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Jannik Sinner e Carlos Alcaraz stanno provando a cambiare il tennis un’altra volta

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 02/04/2023 alle 10:37 GMT+2

MIAMI – La partita che ha regalato la finale all’altoatesino, terminata 6-7, 6-4, 6-2, è stata un po’ l’edizione in miniatura del quarto di finale dello US Open 2022, in cui vinse Carlos annullando un match point a Jannik. Quello fu il primo passo verso la luna; ieri sera i due fenomeni sono entrati in un’altra dimensione. "Non più confinati alla terra, abbiamo imparato a volare".

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Il mondo contemporaneo è vorace, è affamato, è veloce. Vuole tutto e subito, senza fermarsi più di tanto a cercare di capire il tempo. La società ci sta abituando a consumare alla svelta, avidamente, senza freni. Non c’è quasi più lo spazio per respirare, per aspettare, per sedersi e assaporare. E forse a molti di noi va bene così, ma ogni tanto il lume dell’attesa torna per spiegarci che vale la pena anche fermarsi, bloccare ogni attività stressante, godere.
Il tennis è uno sport, come molti altri intorno a lui, figlio del passato. Di un mondo che non esiste più. Nonostante stia facendo di tutto per adattarsi alla modernità, rimane denso di lunghe attese, di pause, di silenzi. Una disciplina che nella contemporaneità sembra ancora più vecchia dell’età che possiede: crescere è una brutta bestia. Al tempo stesso, però, gli interpreti del tennis non vogliono scivolare nel dimenticatoio, essere parcheggiati a lato, finire in secondo piano. Dopo la più grande era della propria storia, caratterizzata da tre giocatori pressoché irripetibili, alcuni interpreti stanno provando ad alzare nuovamente l’asticella.
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, in campo ieri notte nella semifinale del Masters 1000 di Miami, sono le due calamite della nuova generazione (che per comodità faremo partire con l’inizio del nuovo millennio). Il loro tennis cinetico, verticale e aggressivo, per certi versi anche esagerato, ha dato una bella svecchiata al tempo, introducendo i canoni della contemporaneità nello sport del passato. Se 10 anni fa la finale dell’Australian Open tra Djokovic e Nadal aprì inesorabilmente l’era del brutal tennis, con una perfezione fisica quasi irreale e una capacità di concentrazione e di forza fuori dal comune, che veniva tradotta in scambi lunghissimi ed esasperati, oggi l’altoatesino e lo spagnolo giocano una sorta di vertical tennis, in cui gli scambi lunghi possono ancora esistere, ma rappresentano una piccolissima parte del menù del ristorante.
Emblematico il punto che vi proponiamo qui sotto, che sicuramente avrete già visto, preso dal match finito poche ore fa. Entrambi i giocatori sono praticamente appiccicati alla linea di fondo, consapevoli del fatto che arretrare vuol dire morire. I tre rovesci in back, in cui la palla può rilassarsi per un attimo, sono forzati dalle contingenze, non da una scelta tattica. Quando Alcaraz è stretto all’angolo destro dal cross di Sinner, riesce comunque a ribaltare l’inerzia dello scambio con un colpo profondissimo. Sono 25 “tiri”, come li chiamava quel fenomeno di Gianni Clerici, ma nessuno di questi è interlocutorio.
Non fraintendeteci, il back è un colpo utilissimo, può essere un’arma tattica molto importante (citofonare Federer), ma è come se in questo tennis non ci fosse quasi spazio per giocarlo. Troppo veloce la pallina, troppa la voglia di sfondare l'avversario. James Blake, top giocatore della prima decade dei 2000, ha detto che il punto tra Sinner e Alcaraz è il migliore che abbia mai visto nella sua vita. John Isner, altro top10 e semifinalista ai Championships nel 2018, si è sbilanciato senza alcun timore su Twitter: “Sì, credo che il futuro del tennis sia in buone mani”.
Aryna Sabalenka, che qualche mese fa in Australia festeggiava il suo primo slam in carriera, si è posta una domanda piuttosto netta: “Ragazzi (riferito a Sinner e Alcaraz, ovviamente), siete di questo pianeta?”. Persino gli abitanti del mondo del tennis, non solo i tifosi dell’Hard Rock Stadium che hanno urlato senza sosta dal primo minuto fino allo scoccare della terza ora di gioco, si sono accorti che qualcosa sta cambiando. Sinner e Alcaraz stanno provando a forzare l’ennesima rivoluzione, piombati da un’altra dimensione per giocare lo stesso sport di sempre ma con delle capacità completamente diverse.
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