Olimpiadi Taekwondo Chi è Vito Dell'Aquila, prima medaglia vd'oro azzurra a Tokyo 2020
Aggiornato 24/07/2021 alle 16:29 GMT+2
Tokyo 2020 - Alla scoperta di Vito Dell'Aquila, prima medaglia d'oro azzurra a Tokyo 2020.
Dopo lo "zero” registrato a Rio 2016 il taekwondo torna a regalarci medaglie olimpiche e grandi gioie. Anzi, la gioia più grande. Non succedeva da Londra 2012, quando Carlo Molfetta da Mesagne (15 chilometri da Brindisi, si parla di Puglia ovviamente) si portò a casa uno splendido oro nel -80 kg. Ora è toccato a un suo concittadino, il classe 2000 Vito dell’Aquila, portare l'Italia sul tetto olimpico. Un caso? No, Mesagne è ormai assurta a feudo mondiale del Taekwondo.
Nel segno di Mesagne
Il collegamento è naturale e immediato, il “maestro” Molfetta ora riveste il ruolo di team manager della Nazionale e crede ciecamente nel duo azzurro Dell’Aquila-Simone Alessio (-80 kg). “Abbiamo due talenti davvero interessanti. Questo momento riscatta l’amarezza di Rio, quando non avevamo atleti in gara. Ora speriamo di raccogliere i frutti di tutto il lavoro fatto in questi anni", haa dichiarato alla Gazzetta dello Sport in tempi non sospetti. L’allievo Dell’Aquila ha, d’altro canto, solo parole al miele per Carlo Molfetta, unico oro olimpico della storia nella disciplina: "Un idolo, una persona fantastica che ci riempie di consigli". Mesagne caput mundi, almeno per quel che concerne il taekwondo.
L’exploit
Non si può certo parlare di exploit inatteso, visto che Vito si è presentato a Tokyo da numero due del ranking mondiale. Dopo che il coreano Jun Jang era stato eliminato dal torneo olimpico tutte le pressioni gravavano sulle spalle dell'azzurro, ma il ragazzo di Mesagne non si è assolutamente fatto schiacciare. All’ultimo Grand Prix di Mosca, peraltro Dell’Aquila si era tolto lo sfizio di battere proprio Jang per il suo personale statement.
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The Eagle
Il soprannome di Vito Dell’Aquila, ampiamente preventivabile, è The Eagle (o "cavaliere nero" per i compagni di Nazionale) ma a ben guardare il 20enne sta volando eccome sopra i cieli di Tokyo. Di natura guascona secondo chi lo conosce bene, sul quadrato si trasforma sfoderando la sua anima “rapace”. Vedere per credere il modo in cui ha massacrato (sportivamente) l’argentino Guzman nella semifinale del Makuhari Messe di Tokyo, a suon di kick al corpo e alla testa. Sempre all’attacco, senza lasciar respirare l’avversario. ll ragazzo ha le idee chiare - anche sui suoi personali obiettivi a lungo termine nella vita - e noi lo aspettiamo come futuro collega:
"I miei obiettivi? Vincere le olimpiadi, laurearmi e magari diventare giornalista per scrivere di Taekwondo, visto che in Italia, secondo me, se ne scrive troppo poco. Ma in generale vorrei essere un esempio per le nuove generazioni" (Federazione Italiana Taekwondo)
Aveva detto negli scorsi giorni: "L’Olimpiade mi renderà in ogni caso felice". Era stato profetico allora, è raggiante ora dopo aver rimodellato la storia del suo sport e dell'intero movimento azzurro.
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