Straordinario Matteo Berrettini! Vince a 22 anni il primo titolo ATP, Bautista Agut ko
DaEurosport
Aggiornato 29/07/2018 alle 14:37 GMT+2
L'azzurro trionfa a Gstaad superando lo spagnolo, numero 17 del ranking mondiale, per 7-6(9) 6-4 e lo fa senza aver concesso nemmeno un break in tutto il torneo. Apoteosi.
Ho giocato il miglior tennis della mia vita in questa settimana, spero che possa essere solo il primo gradino di una lunga scalata. Dedico alla mia famiglia questo trofeo [Matteo Berrettini]
Pesa il trofeo di Gstaad, in tutti i sensi, e fa quasi fatica a sollevarlo. Matteo Berrettini completa una settimana perfetta e a 22 anni vince il primo titolo ATP in carriera senza aver mai concesso un break in tutto il torneo. Il ragazzo romano è il più giovane tennista italiano a vincere un ATP dal 1992, da quando Pescosolido a 21 anni e 8 mesi s'impose a Scottsdale.
La scalata nel 250 svizzero viene coronata da una finale di alto livello: Albot-Rublev-Lopez-Zopp e oggi Roberto Bautista Agut sono gli avversari costretti ad arrendersi di fronte a un ragazzo serio (anche nella dedica) che sta vivendo l’anno dell’esplosione.
Fanno impressione la mentalità e la sicurezza nella gestione dei momenti chiave mostrate anche nella prima finale ATP da parte di Berrettini che non aveva mai disputato nemmeno un quarto di finale a questi livelli. Lo spagnolo, vecchio volpone del circuito con un’esperienza imparagonabile sulla terra battuta e otto titoli in bacheca, dà il massimo, rimette in piedi un lungo e laborioso primo game e rimane agganciato fino al tie-break.
È qui il primo strappo del match e sul 5-5 il dritto di Matteo scappa in corridoio: il primo mini-break potrebbe diventare pesantissimo ma Bautista Agut vanifica il primo set-point con un doppio fallo. Berrettini si esalta in battaglia e, dopo il secondo set-point annullato allo spagnolo, mette la freccia alla sua terza palla set con un passante di dritto lungolinea (11-9). Basta una statistica a spiegare la lucidità mentale dell’azzurro: sui 13 ace totali del primo parziale ne mette a segno sei nel tie-break.
Un rovescio lungolinea da capogiro vale la palla del 2-0 ma Bautista è un combattente e annulla cinque palle-break tra il secondo e il sesto gioco. I game di battuta di Berrettini, invece, filano via lisci perché le sue percentuali al servizio sono eccezionali (85% di punti vinti con la prima e 74% con la seconda) e scavano il solco con 17 ace totali.
È una gioia per gli occhi vedere un italiano che serve così bene e al primo match-point Matteo Berrettini completa l’opera per 7-6(9) 6-4 in un’ora e 45 minuti da ricordare. Il giovane allenato da Vincenzo Santopadre non ha nemmeno finito le sue fatiche svizzere perché ad attenderlo c’è la finale di doppio – la sua prima, ça va sans dire – in coppia con Daniele Bracciali. Da lunedì intanto sarà a ridosso dei primi 50 del mondo (a inizio torneo era il numero 84). Avanti così Matteo e dopo Fognini a Bastad e Cecchinato a Umago, il tennis italiano cala in una settimana un tris da favola.
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