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Oltre il tumore, la rinascita di Elena Fanchini: “Mai fermata, voglio tornare in pista a novembre"

Marco Barzizza

Aggiornato 22/08/2018 alle 13:54 GMT+2

"Mi sono allenata fin dalla diagnosi, stavo peggio dopo la rottura dei legamenti", ha detto in un'intervista a Tuttosport. "Il matrimonio di mia sorella non mi ha fatto pensare alla malattia. La gioia più grande è stata tornare in Nazionale con le mie compagne. Ero talmente felice che ho fatto anche slalom. Spero di essere pronta per Lake Louise".

Elena Fanchini

Credit Foto Getty Images

Elena Fanchini, un tumore e tanta voglia di ricominciare. In una bella e lunga intervista rilasciata ad Andrea Schiavon per Tuttosport, la sciatrice ha parlato della malattia che l’ha colpita a inizio 2018, tempo della diagnosi e che l’ha portata all’operazione lo scorso 28 maggio. Ora però sta bene, scia senza problemi nonostante la chemio – che proseguirà fino a ottobre – e sogna di tornare sulle piste già a novembre.
Vorrei essere pronta per le prime gare di velocità a Lake Louise. Ovviamente dovrò vedere come riuscirò a esprimermi nei prossimi raduni.

La Nazionale e lo slalom

La Fanchini non si è mai fermata e proprio nei giorni scorsi ha partecipato al raduno con la nazionale. Rivedere le compagne, vivere la vita che ha sempre fatto, dice, è stata l’emozione più grande. “Non è stato tanto rimettere gli sci, perchè anche dopo la diagnosi non ho mai smesso, quanto più ritrovarmi con le mie compagne: ero così felice che, oltre a gigante e superG, ho fatto pure slalom. La cosa che più mi mancava però era, ovviamente, la velocità. Non vedo l’ora di farne di più al prossimo raduno”.
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Elena Fanchini

Credit Foto Getty Images

Un tumore senza rendersene conto

La forza di volontà di Elena è stata ed è talmente grande che anche agli occhi degli amici la sua ripresa è stata incredibile: “Alcuni amici mi hanno detto che ho avuto un tumore senza rendermene conto, per come ho continuato a vivere e comportarmi. Ho passato dei giorni brutti ma, ripensandoci, sono sempre stata bene. Facendo terapie all’Humanitas ho visto intorno a me persone che stavano veramente male. Io sono stata fortunata”. Parole queste che nell’intervista ripete più volte, come la gioia nell’aver partecipato alle nozze della sorella Sabrina. “Le sue nozze mi hanno regalato lacrime di gioia: io e Nadia eravamo le testimoni e, nelle settimane dopo l’operazione, seguire Sabrina nei preparativi – tra vestito, parrucchiere e truccatrice – è stata un’occasione per stare insieme senza pensare alla mia malattia”, ha aggiunto la Fanchini toccando anche il tasto psicologico. “Non ho avuto bisogno di un supprto particolare, mi basta la mia famiglia”.

Nessun limite

La terapia l’ha debilitata ovviamente – “dopo le sedute di chemioterapia ero stordita per due giorni” – ma fin da subito si è tenuta attiva il più possibile. “Ho iniziato con lunghe camminate nei boschi vicino casa e adesso sono passata a fare uscite con gli skiroll e circuiti di crossfit. Sono stata molto peggio quando mi sono rotta i legamenti perché in quel caso ero costretta a riposo assoluto”.
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