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Tennis, Monte Carlo - Novak Djokovic subito fuori: il n°1 eliminato da Davidovich-Fokina

Simone Eterno

Aggiornato 12/04/2022 alle 21:31 GMT+2

MONTE CARLO - Un mese e mezzo dopo l'ultima partita a Dubai, Novak Djokovic ha un rientro amaro a Monte Carlo: il n°1 del mondo è eliminato da Davidovich-Fokina dopo quasi 3 ore di batttaglia: 6-3 6-7 6-1 il punteggio a favore dello spagnolo. Djokovic ha fin qui disputato solo 4 partite in tutto il 2022.

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dall'inviato a Monte Carlo - La formula magica per il tennis non esiste, nemmeno se ti chiami Novak Djokovic. Anche per il n°1 del mondo il concetto di “non giocare, rientrare e fare come se nulla fosse”, non è applicabile. E’ chiaramente questo strano 2022 del serbo a dircelo. Quattro partite giocate, due sconfitte. La prima contro il modesto Jiri Vesely al torneo di Dubai il 24 febbraio. L’altra oggi, al rientro, dopo un mese e mezzo, contro lo spagnolo Alejandro Davidovich-Fokina.
Non certo un fenomeno della racchetta, l’iberico. Casomai un buon giocatore, specie su questa superficie, dove lo scorso anno aveva raggiunto i quarti di finale sia qui che al Roland Garros. Eppure c’è stato tanto Djokovic “troppo brutto” per essere vero. Un Nole irriconoscibile: legato in campo e a lungo cortissimo con le sue traiettorie; falloso nei momenti chiave, incapace di azzannare alla giugulare l'avversario quando era il momento giusto, come sempre fatto nella carriera. E non è un caso che Djokovic abbia chiuso questa partita perdendo per ben 9 volte il servizio: episodio mai successo nell’intera carriera del serbo nelle partite al meglio dei tre set. Il vento, certamente, non è stato d’aiuto nella gestione di questo match, ma non si può certo imputare tutto alle questioni meteo.
Casomai, le ragioni, sono da cercare altrove. In una condizione fisica non ancora registrata al meglio, come dichiarato dallo stesso tennista serbo nella conferenza stampa a caldo; ma anche in un’assenza di sensazioni di campo che è certamente frutto dello stop forzato. Insomma, il tennis al top del livello non può funzionare come un interruttore, non esiste un tasto per accedere e spegnere a piacimento.
E così, Davididovich-Fokina, ha saputo prendersi la vittoria più importante della carriera, lo scalpo più prestigioso. E per dirla tutta avrebbe potuto prenderselo già prima della 3 ore di cui ha avuto bisogno per vincere questa partita. Dopo aver vinto piuttosto nettamente il primo set, Davidovich nel corso del secondo parziale era stato prima avanti 3-0, poi di nuovo 4-2. Si era bloccato insomma sul più bello, lo spagnolo, come spesso accade in queste occasioni al giocatore sfavorito. Che Djokovic non fosse “Djokovic” però lo si era definitivamente appurato proprio sul finale del secondo set, quando dopo un game orribile di Davidovich – 3 doppi falli – il serbo era andato a servire per il set sul 5-4. Lì, clamorosamente, Djokovic aveva ancora una volta perso la battuta, obbligandosi a vincere poi un tie-break in cui l’avversario si era trovato a sprecare.
La maschera però è venuta giù definitivamente nel terzo set. Con il break subìto, a freddo, immediatamente, grazie a un insolito doppio fallo. Un Djokovic non Djokovic insomma, una controfigura di tutto ciò che era sempre stato nella carriera e che in questo complicato 2022 il serbo sta faticando a rimettere in campo. “Servirà tempo e pazienza, l'obiettivo è rimettermi in condizione per il Roland Garros” ha detto Djokovic in sala stampa, evidentemente consapevole anche lui di ciò che abbiamo visto tutti noi: trucchi, nel tennis, non ce ne sono. E il numero, vicino al cognome, resta tale solo per l’algoritmo di un computer quando non si può giocare. Il valore attuale di Djokovic è un altro. Esserne consapevole, però, è già un passo importante.
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Alcaraz non vede l'ora: "Voglio Djokovic ai quarti"

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