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Marco Melandri dice basta, ufficializzato il ritiro a fine stagione

Stefano Dolci

Aggiornato 09/07/2019 alle 18:31 GMT+2

Il pilota ravennate dopo oltre 20 anni di carriera fra classe 125, 250, MotoGP e Superbike a 36 anni ha deciso ufficialmente di fermarsi e ritirarsi al termine di questa stagione: "Tutte le favole hanno una fine... Ho capito di non avere più la grinta di ripartire come una volta. Fin da piccolo sognavo di diventare un pilota e la mia è stata una favola. Ostinarsi ad andare avanti non ha senso...".

2017, Marco Melandri, GP Misano, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Fin da piccolo sognavo di fare il pilota e la mia è stata una favola. Ma tutte le favole hanno una fine
Marco Melandri è stato uno dei piloti più longevi e talentuosi che il motociclismo italiano ha prodotto negli ultimi 25-30 anni. E’ stato perché, alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti dove nel weekend andrà in scena il 9° round del mondiale Superbike, il 36enne centauro ravennate ha deciso di annunciare ufficialmente la propria volontà di ritirarsi al termine della stagione.
Ho già corso molto più di quanto avrei potuto sognare. Sono in pista al massimo livello da oltre vent’anni, nelle ultime stagioni ho sofferto molto, sono dovuto ripartire ogni volta da zero. E questo alla fine mi ha consumato. Sono ripartito tante volte, superando momenti molti difficili. Non credo che l’anno prossimo avrei più la forza di ripartire da zero. Durante il cammino ho trovato tanta gente che mi ha voluto bene, come Alberto Vergani (il manager, ndr) con il quale il rapporto va ben aldilà dell’aspetto professionale. Quando ho capito di fare basta? Ogni tanto questo pensiero affiorava, per esempio in Thailandia ma si è manifestato con chiarezza nella gara del sabato a Misano (sul bagnato). Durante la gara mi sono fatto tante domande, non è normale durante la gara farsi domande. Lì per lì non ho capito, poi a Donington è stata una grande sofferenza. Ho capito che qualcosa si era rotto. Se devo fare le gare per andare all’80% non lo faccio. È un ambiente che mi ha deluso spesso, ma il tempo cura tutto.

"Non ho rimpianti, nel mio futuro potrei fare il collaudatore o correre in MotoE"

Per tantissimi anni ho fatto la stessa vita, ogni giorno, ogni mese. Mi sveglio, vado ad allenarmi e comincio a pensare alla gara. Questo comincia a pesarmi. Mi piace fare sport, ma voglio farlo per divertimento, da adesso in poi. C’è gente che lavora una vita per andare in pensione e godersela, io ci arrivo in anticipo per cui mi considero privilegiato. In futuro mi piacerebbe restare in moto, non escludo niente. Magari correre in un campionato di contorno, con meno stress. Forse in MotoE, che è qualcosa di diverso. Questo potrebbe piacermi. Oppure fare il collaudatore, aiutare una squadra a risolvere i problemi. I ricordi migliori? I momenti migliori della mia carriera sono la prima gara in griglia a Suzuka nel 1998, ero un bimbo, non mi rendevo conto. Poi il titolo vinto nel 2002 con grande battaglia finale con Fonsi Nieto, poi la prima vittoria in MotoGP in Turchia e anche quella derapata a Phillip Island che credo resterà un po’ il mio marchio. Rimpianti? Ho dato sempre il massimo, forse da giovane sono stato un po’ debole e ho fatto poche scelte con la mia testa, poi ho deciso che nessuno avrebbe più potuto decidere della mia felicità. I mesi più difficili nel 2012 quando ci giocavamo il titolo Superbike con la Bmw e in Germania eravamo in testa al mondiale quanto il presidente ha annunciato lo stop delle attività per l’anno successivo. Lì ho accusato, per la prima volta, il colpo mentalmente.

Campione del Mondo 250 nel 2002, è l'azzurro con più successi nel mondiale SBK

Il mondo dei motori saluta un pilota che ha probabilmente vinto meno rispetto ad altri colleghi o sfidanti più famosi o celebrati ma che ha comunque a suo modo segnato un’epoca nel mondo della velocità con la determinazione e la tenacia nel rialzarsi ogni volta che la sfortuna gli ha voltato le spalle, lasciandolo senza una moto o senza una squadra. Talento folgorante capace di laurearsi campione italiano ad appena 15 anni nel lontano 1997 (un record di precocità che ancora detiene), Melandri è stato vicecampione del mondo nella classe 125 nel 1999 e campione del mondo nella quarto di litro con l’Aprilia nel 2002, vincendo ben 9 gran premi e portando a casa ben 298 punti.
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Titoli mondiali 1 (2002 in 250)
Anni15
GP disputati 215
GP vinti22
Podi62
Pole Position 9
Approdato nel 2003 in MotoGP, in quei primi anni nella classe regina Melandri è stato un po’ eclissato dalla sfolgorante epopea d’oro di Valentino Rossi in Yamaha. Nel 2005 con la Honda RC213V del Team Gresini, Macio è stato proprio il rivale più agguerrito del Dottore sulla strada verso il titolo, chiudendo la stagione col titolo di vicecampione del mondo infarcito da due successi e ben 7 podi. Nel 2006, chiude per il terzo anno consecutivo come miglior pilota clienti della classe regina, vince ben 3 gare e chiude ad appena 24 punti dal campione del mondo Nicky Hayden. Nella stagione 2008 approda in Ducati per affiancare il campione del mondo in carica Casey Stoner ma non ripaga le forti aspettative e vive una delle annate più complicate della sua parentesi nel motomondiale. E’ l’inizio di un periodo veramente avaro di soddisfazioni e molto complicato per Melandri, fra team senza soldi (Kawasaki Hayate), infortuni e gare complicate.
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Anni8
GP disputati 175
GP vinti22
Podi75
Superpole4
Nel 2010, stanco di far “il pilota di complemento in classe regina”, Melandri sceglie di intraprendere la stessa strada presa anni prima da Max Biaggi: correre nel Mondiale Superbike. Alla prima stagione in Yamaha si laurea subito vicecampione del mondo chiudendo l’annata con ben 15 podi. Il matrimonio con la casa di Iwata sembra essere rigoglioso ma la casa giapponese in autunno annuncia la volontà di non prendere più parte al Mondiale delle derivate di serie nel 2012 e Melandri si trova appiedato. Il ravennate ripiega sulla BMW con la quale il primo anno ottiene un terzo posto nel mondiale mentre il secondo anno non riceve un trattamento da ufficiale in quanto la scuderia tedesca, preferisce affidare la gestione a una filiale italiana senza investire sullo sviluppo e sugli aggiornamenti. Nel 2014 finisce in Aprilia dove contribuisce alla vittoria del mondiale costruttori ma chiude al 4° posto in classifica generale chiudendo ad 83 punti di distanza dal compagno di squadra Sylvain Guintoli, che vince il suo primo e unico titolo mondiale in carriera. Nel 2015, spronato da Aprilia, sceglie di tornare in MotoGP con il team Gresini ma dopo 8 GP deludenti sceglie di sciogliere il contratto. Dopo un anno sabbatico, nel 2017 ritorna in SBK con Ducati dove ritrova la vittoria e nel 2018 diventa anche il pilota italiano a poter vantare il maggior numero di vittorie nel mondiale SBK (22). Nell’inverno del 2018 accetta la corte del team GRT Yamaha, con cui sta disputando la sua ultima annata nel mondiale SBK.
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