è in finale nella categoria 52 kg. Incontrerà Wu Yu

DaOAsport

Aggiornato 25/03/2023 alle 14:11 GMT+1

MONDIALI FEMMINILI - Sirine Charaabi stoica nella semifinale contro Rinka Kinoshita. Un match molto combattuto, termina 4-1. L'azzurra si qualifica così per la finale dei Mondiali femminili di boxe 2023 a Nuova Delhi, India, nella categoria fino a 52 kg. Un traguardo storico a livello personale. Sulla strada verso l'oro, l'ultimo ostacolo è la cinese Wu Yu.

SPORT EXPLAINER: Boxe

Sirine Charaabi si qualifica per la finale dei Mondiali femminili di boxe 2023 a Nuova Delhi, India, nella categoria fino a 52 kg. L’italiana batte la giapponese Rinka Kinoshita, seconda pugile del tabellone, e si giocherà ora la chance iridata con la cinese Wu Yu, inizialmente non compresa tra le teste di serie. Mai si era issata in precedenza tanto in alto, ed è un traguardo che, a prescindere dall’esito, la può solo lanciare ancor più. Il verdetto odierno è non unanime (4-1, tre 30-27, un 29-28 e un 28-29).

LA SEMIFINALE CONTRO KINOSHITA: LA CRONACA

Si comincia con Charaabi che, dopo una brevissima fase di studio, non offre quasi mai un bersaglio pulito alla sua avversaria e trovandosi al contempo in grado di organizzare più volte iniziative. C’è più precisione, c’è molta più convinzione, e questo porta al quintuplo 10-9 dei giudici. Kinoshita riparte senza risparmiarsi nel secondo round, cercando il volto di Charaabi in più occasioni soprattutto con il destro. In generale, la nipponica cerca convinzione, ha il centro del ring, ma a metà ripresa l’italiana prova una combinazione sopra la cintura. E nel finale arrivano anche alcuni precisi diretti al volto, di quelli che portano a un triplo 20-19 contro due 19-20, il che significa di fatto finale già ottenuta. L’azzurra va di gestione nel terzo round, contenendo in più di un’occasione la furia di Kinoshita, che tenta in qualche modo di entrare nella guardia di una pugile che, invece, non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro. Alla fine, del resto, mostra tutta la propria convinzione di aver vinto: pugno perennemente al cielo, felicità già prima che l’arbitro le alzi il braccio per il verdetto.
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