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Il caso-Dupont, differenze con il XV, favoriti: tutto ciò che devi sapere sul rugby a 7 verso Parigi 2024

Davide Bighiani

Pubblicato 27/02/2024 alle 19:50 GMT+1

RUGBY 7 - Il rugby a 7 è una disciplina che non si vede tutti i giorni sui nostri teleschermi anche perché l'Italia non brilla. Non per questo però deve passare inosservata, anzi ci sono nazioni che ci puntano molto, come sta facendo la Francia, con l'operazione che vede coinvolto l'ex capitano della Francia a XV, Antoine Dupont. Ne abbiamo parlato con il nostro esperto Antonio Raimondi.

Antoine Dupont, ottimo esordio nel Seven: rivedi le sue tre mete

Mancano 150 giorni alle Olimpiadi di Parigi 2024, ma non è mai troppo presto per cominciare ad interessarsi a uno degli sport più spettacolari che vedremo ai prossimi Giochi Olimpici: il rugby a 7 è una disciplina che si vede tutti i giorni sui nostri teleschermi anche perché purtroppo in Italia è un movimento che non ha ancora preso piede. Non per questo però deve passare inosservato, anzi ci sono nazioni che ci puntano molto, come sta facendo la Francia. Ne abbiamo parlato con il nostro esperto Antonio Raimondi: ecco cosa abbiamo capito dalla chiacchierata con lui.

Antoine Dupont, dal XV al Seven per continuare a brillare

Un'operazione davvero interessante, a 360° quella che ha intavolato la federazione rugbistica francese, addirittura su assist - si narra - del presidente della Repubblica: prendere un giocatore di riferimento nel rugby a 15, una vera e propria stella e - con il benestare del giocatore stesso e della sua squadra - traslarlo al rugby a 7. E' la storia recente di Antoine Dupont, uno dei giocatori della palla ovale più forti e riconoscibili del momento - capitano della nazionale francese e miglior giocatore al mondo nel 2021 - che ha deciso di prendersi un anno sabbatico dalla sua routine e di provare a inseguire il sogno olimpico, diventando simbolo in uno sport - il rugby a 7 appunto - che diventa uno degli obiettivi della Nazionale transalpini ai prossimi Giochi. Progetto ambizioso? Assolutamente sì, ma anche da osservare con attenzione, per modi, tempi e soprattutto per i primi risultati che sta producendo. Dupont infatti è appena sceso in campo nel primo weekend di gare reali nella sua nuova disciplina (anche se in realtà ha confessato di averla già praticata 10 anni fa, a inizio carriera) e anche con buonissimi dividendi: la tappa di Vancouver del circuito SVNS ha visto la Francia piazzarsi al terzo posto, anche grazie alle prestazioni di Dupont, in campo con una calzamaglia, conscio del fatto che sul sintetico ci si può agevolmente rovinare le ginocchia (vedi compagni e avversari). Dopo essere entrato dalla panchina nei primi due match, Antoine è diventato sempre più protagonista con il passare dei match, segnando un totale di tre match: la meta più importante è stata quella che ha dato la semifinale ai suoi, puoi battuti di misura dalla Nuova Zelanda e autori di un buon terzo posto superando gli USA nella finalina. Antoine Dupont nel rugby a 7 fa parlare eccome...

