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Murray crolla sul più bello, è sempre Djokovic il campione

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DaEurosport

Aggiornato 05/04/2015 alle 23:08 GMT+2

Back-to-back del serbo che come nel 2014 conferma anche nel 2015 i titoli di Indian Wells e Miami. Murray lotta ma esattamente come in Australia crolla ancora - fisicamente e mentalmente - sul più bello: 7-6, 4-6, 6-0 il punteggio finale che incorona Djokovic campione. Per il serbo è il quinto successo a Miami

Novak Djokovic décroche son 5e titre à Miami.

Credit Foto AFP

E’ finita esattamente come l’ultima volta che si sono incontrati in una finale: ovvero con Murray che recrimina per le chance non sfruttate a inizio partita e Djokovic che, sul più bello, approfitta di un avversario incapace di reggere il confronto mentale e fisico.
Il bagel del terzo set – o l’ovetto se preferite, visto la ricorrenza – inizia a essere un dato piuttosto preoccupante per Murray che, contro Djokovic, non riesce proprio più a vincere. Sarà il 7-0 nelle ultime sette, sarà che la striscia si allunga a 10 se consideriamo gli ultimi precedenti giocati su questa superfice, ma il serbo per lo scozzese è diventato un problema mentale prima ancora che tecnico. Gli ultimi 3 precedenti, da questo punto di vista, ne sono la prova cristallina: il 6-0 del quarto set della finale di Melborune, la semifinale a senso unico di due settimane fa a Indian Wells e il 6-0 di oggi nel set decisivo.
Partire da qui è doveroso per sottolineare il dato di fatto che si nasconde dietro la dittatura dell’attuale numero 1 della classifica ATP: Djokovic, prima ancora di essere un tennista coi fiocchi, è un agonista fuori categoria. Starà probabilmente lì il segreto del suo successo. Una forza mentale che gli ha permesso di vincere le ultime 10 finali a livello Masters 1000 della sua carriera – da Shanghai 2012 a Miami 2015 -, superando la striscia di 9 di due mostri sacri come Federer e Nadal ad esempio; una caratteristica che Andy Murray non può vantare e che anche per questa ragione continua a condannare lo scozzese.
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2015 Miami Djokovic

Credit Foto Eurosport

Giusto sottolineare come questa volta Murray fosse però partito in maniere completamente differente: aggressivo, pronto a buttarsi a rete, decisamente vicino alla linea di fondo. Un atteggiamento spavaldo che aveva anche portato i suoi frutti, ma che sul più bello è scomparso costando a Murray un ko già nascosto probabilmente dietro l'esito del primo set. Lo scozzese è andato avanti per ben due volte di un break, ma in entrambe le occasioni è stato subito ripreso; e dal 4-4 del primo set del Murray spinta e coraggio non se ne sono praticamente più viste le tracce.
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Novak Djokovic

Credit Foto AFP

Anche nel secondo set infatti – vinto da Murray per 6-4 con un clamoroso break a zero nel decimo e decisivo gioco – è stato più che altro il calo di Djokovic a farla da protagonista. Il serbo ha vissuto un evidente passaggio a vuoto sul finale di set dettato probabilmente anche dalla scarsa abitudine alle temperature del pomeriggio (durante la settimana Murray aveva giocato quasi sempre in diurna mente Djokovic in serale). Murray ha avuto certamente il merito di rimanere incollato al gioco del serbo e di allungare la partita, ma quando i discorsi hanno iniziato a farsi seri è stato ancora una volta il crollo mentale dello scozzese – prima che fisico – a farla da padrone.
Altro che inerzia dalla propria parte. Dal primo game del terzo e decisivo set Djokovic è entrato in quel territorio di cui è dittatore assoluto. Qualche fischio per la reazione nervosa dopo il set perso, un pubblico decisamente pro-Murray, un avversario che sembra avere il momentum dalla sua parte… Tutte situazioni che esaltano le doti agonistiche del ragazzo di Belgrado e che lo portano a sfoderare il livello extra di tennis. Livello che Murray dimostra di non poter sostenere già nel primo game, quando dopo due sciagurati smash consecutivi non chiusi a rete subisce immediatamente il break. Bye bye titolo. La partita finisce lì. Due, tre, quattro, cinque e sei giochi consecutivi a firma Novak Djokovic. Il back-to-back è completato.
Sì perché dopo il 2014 Djokovic si conferma re della prima parte di stagione anche nel 2015. Il parziale dice 20-2, e se escludiamo la sconfitta nel “torneo preparazione” di Doha con Karlovic, solo Federer è riuscito a fermare il serbo in un appuntamento davvero importante: la finale di Dubai. Un segnale evidente su quale sia il giocatore da battere in questa stagione. Terra rossa compresa. Pronti a scommettere?
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