Come Federer è riuscito a imbrigliare la bestia nera Nadal: a scuola da Mouratoglou

DaPaolo Pegoraro

Aggiornato 04/04/2017 alle 19:03 GMT+2

Dopo anni di sofferenza, Federer ha invertito la rotta e conquistato finalmente il vantaggio piscologico su Nadal. Patrick Mouratoglou ci spiega come Federer abbia sconfitto il suo principale "demone".

Roger Federer e Rafael Nadal in finale a Miami

Credit Foto Imago

Ventitré vittorie (23!) a dieci: segnatavi questi numeri. Così recitava il bilancio dei precedenti tra Rafa Nadal e Roger Federer prima dello Swiss Indoors di Basilea del novembre 2015. Numeri eloquenti, sintomatici di una supremazia psicologica ancor prima che tattica: tanto da far scomodare a più riprese il caro vecchio Sigmundo Freud al decano dei giornalisti sportivi italiani Gianni Clerici. Da lì in poi il panorama si è totalmente rovesciato: parziale di 4-0 appannaggio di Roger Federer (circostanza mai verificatasi prima) con clamoroso Triplete nel 2017 dopo quel successo in finale nel torneo di casa di fine 2015. Entrambi sono tornati in auge dopo lungodegenze tribolate, ma il fenomeno di Basilea sembra essersi preso beffe del tempo ancor più di quanto abbia fatto il tennista maiorchino. Ora è Nadal a soffrire oltremodo il gioco e lo spolvero atletico dell'avversario: il nostro consulente Patrick Mouratoglou ci spiega con dovizia di particolari le ragioni di questa inversione di tendenza e il motivo per cui il (nuovo) piano tattico di Rafa è andato a farsi benedire al cospetto di un Federer in versione Blade Runner.

Aspetti tecnici

Contro Nadal Roger ha giocato con molto effetto. Dal debutto in stagione lo svizzero ha giocato rovesci più tesi, a filo di rete e palle più veloci. Nessuno si aspettava questa capacità da parte di Federer di giocare così d’anticipo e sfoderare rovesci così poderosi alla veneranda età di 35 anni. Federer non ha assolutamente patito il gioco aggressivo di Nadal, anzi, a conti fatti gli ha lasciato meno tempo per liberare i suoi colpi arrotati accorciando spesso e volentieri lo scambio.

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Aspetti tattici

Sorprendentemente Nadal ha cambiato la sua tattica, da Melbourne in poi. Ha cambiato anche la direzione dei suoi servizi. In precedenza serviva in slice obbligando Federer a cominciare lo scambio con il chop di rovescio, mettendolo in evidente difficoltà. Dall’Open di Australia ha iniziato a consegnare palline più veloci proprio sul dritto di Federer. Non è mai una buona idea far cominciare lo scambio a Federer con il suo dritto...

Aspetti fisici

"Nadal ha giocato meno bene rispetto ai suoi migliori livelli perché si muove di meno, è meno rapido rispetto al passato. La sua forza erano gli spostamenti, aspetto in cui è venuto un po’ a mancare. Qualunque sia la superficie, Rafa sarà nei guai se non riuscirà a ritrovare le sue gambe. Persino se la palla viaggerà un po’ più lenta, come sulla terra battuta. Attenzione però a parlare di declino. Rafa perde solo contro Roger in questa stagione."

Aspetti mentali

Tattica che vince non si cambia, si dice tra allenatori. Se avesse perso una o due partite con il suo stile di gioco che utilizzava prima del 2017 avrei compreso questo cambio. Ma se fossi il coach di Nadal riprenderei subito in mano quella tattica che tante gioie gli aveva regalato in passato.

Conclusioni

Nadal deve ricostruire la sua fiducia nei confronti di Roger. E per farcela deve tornare a vincere tornei. Non c’è ragione per pensare che Nadal non possa invertire la rotta. Rafa rimane sempre Rafa. Al Roland Garros, il suo feudo prediletto, potrà conservare il suo vantaggio nei confronti di Federer e per allora avrà vinto dei tornei sulla terra. Ma questo non è sufficiente, se non correggerà i difetti di questa stagione. Questo vale sia per le sfide contro Federer, per quelle contro Djokovic e per quelle contro Murray.