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Italia, missione compiuta: battute la Georgia e la pressione, ora si lavorerà meglio

Davide Bighiani

Aggiornato 11/11/2018 alle 11:01 GMT+1

Il successo per 28-17 sulla Georgia è una buona notizia per tutto il rugby italiano: permette di respirare e programmare con i tempi giusti. 4 mete, un dominio costante per quasi un'ora di gioco ma anche sofferenza e la giusta reazione alla difficoltà. E' questa l'Italrugby che ci piace.

Test Match Italia Georgia

Credit Foto Eurosport

Mission accomplished. A Firenze bisognava vincere e l'Italia lo ha fatto. Bisognava vincere per tante ragioni: per i tifosi, stufi di vedere un'Italia volenterosa e di cuore ma senza risultati, per rispedire al mittente le velleità di Sei Nazioni della Georgia, che voleva usurpare il posto proprio agli azzurri, per i ragazzi stessi, perché una bella vittoria scaccia via i brutti pensieri e ti aiuta a pensare positivo, questa volta sul serio e non solo a parole.

Una superiorità dimostrata sul campo

Così è stato: l'Italia ha vinto senza brillare, è vero, complice la pressione e qualche distrazione di troppo, ma ha vinto in maniera assolutamente meritata. I ragazzi di O'Shea sono scesi in campo un po' frastornati - per loro stessa ammissione - e la meta subìta dai Lelos in avvio è servita da sveglia. Dopo il mini-spavento iniziale infatti gli azzurri hanno fatto vedere di essere ancora di una categoria superiore rispetto ai loro avversari, dipinti come grossi, duri e cattivi, ma con evidenti carenze dal punto di vista tecnico e tattico.
E così i vari Polledri, Campagnaro, Budd e Steyn si sono potuti scatenare, "dominando" il match per almeno 50-55 minuti fino ad arrivare a un +21 che faceva pensare alla "partita in archivio". Una distrazione di troppo - giallo e meta tecnica - poteva farci vacillare e invece anche in situazione di difficoltà i ragazzi hanno stretto i denti e hanno trascinato in porto una vittoria che serviva come il pane. Georgiani battuti e superati nel ranking mondiale: il messaggio è chiaro, il posto al Sei Nazioni è nostro e ce lo teniamo stretto. Perché è giusto inseguirlo ma bisognerebbe anche dimostrare di meritarselo, battendo una Nazionale di Tier 1, cosa che l'Italia fece a suo tempo peraltro...
Contento per 50 minuti poi sono subentrate alcune difficoltà nell’ultima mezz’ora. Eravamo consci che se la nostra disciplina fosse stata giusta, avremmo avuto tanto possesso e tante opportunità. Sul 28-7 ho pensato ad un finale di gara diverso dove poter giocare con più libertà e segnare ancora. La gara ha avuto un finale diverso grazie alla meta tecnica che ha dato tanta energia alla Georgia cambiando l’inerzia della sfida. Sono contento per tutti i ragazzi; oggi sotto una pressione diversa, abbiamo vinto una gara importante per il nostro progetto di sviluppo. Vogliamo essere una squadra di altissimo livello; negli ultimi 12 mesi abbiamo vinto solo contro Fiji e Giappone. Oggi contro la Georgia -vicina a noi nel ranking- è stata una vittoria fondamentale per questo gruppo. Non vinceremo sempre ma vogliamo essere sempre più competitivi, con una profondità diversa rispetto al passato. Sappiamo che dobbiamo migliorare ancora tanti aspetti nel futuro per essere ad altissimo livello

O'Shea ora può davvero lavorare per migliorare

O'Shea è visibilmente soddisfatto a fine partita e anche questa è una bella novità: i suoi numeri con la nazionale azzurra finora non sono certo entusiasmanti - 6 vittorie in 26 partite (si esclude il no-cap test con Yamaha Jubilo) - e anche le voci sul suo futuro e su quello del suo entourage cominciavano a rincorrersi. La vittoria con la Georgia è soprattutto questo: una boccata d'aria per il ct, per i ragazzi e per tutto il movimento. Perché è vero che le basi si allargano, la rosa diventa più ampia e che il lavoro di franchigie e nazionale paga, ma giocare sempre contro chi è più forte di te e perdere in maniera sistematica ti può logorare. Una vittoria ogni tanto fa bene a tutti e facilita il lavoro che verrà, anche se le prossime avversarie si chiamano Australia e Nuova Zelanda. E poi via verso Sei Nazioni e Coppa del Mondo, con qualche certezza in più.
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