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Djokovic batte anche Nishikori, il record è servito: 28° titolo Masters 1000!

Simone Eterno

Aggiornato 04/04/2016 alle 03:27 GMT+2

Grazie al successo per 6-3, 6-3 nella finale di Miami il serbo diventa primatista solitario di questa speciale classifica: staccato anche Nadal. Il 2016 del tennis maschile si conferma così un affare a senso unico: 28-1 il ruolino di Nole; uno slam e due titoli Masters su due. Ma il vero obiettivo stagionale di Djokovic arriva ora: la terra...

Novak Djokovic lors de sa finale contre Kei Nishikori à Miami, dimanche 3 avril 2016

Credit Foto AFP

Il dibattito prosegue da settimane, ma la risposta è molto semplice. Chi può battere Djokovic? Nessuno. E’ tutta qui la storia del 2016 nel tennis maschile, che in fondo è poi molto simile anche a quella del 2015. Vince sempre Novak Djokovic e non c’è tennista in questo momento – tra infortuni, psicosi, declini, orizzonti e chi più ne ha più ne metta – che sembra in grado di poter fare gara alla pari – soprattutto quando conta – con il serbo.
Il bilancio parla chiaro del resto: uno slam, due Masters 1000 su due, 28-1. Tutto il resto sono chiacchiere, parole al vento. Dibatti su come Raonic in giornata forse potrebbe far male; di come Nishikori con il rovescio lungolinea potrebbe aprire il campo e mettere in difficoltà il serbo eccetera eccetera. Un bla bla bla che puntuale finisce nelle fessure di un muro di gomma a cui nessuno riesce a trovare – in questo momento – il varco.
E’ stato così anche oggi in quella finale di Miami che ha consegnato a Nole non solo il suo sesto titolo qui in carriera, ma anche – e soprattutto – l’inevitabile record che era lì dietro l’angolo: 28 titoli Masters 1000. Nessuno come lui.
Pur non giocando la più indimenticabile delle partite, Djokovic non ha comunque avuto problemi a regolare un Nishikori la cui illusione è durata lo spazio di un game: il primo.
Il break in apertura del giapponese, arrivato tenendo i piedi fermi sulla linea di fondo, reggendo lo scambio prolungato e senza perdere mezzo centimetro di campo, è stato in realtà evento più che mai illusorio. Nishikori infatti non ha nemmeno trovato l’allungo; e nonostante un primo set tutto sommato scorbutico e in cui Djokovic ha concesso qualcosa in più del normale, il serbo ha chiuso senza troppi patemi per 6-3.
Un set di vantaggio che ha messo Nole in una posizione di assoluta tranquillità, diventata per altro ‘botte di ferro’ nel giro di un game. Il break perso in apertura anche a causa delle le sciagure di Nishikori – un doppio fallo e uno smash non chiuso a rete – ha pronti-via messo Djokovic 2-0 sopra anche nel secondo. E da lì in poi buon pomeriggio a tutti. Il pilota automatico ha condotto il serbo a un tranquillo 6-3, 6-3 finale in meno di un’oretta e mezza che è poi l’espressione più veritiera di quanto abbiamo visto e stiamo vedendo: ovvero un tennista a un livello superiore a cuinon si riesce a trovare un degno avversario.
Un "problema" che, come anticipato, in questo 2016 non pare si riesca a risolvere. E così Djokovic si augura che l’assenza si prolunghi almeno fino al 6 giugno, giorno successivo alla finale del Roland Garros, vero obiettivo stagionale. Alle polveri del rosso il compito di dare un senso al tennis maschile. In bocca al lupo.
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