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5 cose su Jannik Sinner, il golden-boy che può far re-innamorare l'Italia del tennis

Daniele Fantini

Pubblicato 07/08/2019 alle 18:31 GMT+2

Fresco vincitore del Challenger di Lexington, Jannik Sinner è balzato al 135° posto nella classifica ATP a soli 17 anni e 11 mesi. Quest'anno ha scalato più di 400 posizioni nel ranking, candidandosi come una delle migliori promesse del tennis azzurro degli ultimi anni. Proviamo a conoscerlo meglio assieme.

Jannik Sinner, 2019

Credit Foto Getty Images

Il trionfo al Challenger di Lexington ha proiettato Jannik Sinner a vette sportive e mediatiche mai raggiunte prima. Nato a San Candido il 16 agosto 2001 ma trasferitosi in Liguria a soli 13 anni per costruirsi una carriera con gli allenatori Andrea Volpini e Riccardo Piatti, Sinner è esploso in questa stagione acquisendo le stimmate del futuro del tennis azzurro. Sarà in grado di far re-innamorare l'Italia del tennis? Vediamo di conoscerlo meglio assieme.

I risultati: due Challenger e una scalata di 416 posizioni

Partito al numero 551 del ranking mondiale a inizio anno, Sinner è balzato al 135° posto dopo la vittoria a Lexington, scalando 416 posizioni in classifica e 59 nell'ultima settimana: a 17 anni e 11 mesi è il più giovane nella Top 200. Quest'anno ha disputato tre finali Challenger, vincendo a Bergamo e Lexington (USA) ma perdendo a Ostrava (Rep. Ceca). Meglio di lui hanno fatto soltanto Richard Gasquet (5 titoli Challenger da U17), Novak Djokovic, Juan Martin Del Potro e Felix Auger Aliassime (3), un terzetto che Sinner potrebbe raggiungere se dovesse vincere il suo prossimo Challenger ad Aptos, in California. A fine aprile, ha vinto il suo primo match nel tour ATP nel 250 di Budapest, a maggio ha battuto per la prima volta un Top 100 (Jiří Veselý) e agli Internazionali di Roma, superando Steve Johnson, ha festeggiato il primo successo in un Master 1000.
La scalata di Jannik Sinner negli ultimi due anni

I modelli: da Seppi a Djokovic fino all'idolo Roger Federer

I modelli di riferimento di Jannik sono Novak Djokovic, Andreas Seppi (che fu il primo a notarlo in Alto Adige e a consigliargli di trasferirsi in Liguria per costruirsi una carriera da professionista) e l'inarrivabile Roger Federer, un vero e proprio idolo. Jannik ha avuto l'opportunità di allenarsi per due volte con lo svizzero, dopo i Laureus Award del 2018 e in occasione degli Internazionali d'Italia dello scorso maggio.

Sci e calcio, gli altri sport oltre il tennis

Nato e cresciuto in Alto Adige, Jannik è stato naturalmente portato a provare lo sci alpino da piccolo, uno sport che però non lo ha mai realmente appassionato. "Non mi divertiva, quando guardavo fuori dal cancelletto e vedevo quelle pendenze avevo paura. Sulla neve sei dentro o fuori, mentre nel tennis puoi sempre crearti un'altra occasione". Il calcio, praticato da bambino nei mesi estivi, lo ha portato a un tiepido tifo per il Milan: segue distrattamente il campionato italiano e quello tedesco, ma preferisce guardare il tennis in tv.

Il primo acquisto: un'incordatrice

Con i primi guadagni da giocatore professionista, Sinner ha scelto di acquistare un'incordatrice da 700 euro. Incordarsi la racchetta da solo è un'attività cui è stato abituato sin da bambino, all'interno di uno schema educativo basato sull'autosufficienza. I suoi allenatori lo descrivono infatti come un ragazzo ordinato, ubbidiente, posato e dotato di una grandissima etica del lavoro, che lo porta ad ascoltare, confrontarsi e imparare per migliorare continuamente.
Gli italiani più giovani a vincere un match in un Masters 1000: Jannik Sinner è in testa alla classifica

Dicono di lui

Penso che possa diventare un ottimo tennista, dovremo aspettarci grandi cose da lui. Lo avevo già notato quando era molto giovane: ha fatto grandi miglioramenti, e anche dal lato umano mi sembra un bravo ragazzo. In termini tecnici, ha un gioco molto efficace dal fondo - Roger Federer
Quando vedi che si allena con intensità, che sta sempre lì, si capisce che è destinato ad arrivare. Bisogna solo dargli tempo. Jannik ha una grande adattabilità, è una spugna. Ha una grande capacità di apprendere e risolvere i problemi in campo. Per questo bisogna mettergli dentro tanti contenuti - Riccardo Piatti, suo allenatore
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