Carlos Alcaraz: "Essere n°1 al mondo? La realtà è diversa dalla classifica. Difficile fare tutti gli anni come questo"

TENNIS, ATP FINALS - In una lunga intervista a tratti emozionale per il quotidiano spagnolo El Pais, il fenomeno classe 2003 ha raccontato di come ci si sente a figurare in vetta al ranking ATP, con tutti gli effetti che ne conseguono dentro e fuori dal campo: "In questo momento ho tutto, spero di avere le stesse motivazioni e la stessa vitalità anche tra cinque anni".

Alcaraz: "Essere n° 1 a fine anno mi motiva: voglio diventare una leggenda"

Video credit: Eurosport

Comunque vada a finire questa edizione delle ATP Finals 2025 di Torino, tutti gli occhi sono su di lui, il "nuovo" numero uno al mondo di fine stagione (anche nel 2022 aveva terminato l'annata in vetta al ranking ATP). Carlos Alcaraz si è raccontato in una lunga intervista introspettiva per il quotidiano spagnolo El Pais: tra successi sportivi, obiettivi per il futuro e quello che non si vede fuori dal campo, i temi toccati sono i più svariati.
Su tutti, come si sente il fenomeno 22enne murciano a essere il tennista più forte del mondo a fine anno: "Alla fine, il numero uno è il numero uno e la classifica non mente; significa che sei stato il migliore durante tutto l'anno, ma la realtà è diversa. Anche se sei lì, puoi perdere contro chiunque o nei primi turni, perché è così che funziona. La classifica mostra una cosa, ma la realtà di questo sport è molto diversa; certo, ci si sente benissimo quando si è al vertice ed è incredibile vedermi lì, anche se sento di dover ancora migliorare in molte cose".

Più importante il talento o il sacrificio?

"Il talento aiuta, ma il lavoro conta molto di più. Ci sono stati molti più giocatori che alla fine ce l'hanno fatta perché hanno lavorato molto di più, rispetto ai giocatori che avevano talento ma poi non hanno fatto il lavoro necessario. Lavorare sodo è la cosa più importante, dare il meglio di sé ogni giorno. Credo che, nel mio caso, in tutti questi anni ci sia stato più lavoro che talento, anche se di quest'ultimo non è mancato".

Sulla vita fuori dal tennis

"Ogni volta che torno a casa è come se tornassi alla realtà. È allora che torno a essere me stesso, quello che va in un bar e prende un caffè con gli amici, o fa colazione o pranza con loro. Do molto valore a questo genere di cose, quindi ho questa doppia prospettiva. In questo momento ho tutto […] Ora ho l'opportunità di andare nei posti migliori del mondo e di essere riconosciuto, ma c'è anche quella parte di tornare a casa, quindi direi che sono lo stesso e altrettanto felice".
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Carlos Alcaraz lors du Masters 2025 à Turin

Credit Foto Getty Images

Su quanto è difficile rimanere sempre a livelli alti

"La parte difficile di tutto questo? Dover viaggiare settimana dopo settimana, avere pochi giorni per adattarsi al posto o di dover fare e disfare rapidamente le valigie per spostarsi. Alla fine non riesci mai ad abituarti a un posto e quando inizi a farlo, devi proprio andartene. Essere lontani dalla famiglia o dagli amici è difficile, e ovviamente c'è la monotonia: è sempre partita, allenamento, partita, allenamento, partita, allenamento... Alla fine tutto questo diventa un circolo vizioso che può stancarti molto".

Come si immagina Alcaraz tra 15 anni

"Cerchiamo di non pensare a quando avrò 37 anni, ma di andare avanti anno per anno. Spero di poter essere nello stesso posto tra cinque anni, e non mi riferisco al numero uno, ma di avere la stessa voglia, la stessa motivazione e la stessa vitalità quando si tratta di partecipare ai tornei; spero che succeda tra cinque anni e quando ci arriverò, penseremo ai cinque successivi. Bisogna procedere passo dopo passo e spero di poter resistere fisicamente e mentalmente per avere una carriera molto, molto lunga, anche se per questo devo iniziare a prendermi cura di me stesso fin da ora per continuare nel circuito il più a lungo possibile".

Sulla prossima stagione

"Se è possibile mantenere questo ritmo anche il prossimo anno? Ovviamente è difficile tutti gli anni avere una percentuale di vittorie superiore al 90%, aver vinto otto titoli, dieci finali... È complicato mantenerlo, ma siamo qui per migliorare e cercare di eguagliarlo, anche se fosse un po' inferiore non credo che succederebbe nulla. O al contrario, se fosse un po' superiore non credo che succederebbe nulla (ironizza, ndr). L'obiettivo è continuare con questa costanza e con questo ritmo, e lavoreremo per farlo".
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Alcaraz spegne i sogni di Musetti e chiude il 2025 da n°1. Rivivi il match in 75"

Video credit: SNTV


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