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Italia, da Minozzi a Negri passando per Polledri: c'è speranza per un futuro più roseo

Luca Stamerra

Aggiornato 20/03/2018 alle 13:46 GMT+1

Dobbiamo presto archiviare il Sei Nazioni, anche a causa di un risultato pesantissimo, per lavorare in vista dei Mondiali di Giappone. Tra beffe e lacrime, la squadra di O'Shea ha qualche appiglio da cui ripartire: la volontà, la freschezza e, diciamolo, la qualità dei giovani visti in campo nelle ultime settimane. Minozzi, Negri e Polledri fanno sognare l'Italia del futuro.

Negri-Polledri-Minozzi

Credit Foto Eurosport

Pochi giri di parole, l'Italia ha deluso. Dopo lo 0 in pagella dello scorso anno, anche in questa stagione abbiamo rischiato di chiudere a 0 punti (doveroso ricordare che dalla scorsa annata anche nel Sei Nazioni è in vigore il punto di bonus difensivo). 5 sconfitte su 5, per non parlare di quel 0-17 degli ultimi tre anni che fa male. In più, oltre il danno la beffa: il ko finale contro la Scozia, nonostante l'aver dominato il match per 60 minuti abbondanti. Molto male, soprattutto considerando che il prossimo sarà l'anno del Mondiale... Tanti i punti di domanda, dalla reale condizione dei 'vecchi' come Ghiraldini e Parisse, all'incapacità totale degli azzurri di giocare nella ripresa, subendo imbarcate clamorose nonostante primi tempi discreti. Non possiamo, però, guardare solo il lato negativo e proviamo a guardare quanto di buono ci ha donato questo Sei Nazioni. Non si può certo gioire, ma possiamo sorridere per la prestazione delle giovani speranze. Da Minozzi a Negri, passando per Ferrari, Polledri e Bellini. C'è qualcosa di buono, da preservare e far crescere. Riusciremo a creare una generazione più forte di quelle precedenti?

Matteo MINOZZI

È la notizia più bella di questo Sei Nazioni. Se l’Italia arranca, c’è sempre un giocatore pronto a risollevarla e a portarla in meta. Questo è stato per noi Matteo Minozzi, che alla sua prima esperienza al Sei Nazioni ha stupito tutti, dai tifosi azzurri agli addetti ai lavori di tutta Europa. Non è un caso, infatti, che l’estremo padovano sia stato addirittura inserito nella lista dei papabili MVP di tutto il torneo. Dopo aver esordito nel test match di Novembre contro le Isole Fiji, si è conquistato un posto da titolare nel XV azzurro tanto da aver disputato tutti i 400 minuti della pattuglia azzurra (tra test match e gare del Sei Nazioni). Non solo, Minozzi è stato importantissimo anche per le mete realizzate: un totale di 20 punti (8° miglior marcatore del torneo) e 4 mete (2° nella classifica di specialità, alle spalle solo del recordman Stockdale). Minozzi è stato per l’Italia anche l’uomo che ha guadagnato più metri (268) e con più clean breaks (8). Insomma, quando si dava palla a Minozzi, erano problemi per le difese avversarie... Che fosse un giocatore interessante, lo si era visto nel PRO14 con la maglia delle Zebre, ma nessuno avrebbe immaginato un tale impatto nel Sei Nazioni: complimenti! Un invito alla Federazione, continuare ad investire sulle nostre franchigie e perché no, sperare di inserire qualche squadra in più in questo torneo.

Sebastian NEGRI

Sebastian è stata un’altra bella sorpresa di questo torneo per i colori azzurri. Il seconda linea del Benetton Treviso, adattato come flanker, è stato un carro armato dalla prima all’ultima partita. Partito sempre nel XV titolare di O’Shea in questo Sei Nazioni, si è subito calato nel ruolo di ‘accompagnatore’ di Parisse, sostenendolo anche nei periodi più bui di questo torneo. Certo, anche il classe ’94 ha commesso qualche sbavatura, ma gli si poteva chiedere poco di più, affrontando per la prima volta il rugby europeo dopo anni di formazione in Sudafrica. I margini di crescita sono pazzeschi e sicuramente ha aiutato l’esperienza accumulata in stagione in Champions Cup. Anche sul giocatore di orgini zimbabwese O’Shea ha ragione: con qualche ritocco in più e qualche anno di esperienza, può diventare veramente uno dei migliori nel suo ruolo.
Sono molto aggressivo e orgoglioso del mio placcaggio. Amo correre nello spazio, palla in mano. Per il resto non amo tanto parlare di me. Giocatore di riferimento? Mi piace molto Marco Bortolami, anche se il mio azzurro preferito rimane Sergio Parisse. [Sebastian Negri all'inizio della sua carriera]

