Federer umilia Isner e vince il torneo di Miami: 6-1, 6-4, titolo n°101

Simone Eterno

Aggiornato 31/03/2019 alle 22:27 GMT+2

Lo svizzero stradomina la finale contro un avversario mai praticamente in partita: 6-1, 6-4 il punteggio che regala a Federer il titolo n°101 della carriera e cancella la delusione di due settimane fa a Indian Wells contro Dominic Thiem. Isner anche sfortunato, con un piccolo guaio al piede sinistro che l'ha messo fuorigioco da metà secondo set, quando finalmente era sembrato entrare nel match.

Roger Federer festeggia il titolo al Masters 1000 di Miami 2019

Credit Foto Getty Images

“Dovrò fare come un portiere, provare a parare tutto”. L’aveva presentata così, Roger Federer, alla vigilia. Scherzando e col sorriso sulle labbra, per provare a superare un John Isner che lungo tutto il corso del torneo aveva fatto il fenomeno al servizio, vincendo 9 tie-break su 9. Portiere, alla fine, Federer è stato. E non solo. La minaccia Isner è durata per lo svizzero un nulla: il tempo di un game, il primo. Fin da subito infatti è apparso chiaro come oggi non potesse esserci partita. Non di fronte a un Federer così ispirato e non per un Isner incapace a lungo di trovare una soluzione ai colpi del proprio avversario.
E così è terminata quasi come un banale primo turno: 6-1, 6-4 in un’ora e 3 minuti. Un ‘no-contest’, come direbbero a Miami. Un match a senso unico, mai iniziato, almeno quando si è giocato sul servizio dello svizzero. Già perché colui che non è stato in grado di fare il portiere è stato proprio John Isner, che nei turni di battuta dello svizzero ha vinto in totale 3 punti (di cui uno un doppio fallo di Federer sul 40-0). Una non-partita, appunto; con Isner incapace di vincere uno scambio dal fondo e senza mai il timing giusto per gli impatti.
E così, il primo set è scappato in 24 minuti, con Federer capace con le sue insidiosissime risposte in back di annullare colui che nell’intero torneo non aveva mai lasciato un set e aveva perso più in generale solo 4 volte il servizio. Isner si è trovato in apnea costante, incapace di trovare una soluzione al gioco di Federer e con assai poco tempo per pensare. Poi, all’improvviso, ci si è messa anche un po’ di sfortuna.
Dopo essere entrato in qualche modo “in partita” per lo meno nel punteggio – virgolettato d’obbligo – il gigante americano ha dovuto lottare con un problema al piede sinistro che ha richiesto l’intervento dei fisioterapista in ben due situazioni. Nell’ultimo game però, quasi immobile e con un emblematico ”I can’t move” – non riesco a muovermi – pronunciato al suo angolo, Isner si è arreso al suo inevitabile – e già chiaro per tutti – destino.
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Roger Federer nel torneo di Miami vinto in finale contro Isner 6-1, 6-4

Credit Foto Getty Images

A due settimane di distanza dalla delusione di Indian Wells con Dominic Thiem, Federer trova così il 28esimo titolo della categoria Masters 1000; il 101esimo generale di una carriera infinita. Jimmy Connors, leader all-time a quota 109, è lontano adesso soltanto 8 tornei. L’obiettivo è settato.
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