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Federer: "Ritirarmi non sarà un dramma. Il mio capolavoro? Gli Australian Open 2017"

Eurosport
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Pubblicato 06/05/2019 alle 17:23 GMT+2

Il campione svizzero, alla vigilia della sua stagione sulla terra battuta dopo tre anni di assenza, racconta quali sono i suoi desideri e che cosa si aspetta per sé nel futuro.

Roger Federer vs Nadal - Australian Open 2017 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Roger Federer ha deciso di ritornare a giocare sulla terra battuta, dopo anni di distanza dai terreni più lenti. E’ un evento per i tornei che lo accolgono, con grande attesa ovviamente per il Roland Garros, che l’ha visto trionfare una sola volta in tanti anni di carriera e di tentativi. In una bella intervista al Corriere della Sera, lo svizzero racconta le sue aspettative per questa parte di stagione.
È una sfida con me stesso tornare a giocare sulla terra dopo tre anni: le scivolate, gli scambi da fondo, la palla più arrotata... Questo tipo di tennis mi mancava. Che funzioni ancora in partita è tutto da verificare!
Qualcuno aveva ipotizzato che questo suo rientro sui campi in rosso potesse essere preludio a un eventuale ritiro a fine stagione, ma in verità Roger ancora non sta ancora pensando a quel momento, che sarà...
Imperfetto. Chi l’ha detto che dovrò ritirarmi il giorno in cui vinco un altro Slam, ammesso che accada? Chi ha detto che dovrà essere un finale da favola? In realtà, potrebbe succedere in molti modi. In vacanza, e non torno più. A un torneo qualsiasi, annunciandolo a sorpresa. Purché sia alle mie condizioni, cioè non dettato da un infortunio, andrà bene. Se avessi inseguito la fiaba, avrei già smesso. Ma sull’argomento sono molto rilassato, le assicuro. Chiudere la carriera non sarà un dramma. Che cosa mi motiva? Da quando ho 6 anni giocare a tennis è la cosa che più mi piace fare al mondo. Ho una moglie fantastica, un team che mi supporta, vinco ancora qualche match dentro stadi pieni di tifo e passione. Non basta?
Federer viene spesso paragonato all’eleganza trasposta su un campo da tennis. Ma per un giocatore così che cos’è davvero l’eleganza?
Credo che nell’immaginario che mi accompagna abbia un ruolo chiave il rovescio a una mano. Elegante, per me, è cercare di essere educato in campo e nella vita, con l’avversario e con i miei figli. Elegante è incarnare il tennis nel modo giusto ed essere considerato il ponte tra la vecchia e la nuova generazione di tennisti. A Parigi, quest’anno, compirò vent’anni di Roland Garros. Nel 1999 c’ero già. Biondo, che orrore, ma c’ero.
Sorvolando dunque sul look “rivedibile” di vent’anni fa, Federer è riuscito a conquistarsi l’affetto del mondo tennistico intero e, ovunque vada, per lui ci sono solo standing ovation. Ma da che cosa dipende?
Mi piace paragonarmi a un musicista in tournée. Vado dove il pubblico mi vuole. E, a differenza dei calciatori, ricevo solo applausi: è difficile sentire fischiare un tennista. Per non parlare dei buuu razzisti, che da noi non esistono. C’è un’etichetta che sopravvive, per fortuna. Sono fortunato: a queste condizioni è più facile creare empatia con la gente. E quando sono arrabbiato o demoralizzato ho la mia faccia da poker, rodata negli anni, da indossare in campo.
La poker face” cantata anche da Lady Gaga è comunque sintomo di un voler nascondere qualcosa. Ma quando sei Roger Federer, uno degli sportivi più famosi al mondo, nascondersi è quasi impossibile. Se non fosse un tennista, l’elvetico chi vorrebbe essere?
Me lo chiedo, ogni tanto. Com’è la vera normalità di un impiegato? Sono diventato molto bravo a uscire dalle porte girevoli del mestiere di campione di tennis per entrare nella vita di marito e padre, a casa, lontano dalla pazza folla. Quella è la mia esistenza normale, ma poi finisce. E ricominciano Roland Garros, Wimbledon, la vita da globetrotter. Com’è farsi un drink senza essere riconosciuti? Questo tipo di quotidianità mi manca. Quando sono andato in Zambia per la mia Fondazione, i bambini non sapevano chi fossi: per loro ero semplicemente un filantropo in incognito. E’ stato meraviglioso.
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Rafa Nadal y Roger Federer, Australian Open 2017

Credit Foto Getty Images

Della quotidianità delle persone normali fa parte anche il dover cucinare con la famiglia: gli spot con lo chef Davide Oldani sono serviti per migliorare ai fornelli?
Lì recitavo: tutto il lavoro lo faceva lui! Gli ultimi spaghetti che ho cucinato per la mia famiglia erano decisamente scotti... Ecco un buon proposito per il futuro: migliorare come cuoco
Quindi, meglio dedicarsi al tennis... Qual è stato il capolavoro di Roger Federer?
Uh, che domanda difficile. Se devo proprio scegliere, direi la finale dell’Australian Open 2017. Perché ha tutti gli ingredienti di un evento irripetibile: io che torno dopo un lungo infortunio senza sapere cosa aspettarmi, una densità di colpi vincenti nel quinto set di cui mi stupisco ancora oggi, Nadal dall’altra parte della rete. È surreale pensare di aver vinto quel torneo. Più che un gran tennista, però, ammetto che mi piacerebbe essere ricordato come un bravo tipo, uno che nel suo sport ha dato tutto, a prescindere dai tornei che ha vinto
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