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Olimpiadi Tokyo 2020, Scherma - Tre spadisti USA in pedana con mascherina rosa, protesta contro un compagno

Marco Arcari

Aggiornato 01/08/2021 alle 01:58 GMT+2

TOKYO 2020 - Singolare, ma dal grande impatto, gesto di tre dei quattro spadisti statunitensi. Jacob Hoyle, Curtis McDowald e Yeisser Ramirez si sono infatti presentati in pedana indossando una mascherina rosa, in segno di protesta per la presenza della riserva del loro stesso team, Alen Hadzic, sotto accusa negli States per molestie sessuali (per fatti risalenti a episodi di anni fa).

Jacob Hoyle e Curtis McDowald indossano mascherine rosa per protesta

Credit Foto Getty Images

L'abbiamo usata come dispositivo di protezione, in questi mesi funesti di pandemia e post-pandemia da COVID-19. Eppure, c'è chi usa la mascherina per lanciare chiari e perentori messaggi, non solo sociali. Questo è quanto è accaduto infatti negli ottavi di finale del torneo di spada a squadre maschile. Tre dei componenti di Team USA, i titolari, sono scesi in pedana col volto coperto da una mascherina rosa, mentre il quarto, la riserva, indossava una mascherina nera. La protesta, che in sé rappresenta anche un gesto di solidarietà alle presunte vittime, è stata portata avanti da Jacob Hoyle, Curtis McDowald e Yeisser Ramirez contro Alen Hadzic. Quest'ultimo, negli States, è sotto accusa per molestie sessuali per fatti risalenti al periodo 2013-2015, quando avrebbe palpeggiato, ma non solo, diverse donne nella sua esperienza da studente alla Columbia University.
Per questo motivo, il 2 giugno scorso Hadzic era stato escluso da Team USA, ma dopo aver vinto un ricorso in tribunale è stato reintegrato si è presentato regolarmente a Tokyo coi compagni. Il suo avvocato aveva peraltro dimostrato la fondatezza del ricorso, dichiarando che esso era stato vinto "perché non sussisteva una sentenza definitiva, ma soltanto un'indagine avviata e portata avanti sulla base di testimonianze ancora da verificare e dimostrare". I compagni di Hadzic, ma soprattutto le compagne, non ci avevano però messo molto a rivolgersi alla propria federazione nazionale e al CIO, sostenendo di sentirsi in pericolo e di ritenersi offesi per la sua presenza a Tokyo. Per ora le istituzioni sportive coinvolte non hanno ancora rilasciato commenti. Il gesto però ha destato indubbiamente clamore, con la netta presa di posizione dei tre titolari a favore delle compagne schermitrici e delle presunte vittime.
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