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Lo show di Roger Federer e una domanda legittima: chi può fermarlo a Wimbledon?

Simone Eterno

Pubblicato 26/06/2017 alle 08:39 GMT+2

Nei 53 minuti in cui lo svizzero ha annichilito Alexander Zverev nella finale di Halle c'è una delle migliori prestazioni della carriera del fenomeno di Basilea. Eppure, prima dell'ultimo atto, Roger non aveva convinto tutti. Cosa aspettarsi in ottica Wimbledon? Sarà di nuovo Federer show o il picco di domenica è da prendere come tale? Domande aperte, ma risposta che spetta soprattutto a...

Roger Federer

Credit Foto Getty Images

Che avesse davvero ragione lui, ancora una volta? La domanda sorge spontanea soprattutto nel day-after, con una bella dormita sopra che ancora non riesce a cancellare quei 53 minuti di celestiale interpretazione tennistica della finale di Halle.
Roger Federer, dopo aver vinto tutto nella prima parte di stagione, aveva deciso di salutare, ringraziare e ridare appuntamento a tutti dopo la terra; lasciando gli altri a scannarsi per un tozzo di pane, probabilmente consapevole che le briciole sarebbero state ciò che Rafa Nadal avrebbe lasciato per strada tra le polveri della sua fuoriserie lanciata a tutta sul rosso.
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Così di fatto è stato nella stagione della terra battuta; e così, puntuale e fresco, si è ripresentato Roger Federer, che alla viglia di Wimbledon è naturalmente riuscito ancora una volta a dare adito a ogni discussione. Prima la sua rapida apparizione a Stoccarda con una sconfitta – meritata – da un Tommy Haas in stato di grazia; e poi il camminato lungo la via di casa di Halle che non aveva convinto tutti. Almeno fino alla finale.
Una leggenda di questa professione come Gianni Clerici, ad esempio, prima dell’ultimo atto del Gerry Weber Open, esprimeva i suoi legittimi dubbi su un Federer incapace lungo il corso della settimana di convincerlo a pieno. E non era il solo. Poi però è arrivato il match di ieri con Alexander Zverev; e tutto come per magia sembra improvvisamente cambiato.
La realtà dei fatti ci ha raccontato piuttosto chiaramente come Federer sia stato in grado di prodursi in una delle sue più sensazionali prestazioni in campo di sempre; e non per il risultato in sé – il nono titolo di un torneo “minore” già vinto e stravinto in carriera – quanto piuttosto per il modo, il come questo successo sia arrivato.
Ieri si è assistito a uno show a tutto campo dello svizzero, con l’intero repertorio portato in scena sempre nel momento più opportuno, come se il tennis fosse teatro e il copione fosse frutto di mesi di prove e interpretazioni, di recite e aggiustamenti. Smorzate beffarde, volée impeccabili, lob volanti, servizi precisi, accelerazioni mostruose, passanti di dritto, vincenti di rovescio e così via dicendo, in uno show della racchetta dedicato a tutti i palati: dal maestro al neofita, dal veterano al ragazzino che si avvicina alla disciplina.
E’ dunque lecito pensare che sia questo il Federer che dovremo attenderci a Wimbledon – sulla carta a inizio anno il più plausibile degli obiettivi stagionali dello svizzero –, o quello della finale di Halle è stato più che altro un exploit fine a sé stesso?
Difficile rispondere a questa domanda poiché ad avere la certezza a tale quesito si conoscerebbe a quel punto anche il vincitore di una delle più incerte – e per questo affascinanti – edizioni di Wimbledon. Di certo si sa che da ieri ancor di più Roger Federer ne sarà sicuramente il più atteso protagonista, per una caccia all’ottavo titolo che più che di exploit come quello di Halle dovrà vivere di costanza, come del resto impone da sempre l’impietosa legge delle sue settimane di uno slam.
E quindi ancora lì si dovrà tornerà, ovvero alla capacità di Federer di prodursi ai suoi livelli; nella certezza alla fine - specie in questo particolare momento e su questa superficie (157 partite, nessuno di quelli in attività ha vinto più di Federer sull'erba) - di essere padrone del proprio destino. Nel mentre, agli altri, non resta che continuare ad allenarsi e sperare di potersi interfacciare con qualcosa di più umano rispetto all'alieno di Halle. Altrimenti toccherà riutilizzare le parole di Alexander Zverev, che con la lucidità di chi ci ha provato – senza trovare soluzioni – così si è espresso alla fine del one-man-show elvetico: “Congratulations, Roger. Your tennis is insane. We will never see something like this again”.
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