Differenze tra Rugby a 15 e Rugby a 7

L'operazione che sta facendo la Francia ha una motivazione molto forte di base: allargare la base a più persone possibili, cercare di rendere il rugby ancora più appetibile al grande pubblico. Un tentativo quanto mai lodevole, che arriva proprio in corrispondenza dell'appuntamento casalingo con i giochi. Dopotutto il rugby a 7, rispetto a quello a 15 è davvero più spettacolare: ha una durata più fruibile al pubblico più giovane - 7 minuti per tempo invece che 40 - e ha tempi in generale molto più veloci; servono molto meno giocatori per giocarvi, quindi è facilmente replicabile; è meno pericoloso per gli scontri fisici, visto che gli spazi sono più ampi e i giocatori meno raggruppati in campo, anche se la richiesta dal punto di vista fisico e psicologico è molto alta. Dopotutto si giocano molte più partite ravvicinate. Nel rugby a 7 i giocatori sono molto più veloci che grossi: per questo nel recente passato, la nazionale statunitense ha pescato a piene mani nell'atletica per trovare i ragazzi più veloci ma anche strutturati. Due differenze tecniche: dopo la meta calcia chi ha segnato, per favorire l'alternanza degli attacchi; e l'introduzione in mischia può avvenire da tutti e due i lati, lasciando più scelta a chi ha la palla.
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Sport propedeutico a migliorare... E al rugby a 15!

Qualche differenza c'è, ma rugby a 7 e rugby a 15 rimangono parenti molto prossimi: ci sono infatti tanti aspetti dello sport che rivedremo presto alle Olimpiadi parigine che sono assolutamente propedeutici a quello più noto, ora in voga al Sei Nazioni, oppure addirittura ad altri sport, skills che ogni buon giocatore di rugby Seven potrebbe sfruttare anche altrove. Proviamo a sviscerarne insieme alcune.
  • Velocità a ritmi sostenuti: ci sono circa 15 possessi a partita per ogni squadra, ogni volta che si ha palla in mano si deve marcare una meta.
  • Qualità nel gioco aereo: il fatto che si calci molto, sia dopo il calcio d'inizio che sulle ripartenze dopo le mete, fa sviluppare una grande capacità aerea
  • Capacità di interpretare le situazioni: la velocità del gioco vuol dire anche prendere delle decisioni in un attimo, visto che si gioca spesso l'uno contro uno.
  • Saper passare la palla più lunga: le distanze sono più ampie, di conseguenza anche i passaggi sono più lunghi da effettuare.
  • Focus su più avversari: si giocano solitamente due partite al giorno (sono più brevi), quindi bisogna pensare ad affrontare più avversari, con caratteristiche diverse.
Insomma, all'interno del rugby a 7, vi è un insieme di elementi che contribuiscono a dare le basi per una multidisciplinarietà che torna utile per il rugby a 15 in primis, ma anche per altri sport.

La situazione del rugby a 7 nel mondo

Figi è due volte campione olimpico in carica, ma al momento le gerarchie sono in divenire: Sudafrica, Argentina, Argentina, Argentina. Queste sono le vincitrici delle 4 tappe del torneo SVNS, ovvero quello che vede impegnate le top di gamma del mondo del rugby a 7, in preparazione all'appuntamento più importante, ovvero quello olimpico. L'Argentina ha fatto 3/4 finora, dimostrando miglioramenti frutto di grandi investimenti fatti in questo ambito, in una terra che a livello rugbistico storicamente legata alla difesa ad oltranza e al concetto di mischia come rifugio sicuro da cui ripartire. Segno che - se si vuole investire in questa disciplina - lo si può fare e con risultati a corroborare.
Stesso discorso vale per l'Irlanda, in grande crescita, e per la Francia, come dimostra l'investimento mediatico su Antoine Dupont. E gli All Blacks? Sempre tra i favoriti per tradizione, i neozelandesi sono un passettino indietro rispetto agli altri: ma loro - proprio come i sudafricani - sono avversari sempre temibili quando in palio c'è un trofeo importante, come dimostra l'ultima finale del XV. Ci sono ancora 150 giorni per confermare o ribaltare l'attuale situazione.

Le qualificate a Parigi 2024 (11/12)

  • Francia
  • Nuova Zelanda
  • Argentina
  • Fiji
  • Australia
  • Uruguay
  • Irlanda
  • Stati Uniti
  • Kenya
  • Samoa
  • Giappone
  • L'ultima qualificata si conoscerà il 24 giugno 2024
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Antoine Dupont: esordio vincente con la Francia nel rugby a 7, le prime immagini

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