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Snooker, Ronnie O'Sullivan nella storia: vince il suo settimo titolo mondiale, battuto Trump 18-13

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Aggiornato 02/05/2022 alle 23:31 GMT+2

Bellissima prova di Ronnie O'Sullivan al Crucible di Sheffield per l'ultimo torneo del'anno, il più importante. The Rocket, alla sua ottava finale, vince il suo settimo titolo mondiale, superando Judd Trump per 18-13 in una gara altalenante. Prima giornata stellare per The Rocket, poi il calo nella sessione pomeridiana del lunedì; la sera, invece, torna a essere il solito Ronnie che non perdona.

O'Sullivan campione del mondo: il finale che gli vale il 7° titolo

Ronnie O'Sullivan scrive la storia. Il britannico, alla sua ottava finale mondiale, vince il settimo titolo, battendo Judd Trump per 18-13.
Ci sono molte ragioni per cui questo è uin risultato storico: in primis, perché Ronnie eguaglia il record di titoli mondiali di Hendry. inoltre, si tratta anche del più vecchio vincitore di un mondiale di snooker, benché a 45 anni ci siano ancora giocatori più anziani (e comunque vncent) nel circuito.
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Fluke pazzesco di Trump: è incredulo anche lui

I plurivincitori ai Mondiali

Ronnie O'Sullivan (Inghilterra)7
Stephen Hendry (Scozia)7
Steve Davis (Inghilterra)6
Ray Reardon (Galles) 6
John Higgins (Scozia) 4
Mark Selby (Inghilterra)4
Mark Williams (Galles)3
John Spencer (Inghilterra)3

La cronaca

La sfida, che si svolgeva tradizionalmete su due giornate, al meglio dei 35 frame e suddivisa in quattro sessioni, ha visto nella prima giornata un Ronnie O'Sullivan spumeggiante. Si era portato avanti 5-1 e ci era voluto tutto lo sforzo di Trump per riportarsi sotto: 5-4 e una parvenza di finale, complice anche un piccolo diverbio con l'arbitro Olivier Marteel. Da lì in poi però il dominio del sei volte campione del mondo era stato nettissimo: dal 5-4 al 10-4 è stato un attimo, Trump sembrava riuscire a riprendersi un attimo, firmando il 10-5 ma il pubblico del Crucible era poi andato in estasi nel vedere l'incedere di Ronnie, che chiudeva la prima parte di finale avanti sul 12-5.
Alla ripresa della seconda giornata, però, qualcosa era cambiato. Ronnie, infatti, è tornato in sala senza il piglio della giornata precendente e Trump ne ha approfittato, rimontando fino al 14-11 e chiudendo la sessione con la vittoria dell'ultimo frame.
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O'Sullivan si difende, Trump gli rende la pariglia

Sembrava dunque tutto riaperto, ma non è stato proprio così, perché la sessione serale ha restituito al pubblico un Trump tenace, ma anche un O'Sullivan affamato. Ronnie si porta infatti sul 15-11, che poi diventa 16-11 sfruttando un grave errore di Trump. Quest'ultimo però non si dà per vinto e costruisce un buon 28° frame; l'ultimo errore arriva in un momento in cui ha troppo vantaggio, benché non la matematica vittoria, Ronnie non vuole sprecare energie, così gli concede il frame e si va sul 16-12. Il 29° frame è tutto di marca O'Sullivan, che si concede anche di sbagliare a frame già conquistato. Siamo sul 17-12, è match point e si va alla pausa.
Si rientra con un Trump sereno e concentato e si concretizza una bellissima puntata d'orgoglio per Trump, che domina fino al 38-0, O'Sullivan non riesce ad approfittare dello stop dell'avversario e così Judd riparte implacabile, chiudendo 151-0 con centone annesso. E siamo 17-13.
L'ultimo frame è un'altra storia. Ronnie parte, si ferma sull'8-0, ma con una buona difesa; Trump non può contrattaccare e allora O'Sullivan riprende l'avanzata: ripulisce le rosse e quando punta al centone, non gli riesce l'imbucata di traversino sulla gialla, fermandosi "solo2 a 83, che comunque basta per vincere il frame, l'incontro e poter sollevare il trofeo.
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O'Sullivan sbaglia la nera, ma il frame de match point è suo

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