Tennis, Masters Monte Carlo - Jannik Sinner si arrende in semifinale con Holger Rune: il danese in finale con Rublev

dall'inviato a Monte Carlo. Di nuovo a tarda sera. Di nuovo sul filo di lana. Di nuovo amara. Monte Carlo nelle ultime due stagioni è una sorta di piccola maledizione per Jannik Sinner, che dopo il quarto di finale perso lo scorso anno con Zverev al tie-break del set decisivo, è costretto a cedere di nuovo un match lottatissimo. Questa volta all’altro baby fenomeno di un futuro che è già presentissimo: Holger Rune.

Due ore e 46 minuti di lotta – conditi da 45 minuti circa di pausa causa pioggia – per un 1-6 7-5 7-5 in favore di Rune che negano a Jannik la terza finale Masters 1000 della carriera; sarebbe stata la prima qui a Monte Carlo.

Una partita amara appunto per l’esito finale. Meno per le sensazioni e il cammino di questa settimana. Sinner ha dimostrato anche oggi infatti di essere un giocatore molto forte – non a caso il 3 della Race – e capace di giocarsela alla pari ormai con tutti i migliori del mondo. Il rammarico, più che altro, è nell’occasione: in una finale con Rublev sarebbe stato il certo favorito. Così come lo sarà del resto Rune domani.

Una rimonta davvero di un giocatore con tanto tennis, tanti colpi e tanti attributi quella di Rune. Che ha reagito alla stesa del primo set per 6-1 venendo fuori alla distanza. Cosa non banale per un ragazzo che in fondo è ancora un teenager: compirà 20 anni solo tra qualche giorno. E insieme alla giovane età e tanto tennis Rune si porta dietro anche un pizzico di spavalderia che a volte può sfociare in gesti non proprio simpaticissimi, come i bisticci col pubblico – richiamati anche dallo stesso giudice di sedia Carlos Bernanrdes – o la ‘pallata’ di dritto a punto ormai ottenuto che ha rischiato di colpire Sinner nel finale del terzo set. E che ha fatto arrabbiare anche l’altoatesino, solitamente sempre molto composto.

Difetti che potrà limare, forse, se ne avrà voglia. Sul tennis invece non si discute. Rune infatti questa partita l’ha vinta con merito. Recuperando un secondo set che sembrava rimesso in gioco – era avanti 5-2 – ma soprattutto andando più spedito al terzo, quando Sinner ha quasi sempre sofferto su tutti i turni di battuta (5 palle break annullate) mentre il danese non è nemmeno mai arrivato ai vantaggi sul proprio servizio.

Dal canto suo Sinner incassa ancora una volta una sconfitta sul filo di lana. Che non cambia però di una virgola il giudizio – positivo – sul torneo e sul cammino fin qui svolto durante la stagione. Di questo passo, prima o poi, la sensazione è che un grande titolo arriverà. Magari già a Roma, dove il tifo sarà di nuovo dalla sua. O perché no a Parigi, dove i grandi big arriveranno con le varie incognite fisiche. Insomma: abituiamoci a questi palcoscenici. Il 2023 di Sinner parla chiaro. La strada è quella giusta.