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Tra passato e futuro: Federer vs Kyrgios, il regno del tennis sospeso in un limbo

Simone Eterno

Pubblicato 17/03/2017 alle 10:18 GMT+1

Il 2017 si sta fin qui assestando come l'anno tennistico più ricco di novità. Federer ci sta confermando una verità fino a poco tempo fa solo sussurata, mentre la nuova generazione - rappresentata in questo momento da Kyrgios - scalpita. Il match di stanotte rappresenta una sfida tanto interessante quanto simbolica: siamo davvero entrati nell'era dei post-Fab?

Nick Kyrgios, Roger Federer

Credit Foto Twitter

Da una parte il tennista più caldo del momento, dall’altra l’uomo che si è ripreso il tennis. Potremmo già chiuderla qui, perché in una riga c’è già tutta l’essenza, e non serve farne uno spot in particolare.
Nick Kyrgios e Roger Federer si affrontano in un momento che migliore, per entrambi, non poteva essere. E le garanzie di spettacolo, visto i due personaggi in campo, ci sono tutte.
Quella dei quarti di finale di Indian Wells sarà qualcosa in più di una sfida con in palio un posto in semi. E’ un banco di prova, un termometro per fare il punto della situazione del momento che sta vivendo il tennis.
La domanda infatti passa di bocca in bocca, rimbalza di sito in sito, cattura curiosità, scatena pareri e sentenze: siamo entrati nell’era post-Fab?
A vedere i risultati potrebbe dirsi di sì. Dall’Australian Open a oggi abbiamo assisito in sostanza a 4 tornei di discreta importanza o dove per lo meno i dominatori del tennis – o dovremmo dire ex dominatori del tennis? – avevano deciso di presentarsi: Rotterdam, Rio, Dubai e Acapulco. Vincitori? Tsonga, Thiem, Murray (sopravvissiuto in qualche modo a Kohlschreiber) e Sam Querrey. Non esattamente la solita tiritera a cui eravamo abituati.
Il 2017 ci sta infatti dicendo che senza il supporto del loro fisico da fuoriserie, Djokovic e Nadal sono esseri umani più che mai vulerabili; così come vulerabile – e lui rispetto agli altri lo è sempre stato un po’ di più – è il numero 1 del mondo Andy Murray, che per la prima volta in carriera sta testando sulla propria pelle la difficoltà di difendere una posizione che per essere mantenuta, più che un tragurado, va interpretata come punto di partenza.
Qui dentro, a definitivo scanso di ogni equivoco, si è attestata la grandezza di Roger Federer, che in questi tre mesi e mezzo di nuova stagione tennistica sta dando cassa di risonanza a quanto si era sempre sussurrato: se il tennis non fosse una disciplina trasformatasi da esercizio di stile a gara di sopravvivenza alla ironman, ci sarebbero pochi dubbi su chi ne sarebbe costante vincitore. E guarda caso, appena scendono velocità e resistenze dei super-uomini, a vincere è tornato un signore che di anni ne farà a breve 36 ma di tennis ne può insegnare ancora a tutti.
E’ un Federer scintillante quello di Indian Wells, è un giocatore evidentemente pronto a riprendersi – contro ogni pronostico e previsione possibile soltano lo scorso dicembre – quanto fisico – suo e degli altri – gli avevano con onore levato.
Ciò con cui dovrà fare i conti però lo svizzero – ed evidentemente non solo qui a Indian Wells, ma nel corso della stagione e perché no prossimo futuro senza una data – è l’ascesa di questa benedetta nuova generazione. O presunta tale. Rappresentante più illustre in questo momento, anche se sarebbe meglio non dirlo troppo a voce altra, è proprio Nick Kyrgios.
Sì, il bad boy australiano, le cue dichiarazioni o atteggiamenti vengono spesso trattati come nemmeno gli imputati del processo di Norimberga, sta iniziando a dimostrare quanto i suoi estimatori avevano sempre saputo: è lui il cavallo su cui puntare. D’altra parte non poteva essere altrimenti per uno che al primo incrocio di sempre con Federer, Nadal e Djokovic ha saputo stendere tutti e tre. E non in ‘torneini’ da nulla. Il particolare col serbo, Kyrgios ha fatto vedere in due settimane tutto il suo valore, permettendosi di dare 4 set a zero – senza mai lasciare una sola volta il servizio – a colui che fino a un annetto fa tendeva a piallare ogni presenza gli si palessase davanti.
Una condizione di forma, quella di Kyrgios, che infortuni, sbandate, distrazioni e chi più ne ha più ne metta permettendo, pone l’australiano come nome da battere persino per Federer, come minaccia più che plausibile a un regno che temporaneamente privato dei più illustri rappresentati del Brutal Tennis ha da che contendersi tra la fenomanale vecchia presenza di sempre e una generazione fin qui di ‘rimandati a settembre’.
Sarà la volta buona dei giovani? O sarà ancora una volta il tempo del ‘più forte’? Kyrgios-Federer di stasera arriva per raccontarci anche questo. Buona poltrona a tutti, dunque. E fateci divertire.
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