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Autumn Nations Cup, il ct Smith: "L'Italia prima tiene, poi molla. Questa è la nostra malattia"

Luca Stamerra

Pubblicato 14/11/2020 alle 18:34 GMT+1

AUTUMN NATIONS CUP - Il ct Franco Smith ha visto dei miglioramenti nella sua Italia dal ko contro l'Irlanda (la prima partita post lockdown) ad oggi, ma è ancora troppo poco per cantare vittoria. Insomma, il treno non è ancora sui binari dopo l'ennesimo 0 contro la Scozia, senza essere riusciti nemmeno a conquistare il punto di bonus difensivo.

Franco Smith - Italia-England, Sei Nazioni - Six Nations 2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il bastone e la carota. Franco Smith non è né devastato né entusiasta del risultato. Contro la Scozia c'erano le premesse per poter fare bene (più che bene rispetto al ko all'ultima volta al Sei Nazioni), ma si è portati a casa 0 punti, senza neanche il punto di bonus difensivo. Un po' poco considerando il 28-17 che ha visto gli azzurri in partita fino al 60° minuto come ricordato dallo stesso ct. L'Italia ha palesato però lo stesso problema: quel crollo finale, dopo una prima fase di gara dove tutto resta ancora in bilico. Lo spartiacque tra una Nazionale che sa e può lottare fino all'ultimo e una che si scioglie come neve al sole, dicendo che comunque che si può andare a casa a testa alta. Smith lo dice e porta ai giocatori la cruda verità, nonostante qualche piccolo miglioramento visto dalla prima partita dopo il lockdown (il ko per 50-17 con l'Irlanda) ad oggi.
Non credo tanto al fatto che ci sia mancato qualcosa in particolare. Tutto si è complicato quando abbiamo iniziato a guardare il tabellino, pensando più a cosa volevamo dalla partita che non da noi stessi, ed abbiamo permesso loro di rientrare e risalire nella partita. Questa è la malattia endemica del rugby italiano, teniamo duro fino ad un certo punto e poi succede qualcosa che ci porta a mollare. Per quello che è realisticamente il livello attuale della squadra, la partita odierna è andata bene, con toni molto positivi per 60 minuti, ma sempre parametrandola al nostro livello. Male negli ultimi minuti, dove si è capito che abbiamo ancora tanto da imparare
Chi vince l'Autumn Nations Cup?

Piccoli miglioramenti ma...

Siamo stati assieme in campo per 240 minuti e, per l’età media del gruppo, questi ragazzi hanno già fatto passi in avanti. Per il futuro sono molto contento di questa prestazione. Siamo amareggiati, quasi distrutti per il punteggio finale, ma guardando a mente fredda il percorso fatto da Dublino ad oggi, credo si sia vista una progressione. Pian piano stiamo raggiungendo i nostri piccoli obiettivi fissati di volta in volta. In Italia, in senso generale, dobbiamo capire che se giochiamo al nostro massimo, contro le avversarie sopra di noi nel ranking, abbiamo la possibilità di entrare nei 20 minuti finali delle partite con il risultato in bilico. Ecco perché, come detto prima, serve imparare a lottare nelle fasi clou e soprattutto a gestirle meglio. Lì, non siamo mancati tatticamente o fisicamente, anche perché negli ultimi 10 minuti abbiamo tenuto la palla più di 5 fasi in varie occasioni. Magari sbagliando qualche scelta, ma non pagando mai dazio sul piano atletico, bensì nell’accuratezza dell’esecuzione, che è forse quello che ci è mancato oggi rispetto allo standard scozzese

Smith ha qualcosa da dire ai suoi

Assieme alla capacità di marcare punti una volta entrati in zona rossa. Loro sono sempre andati a segno quando sono arrivati nei nostri 22 metri, noi invece abbiamo fatto più fatica. E dobbiamo anche migliorare su un altro aspetto. Quando si sceglie di piazzare e portare a casa i 3 punti, non ci si deve accontentare, ma sul calcio di restart, bisogna tornare immediatamente nella metà campo avversaria e riprendere il discorso da dove lo si era lasciato, in attacco, poco prima

"Bisogna fare meglio con la Maul"

Sono d’accordo con chi dice si debba migliorare lì. Ne siamo consapevoli sin dal primo giorno in cui abbiamo preso in mano l’incarico. Fossimo più efficaci in questo fondamentale, sicuramente avremmo segnato di più. Stiamo anche adattando alcuni ragazzi in seconda linea, come Lazzaroni o Meyer, e stiamo trovando piano piano la quadratura del cerchio. Ci stiamo lavorando molto e devo complimentarmi con tutto lo staff perché in queste settimane ci stanno permettendo di fare il massimo a 360 gradi. De Carli sta lavorando bene sul drive, ma anche Troncon con la difesa, Goosen con i trequarti e Pilat con le skills, una delle chiavi per il miglioramento della nostra percentuale dalla piazzola
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Highlights: Irlanda-Italia 50-17, 2 mete per gli azzurri

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