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Rugby, quel giorno a San Siro la palla era ovale e gli All Blacks sembravano umani

Davide Bighiani

Aggiornato 15/11/2020 alle 01:06 GMT+1

14 novembre 2009. Ricordiamo un Italia-Nuova Zelanda molto particolare. Una partita strana quella dello stadio Meazza di Milano, che quel giorno di novembre ospitò gli All Blacks, il massimo del massimo quando si parla di rugby. Anche se in quella occasione fu proprio la Nuova Zelanda a rischiare una clamorosa sconfitta.

Italy-New Zealand 2009

Credit Foto Getty Images

Riportiamo alla memoria una delle partite più epiche (e anche quelle dallo scarto minore) giocate dall'Italia contro la formazione dell'Emisfero Sud, quella del 14 novembre 2009. Allora a San Siro la palla era ovale... Rivedremo mai una partita così dai nostri?

Quel giorno a San Siro la palla era ovale

Sì, perché quel giorno, a differenza della solita "vacanza romana", la Nuova Zelanda fa la conoscenza della Scala del calcio: al Meazza ci sono 80mila persone pronte a vendere cara la pelle e a sostenere i colori azzurri. Si registra il tutto esaurito (per un incasso superiore ai 2,5 milioni di euro) e ci sono tutte le premesse per assistere a qualcosa di indimenticabile: a partire dall'inno azzurro, per l'occasione cantato dall'ex ala Denis Dallan. Poi il religioso silenzioso ad assistere a quel grande spettacolo chiamato "haka", e via con il calcio d'inizio agli ordini dell'arbitro australiano Dickinson.
Il tifo è più da stadio di calcio che di rugby, il che si addice alla cornice, e anche la partita è più una battaglia tattica e fisica, non bellissima da vedere ma certamente intensa. Da una parte c'è una Nuova Zelanda stanca dopo i tanti impegni internazionale, e non certo nella sua formazione tipo; dall'altra un'Italia gagliarda, guidata dal sudafricano Nick Mallett, che vuole ben figurare davanti ai più illustri avversari e a un pubblico - quello di San Siro - molto diverso dal solito. E' l'Italia di Parisse (quando ancora aveva qualche capello in testa) dei due fratelli Bergamasco (al top della forma), dei due Gonzalo (Canale e Garcia) e soprattutto di una mischia (trascinata da Castrogiovanni e Perugini) che ai tempi ci invidiava mezzo mondo.
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Italy-New Zealand 2009

Credit Foto Getty Images

Gower realizza i primi punti per l'Italia al calcio (sì, gli azzurri sono in vantaggio contro gli All Blacks), poi però McAlister mette a segno due calci (il terzo lo sbaglierà) per dare il vantaggio ai Tuttineri. L'Italia incassa ma non molla di un centimetro. Sparute le puntate offensive della cosiddetta Marea Nera, ma in una di questa arriva la meta - l'unica del match - firmata da Flynn. McAlister firma il 14-3 che chiude il primo tempo: poteva andare meglio, ma non sembra che alla viste ci possa essere un'imbarcata. Infatti sarà così: è evidente a tutti, infatti, che gli azzurri siano "più sul pezzo" e soprattutto che in mischia non hanno rivali.
Una meta sfiorata con Canale che viene fermato a un metro dalla linea avversaria e poi nel finale, ecco l'epica: è il 73' quando gli azzurri mettono sotto pressione gli All Blacks con la prima mischia. Da lì in poi, nei successivi 10 minuti, ci saranno ben 11 reset: l'arbitro australiano, in evidente stato confusionale, decide infatti di far ripartire ogni volta l'azione dalla mischia ordinata, anche quando risulta evidente a tutti che i neozelandesi commettono fallo in maniera sistematica. Arriva un cartellino giallo ma non la meta tecnica chiamata a gran voce dallo staff azzurro (Troncon è una furia), al quale fa eco il boato del Meazza, che si è accorto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Comunque in qualche modo si arriva al fischio finale: dopo qualche boooo di disapprovazione, ecco gli applausi.
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Italia-Nuova Zelanda 2009: un placcaggio di Zanni

Credit Foto Getty Images

Perché l'Italia ha perso (20-6 il finale) ma non ha abbassato la testa di fronte alla squadra più forte di tutte, guadagnandosi il rispetto dovuto. Certo, una meta sarebbe stata assolutamente meritata: un giusto premio per gli sforzi profusi e per il pubblico raccolto per l'occasione.
Quel 14 novembre 2009 rimane una data storica per il rugby italiano, polemiche a parte (naturalmente i neozelandesi imputavano a noi italiani di essere troppo fallosi in mischia). Quel giorno a San Siro la palla era ovale... Ed è stato bellissimo!

ITALIA - NUOVA ZELANDA 6-20

Italia: L McLean; K Robertson, G Canale, G Garcia, Mirco Bergamasco; C Gower, T Tebaldi (S Picone 61); S Perugini (I Rouyet 58), L Ghiraldini (F Ongaro 68), M Castrogiovanni (Perugini 63), C del Fava (J Sole 58), Q Geldenhuys, A Zanni (S Favaro 66), Mauro Bergamasco, S Parisse (capt). Yellow card: Garcia 43.
Calci piazzati: Gower 2
Nuova Zelanda: C Jane; B Smith, T Ellison, L McAlister, S Sivivatu; M Delany (S Donald 63), A Ellis (J Cowan 58); W Crockett (J Afoa 58), C Flynn, N Tialata, T Donnelly, A Boric, L Messam (Crockett 78), T Latimer, R So'oialo (capt).
Meta: Flynn al 48'
Calci piazzati: McAlister 5
Arbitro: S Dickinson (Australia)
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