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Da Polledri-Minozzi all'addio di O'Shea: le 3 verità che ci ha lasciato il Mondiale dell'Italia

Luca Stamerra

Aggiornato 15/10/2019 alle 16:31 GMT+2

98 punti fatti in 3 partite contro Namibia, Canada e Sudafrica, il massimo per l'Italia in un Mondiale nonostante la partita in meno, ma gli azzurri non sono riusciti a qualificarsi per i quarti di finale. Cosa rimane della spedizione in Giappone? Il bilancio del ct O'Shea è da considerarsi negativo, ma c'è comunque qualcosa di buono considerando i prospetti Ruzza, Polledri, Negri e Minozzi.

Sergio Parisse - Sudafrica-Italia - Rugby World Cup 2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il Mondiale per l'Italia si è concluso a causa del tifone Hagibis, che non ha permesso agli azzurri di affrontare la Nuova Zelanda nell'ultima gara della fase a gironi. La squadra di O'Shea chiude così la rassegna iridata con 2 vittorie, un pareggio (a tavolino) e una sconfitta. Un 3° posto alle spalle di Nuova Zelanda e Sudafrica: niente quarti di finale, ma con la qualificazione a Francia 2023. Ma come giudicare questo Mondiale? Andiamo a tracciare un piccolo bilancio del mese vissuto in Giappone...

1) L'era Conor O'Shea ha deluso: ci si aspettava di più

Con questo Mondiale si è chiusa l'era del ct O'Shea con il tecnico irlandese che ha già salutato, dichiarandosi onorato di aver guidato l'Italia dal 2016 ad oggi. Tecnicamente parlando, ha ancora un contratto fino al Sei Nazioni del prossimo anno, ma ha chiesto alla Federazione di concludere in maniera anticipata la sua collaborazione per motivi familiari. Il tutto, in realtà, non è ancora definito visto che l'Italia non ha ancora un ct: Rob Howley, il prescelto, è stato rispedito a casa dal Galles per un scandalo scommesse, Vern Cotter - contattato successivamente - ha comunque un contratto con Montpellier fino a giugno 2020.
Essere con questa squadra per me è già un bel risultato. Si vive come in una famiglia con tutte le gioie e le problematiche che ci possono essere. Questo è un gruppo che ha la mentalità per essere migliore e fa di tutto per onorare la maglia dell’Italia. Per i tifosi, per le loro famiglie, per loro stessi. È il motivo per cui sono orgoglioso di loro. I momenti duri capitano, nello sport come nella vita e si affrontano. Vinciamo e perdiamo sempre insieme, in ogni momento. [Conor O'Shea a Mondiale concluso]
A parte il problema di chi verrà, O'Shea saluta con le prime due vittorie in match ufficiali della sua Italia. Sono 6 in totale le affermazioni degli azzurri, ma le precedenti quattro erano tutte arrivate in test match. Quella del 2016 contro il Sudafrica a Firenze aveva fatto sognare i tifosi, ma si è rivelato un fuoco di paglia considerando i tanti match persi durante le ultime tre edizioni del Sei Nazioni. Se al Mondiale non si poteva fare di meglio visto la complessità del nostro girone, al Sei Nazioni si poteva/doveva fare molto di più... Dal Sei Nazioni 2017 ad oggi il contatore dice 15 sconfitte su 15 e un solo punto di bonus guadagnato. Sì perché dall'introduzione di punti di bonus offensivi/difensivi, l'Italia è comunque stata capace di raccogliere un solo punto in tre anni. Veramente poco rispetto alle aspettative.

