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Mondiale al via: Melandri la punta dell’Italia, la speranza è Savadori

DaOAsport

Pubblicato 22/02/2017 alle 16:19 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

2017, Marco Melandri, Aruba Ducati SBK,

Credit Foto Ducati Motor Holding S.p.A

Nel prossimo fine settimana scatterà la trentesima edizione del Mondiale Superbike, con il primo round che si disputerà sul tracciato australiano di Phillip Island, ormai tappa classica di apertura della stagione. Al via ci saranno 21 piloti e 7 diverse case impegnate, con rispettivamente 4 corridori e 3 marche a rappresentare l’Italia, paese che nella storia della categoria ha saputo scrivere pagine importanti sotto entrambi i versanti.
Guardando nello specifico ai piloti, il nome più altisonante per blasone e conquiste nel corso della sua carriera è senza dubbio Marco Melandri. Il quasi 35enne pilota ravennate torna a correre in Superbike, competizione che aveva lasciato a fine 2014 per provare una nuova avventura in MotoGp con Aprilia, durata circa metà stagione a causa di risultati ampiamente deludenti. Melandri correrà tra le fila del team ufficiale Ducati, con lo scomodo Chaz Davies come compagno di squadra, dove è chiamato a mostrare nuovamente il potenziale a più riprese espresso nella categoria, possibilmente cercando di fare quel salto di qualità che gli permetta concretamente di lottare fino alla fine per il titolo. La velocità nella categoria non gli ha mai fatto difetto (19 vittorie e 49 podi in quattro stagioni sono un eccellente biglietto da visita), mentre semmai a mancare è stata quel pizzico di cattiveria e determinazione nei momenti più complessi dal punto di vista tecnico. Contesto, questo, che storicamente Melandri ha sempre patito, mancando dell’adeguato mordente e compromettendo in tal modo porzioni significative di stagione. Se riuscirà a mutare questa tendenza, le carte in regola per lottare per vincere non sembrano mancargli, stante l’adattamento molto positivo mostrato fino ad ora con la Panigale.
Un altro profilo estremamente interessante per le posizioni abbondantemente entro la top 10, e magari a ridosso del podio, è Lorenzo Savadori. Il 23enne pilota di Cesena si appresta a disputare la sua seconda stagione completa in Superbike, sempre in sella ad una Aprilia, dopo un 2016 di convincente apprendistato, in cui ha mostrato una ottima regolarità, mancando giusto forse nell’appuntamento sul podio, risultato che avrebbe sublimato l’ottimo campionato disputato dall’italiano. Nei test pre-stagionali il feeling con la moto ed il nuovo team in cui è stato inserito (Milwaukee, struttura inglese a dispetto del nome) sono sembrati sin da subito ottimi, e tale riscontro fa presupporre che abbia tutte le credenziali utili per disputare una stagione in miglioramento rispetto alla scorsa appena archiviata, cercando di togliersi qualche soddisfazione con degli sporadici piazzamenti sul podio. Sembra tuttavia difficile chiedergli qualcosa in più: questo non tanto per mancanze sue, quanto piuttosto per il grado di impegno che Aprilia dimostrerà di avere nei confronti del progetto Superbike, da un biennio ormai messo in secondo piano in favore dell’avventura in MotoGp. Situazione, questa, che potrebbe farsi sentire (in negativo) con il prosieguo del campionato.
Altro cavallo di ritorno in Superbike è il 30enne biellese Ayrton Badovini, che dopo una stagione di assenza dalla categoria ha trovato un ingaggio presso il team Grillini, affidabile struttura satellite di Kawasaki. Badovini ha mostrato, nel corso della sua esperienza nel campionato, di essere un pilota consistente e capace di acuti notevoli, specialmente in condizioni di bagnato, laddove è stato capace di conquistare gli unici due podi ottenuti ad oggi in Superbike. Difficile chiedergli risultati di un certo prestigio, poiché se la base della moto può essere considerata discreta, il fatto che l’assistenza nei confronti della struttura italiana per cui correrà non sia delle migliori facilmente lo penalizzerà nel corso della stagione, dandogli la possibilità di ambire ad un piazzamento nei punti come risultato maggiormente alla sua portata. Come il più classico dei piloti “privati”, gli toccherà fare una vera e propria danza della pioggia, se vorrà giocarsi posizioni importanti.
Il più giovane portacolori al via della stagione 2017, da un punto di vista agonistico, è Riccardo Russo, 24enne di Maddaloni. Il pilota campano ha infatti alle spalle una esperienza fatta di soli 4 gran premi in Superbike, disputati nel 2014, e dovrà dunque prima di tutto ambire a raggiungere tale obiettivo: crescere e farsi le ossa in una categoria dura, dove chiunque è in pista con il coltello tra i denti e non disposto a fare sconti all’avversario di turno. Russo correrà tra le fila del team Guandalini, struttura italiana con alle spalle già una breve esperienza in Superbike, che disporrà di moto Yamaha, con un trattamento da vero e proprio privato. Non essendo nemmeno il team ufficiale della casa di Iwata ancora in grado di competere per le posizioni che contano, è facile pensare che a maggior ragione Russo e la sua squadra dovranno sudare le proverbiali sette camicie, per raggiungere un livello in grado di far ben figurare il pilota campano. L’obiettivo più concreto è dunque migliorare a stagione in corso, ambendo a raccogliere punti qua e la laddove se ne presenti l’occasione.
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