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Nicaragua, pugili sul ring con una spruzzata di disinfettante: "Devono pur mangiare"

Giulia Cicchinè

Aggiornato 27/04/2020 alle 14:01 GMT+2

I pugili devono mangiare, quindi possono anche rischiare. E il rischio in Nicaragua è la vita stessa degli atleti. Si perché a Managua, come riporta il Corriere dello Sport, si può fare sport, e anche vederlo. Ma come? Gli spettatori sono “protetti” dalla distanza di 2mt, gel e mascherine, ma gli atleti vengono solo spruzzati di igienizzante con una canna e così lo sport va avanti.

entrance boxing event in Nicaragua

Credit Foto Eurosport

Se in Italia ci troviamo davanti a due date specifiche sulla ripartenza del Paese e dello sport italiano, 4 e 18 maggio, c’è chi non si è mai fermato davanti al Coronavirus. Succede a Managua, in Nicaragua e a riportarlo è il Corriere dello Sport. Lì lo sport non solo non si è mai fermato ma è stato portato a livelli inimmaginabili.
Qui non abbiamo paura del virus. Non esiste la quarantena, i 3 morti che ci sono stati (su 11 positivi, come riportano i dati del paese) venivano tutti da fuori, e nessuno del Paese è stato contaminato
Queste sono le parole di Rosendo Alvares, detto “El Bufalo”, il promoter di una delle tante riunioni di pugilato approvate in Nicaragua, al Polideportivo Alexis Arguello.
Il Nicaragua è una nazione povera. I pugili devono mangiare e non possono starsene a casa a far niente
La cruda realtà è venuta fuori dalle parole di El Bufalo riportate dal Corriere dello Sport: lo sport in Nicaragua non può fermarsi per ragioni economiche e per la stessa economia degli atleti. Quindi, se devono mangiare, come guadagnano i pugili in Nicaragua? Agli incontri non c’è nulla in palio, le persone entrano gratis alle arene ma i match vengono trasmessi sulla rete nazionale ed qui che c’è un possibile guadagno: introito televisivo. All’interno delle arene la capienza è decisamente minore, in rispetto delle norme sanitarie, viene misurata la temperatura e le hostess distribuiscono le mascherine e gel igienizzanti. Ma se c’è da fare tutto questo per gli spettatori, come si proteggono gli atleti?
Parrebbe che all’ingresso sul ring, ci siano dei “disinfettatori” pronti a spruzzare igienizzante agli atleti con una canna. Mascherine? Solo nella cerimonia del peso e negli spogliatoio, poi basta… perché tanto ai pugili “basta il disinfettante spruzzato”.
I pugili sono controllati in maniera rigorosa dal punto di vista medico, ma non ci sono stati test per il coronavirus. Nessuno di loro si è ammalato durante gli allenamenti
Così conclude El Bufalo, dimenticando l’esistenza del paziente asintomatico… Il rischio? Ovviamente quello di mettere in ginocchio un’intero Paese che a quanto pare ignora l’esistenza delle conseguenze dell’esposizione ad un virus che sta flagellando il mondo intero.
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