Jake POLLEDRI

Lo abbiamo visto solo nel match finale contro la Scozia, ma ci siamo subiti pentiti di non averlo chiamato prima. Parliamo di Jake Polledri che dopo un importante Sei Nazioni Under 20 e un buon Mondiale Under 20, era stato chiamato dal ct O'Shea per il collegiale di preparazione di gennaio. Il flanker del Gloucester è stato poi convocato solo dalla 4a giornata per il match contro il Galles e ha debuttato nella gara dell'Olimpico contro la Scozia. In coppia con Negri ha dato una grossa mano a Parisse, ma soprattutto ha giocato una partita di grande spessore tra le maglie dei più esperti scozzesi. Il nativo di Bristol (il padre ha collezionato 462 presenze nel Bristol Rugby) ha dato subito l'impressione di essere di un'altra categoria: e qui si fa sentire il peso dell'esperienza, quella vera, in Premiership, con la maglia del Gloucester Rugby dove gioca dal 2017 (in precedenza aveva trascinato l'Hartpury RFC alla promozione). Primo tempo di qualità, per non parlare dell'avvio di ripresa dove è un portento. Emblematica l'azione della seconda meta di Tommaso Allan, con Polledri che gli serve l'ovale dopo esser riuscito ad evitare ben tre placcaggi. Con Negri abbiamo la coppia del futuro, e siamo contentissimi così.
Polledri è un'ira di Dio. [Vittorio Munari in Italia-Scozia]

L'Italia dei giovani pulsa: Allan, Violi e Mbandà pronti ad essere leader

Minozzi-Negri-Polledri, il trio delle meraviglie. Ma non sono solo questi tre a guadagnarsi la sufficienza, o qualcosa di più, nell'ultimo Sei Nazioni. Sono tanti i giovani che hanno fatto esperienza in questo torneo, con O'Shea che ha mirato soprattutto sulla crescita di alcuni giocatori, crescita sia tecnica che di esperienza. Hanno fatto parte del gruppo azzurro anche i '97 Riccioni e Licata e peccato per l'infortunio finale di Giammarioli ('95) che avrebbe dovuto giocare proprio nel match contro la Scozia. In campo abbiamo visto i '94 Ferrari, Pasquali, Ruzza e Bellini che non hanno sfigurato e che sognano di avere la grande occasione per rilanciare l'Italia. Poi ci sono i '93, giocatori di 25 anni: non possiamo più definirli giovani giovani, ma sicuramente non hanno l'esperienza necessaria per misurarsi contro i grandi del mondo. Eppure giocatori come Violi, Mbandà e Tommaso Allan hanno fatto benissimo. Violi è stato il giocatore azzurro con più passaggi mentre Allan ha chiuso alla posizione n° 4 della classifica marcatori con 41 punti tra mete, trasformazioni e calci (alle spalle di gente di spessore come Sexton, Halfpenny e Machenaud). Se abbiamo il trio Minozzi-Negri-Polledri, c'è anche quello Violi-Allan-Mbandà. I tre, dopo quanto fatto vedere in questo Sei Nazioni, sono già pronti a raccogliere il testimone dei 'vecchi' e far ripartire questa Nazionale. Allan sembra un capitano perfetto per il futuro, dopo le esperienze del passato dove viveva all'ombra del mediano d'apertura titolare. Ora, il giocatore del Benetton, ha definitivamente scalato le gerarchie e ha guidato in maniera egregia il gruppo. Dove riuscirà a portare l'Italia?
Che amarezza per questa gara contro la Scozia, ma l'Italia è cresciuta. Sono contento per le mete, ma volevamo vincere. Ora sotto perché in estate vogliamo farlo in Giappone. In attacco abbiamo fatto molto bene, abbiamo subito troppe mete ma ci sono molte cose positive che ci portiamo dietro da questo Sei Nazioni. [Tommaso Allan dopo Italia-Scozia]

La crescita è completa: ottime performance dall'Under 20

Se l'Italia ha chiuso all'ultimo posto del Sei Nazioni (evitando quanto meno il whitewash), c'è un'Italia, l'Under 20, che ha fatto bene nel Sei Nazioni di categoria, con due vittorie consecutive che hanno portato la squadra di Fabio Roselli al 4° posto. Si era visto qualcosa di buono in avvio di torneo, nonostante le sconfitte contro Inghilterra ed Irlanda, ma il ko di Gueugnon contro la Francia (78-12) aveva destabilizzato e demoralizzato un po' tutti. Gli schiaffi subiti in Francia sono però serviti a ripartire, con una storica vittoria in Galles (18-7) e il successo finale contro la Scozia a Bari per 45-31. Molti i volti interessanti visti in queste cinque partite: da Forcucci a De Masi, passando per Batista, Rizzi, Ruggeri, Fischetti e capitan Lamaro. In tanti si sono messi in mostra e vorrebbero avere più occasioni per fare esperienza. Cosa che non si riesce ad accumulare se giochi soltanto nel campionato italiano...
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