I ct dell'Italia dal 1999 ad oggi

Ct% vittoriePeriodo
Pierre BERBIZIER40%2005-2007
John KIRWAN31,3%2002-2005
Conor O'SHEA23,08%2016-2019
Jacques BRUNEL22%2011-2016
Nick MALLETT21,4%2007-2011
Brad JOHNSTONE18,5%1999-2002
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Conor O'Shea - 2019 Rugby World Championship - Italia-Canada - Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Il saluto (o no?) di Parisse, Zanni, Ghiraldini. Un po' di amarezza, ma hanno dato tanto

Questo Mondiale dovrebbe aver concluso anche l'era di alcuni giocatori della Nazionale. Diciamo dovrebbe perché proprio nelle ultime ore Sergio Parisse ha dichiarato di voler continuare, almeno per una gara d'addio e che sia in una gara ufficiale (il capitano resta per il Sei Nazioni?). Quel che è certo, è che giocatori come Sergio Parisse, Alessandro Zanni e Leonardo Ghiraldini hanno fatto il loro tempo. Giusto dare spazio ad altri, riconoscendo comunque il grande valore che hanno dato questi 'senatori' per la nostra Nazionale. Basta fare un calcolo semplice: in tre hanno collezionato 363 presenze per l'Italia, numeri altissimi. Tanta esperienza sul campo, ma all'Italia serve cambiare pagina... Restano comunque i numeri: 142 caps per Sergio Parisse che diventa così il secondo di sempre in una Nazionale alle spalle del neozelandese Richie McCaw (148). Più 15 presenze in un Mondiale, primo di sempre nella storia della Nazionale. Chapeau!
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Sergio Parisse

Credit Foto Getty Images

Giocatori con più caps in Nazionale

GiocatorePresenzePeriodo
1. Richie McCAW (Nuova Zelanda)1482001-2015
2. Sergio PARISSE* (Italia)1422002-
3. Brian O'DRISCOLL (Irlanda**)1411999-2014
4. Alun Wyn JONES* (Galles**)1402006-
5. George GREGAN (Australia)1391994-2007
*giocatori ancora in attività con le proprie Nazionali
**inclusi i caps con la selezione British and Irish Lions
Ho letto ovunque che la mia carriera internazionale è finita, ma è sbagliato. Il mio finale con l’Italia è ancora da scrivere. Non sarà un tifone a chiudere la mia avventura con la Nazionale. [Sergio Parisse]

3) C'è linfa per il futuro: Polledri, Minozzi, Negri, Ruzza ecc

Qualcuno se ne va, ma qualcun altro dimostra di poter essere il presente e il futuro di questa Nazionale. Da Federico Ruzza a Jake Polledri, nominati Player of the match nelle vittorie contro Namibia e Canada. È da molto, inoltre, che spingiamo sul triangolo Polledri-Negri-Minozzi, volendolo vedere sempre nel XV titolare della Nazionale. Questi ragazzi li avevamo adocchiati all'opera, con discreti risultati, già al Sei Nazioni 2018 e avrebbero dovuto avere subito una chance nelle prime gare di questo Mondiale. Polledri e Minozzi hanno avuto comunque un buon impatto entrando dalla panchina contro la Namibia, per entrambi una meta, mentre contro il Canada l'estremo delle Wasps ha piazzato un'altra meta e il terzo linea del Gloucester ha ricevuto, come detto, il premio come migliore in campo.
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Matteo Minozzi - Italia-Canada - 2019 World Cup Rugby Japan - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Gli Under 25 azzurri

GiocatoreEtàRuolo/squadra
Simone FERRARI25 anni ('94)Pilone / Benetton Treviso
Marco RICCIONI21 anni ('97)Pilone / Benetton Treviso
Federico RUZZA25 anni ('94)Seconda linea / Benetton Treviso
Sebastian NEGRI25 anni ('94)Terza linea ala / Benetton Treviso
Jake POLLEDRI23 anni ('95)Terzo linea centro / Gloucester
Callum BRALEY25 anni ('94)Mediano di mischia / Gloucester
Mattia BELLINI25 anni ('94)Tre quarti ala / Zebre
Matteo MINOZZI23 anni ('96)Estremo / Wasps
Poi l'affidabilità di Negri, che nel match contro il Canada è stato perfetto in terza linea, tanto che è sembrato assurdo non vederlo titolare contro il Sudafrica. Abbiamo dei giocatori su cui puntare (ci sono anche Riccioni, Ferrari e Bellini tra i migliori) e investire, già dalle prossime partite della Nazionale. Ok la poca esperienza, ma l'Italia deve puntare su questi ragazzi nella speranza di fare quel tanto agognato salto di qualità.
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