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Tennis, Jannik Sinner vede Torino: "È nella mia mente ma io penso solo a giocare a tennis"

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Aggiornato 26/10/2021 alle 09:46 GMT+2

TENNIS - Piede sull'acceleratore e via, a caccia delle Atp Finals di Torino che distano appena una manciata di punti per Jannik Sinner, da ieri numero 11 al mondo e decimo (virtualmente nono vista la già annunciata rinuncia di Nadal) nella Race per il Masters.

Jannik Sinner

Credit Foto Getty Images

Piede sull'acceleratore e via, a caccia delle Atp Finals di Torino che distano appena una manciata di punti per Jannik Sinner, da ieri numero 11 al mondo e decimo (virtualmente nono vista la già annunciata rinuncia di Nadal) nella Race per il Masters. Sinner, fresco di titolo ad Anversa, il quarto della stagione, è a Vienna per l'Atp 500 in cui cercherà il sorpasso ai diretti rivali: l'amico Hurkacz, che gli ha fatto un grande regalo fermandosi al 1° turno contro Murray ieri sera, e Cameron Norrie, il britannico indietro nella Race ma ancora troppo vicino, lì in scia, che si fa vedere negli specchietti.
Ovviamente l’idea di andare [a Torino] è nella mia mente
"Ovviamente l’idea di andare [a Torino] è nella mia mente. Ogni giocatore sente un po’ di quella pressione ma quando scendi in campo devi pensare alla partita, alle tattiche, questo è il segreto credo per non pensare a Torino. Onestamente io amo giocare a tennis quindi è normale che vorrei vincere i tornei e magari andare a Torino ma certe volte le cose accadono e altre volte no. Io cerco solo di giocare a tennis".

Ha aggiunto

"Ovvio che preferisci vincere un torneo 1000 ma devi accettare quello che ti capita. In quell’occasione avevo sbagliato un po’ tattica e quindi nella finale che ho giocato un po’ di tempo dopo a Sofia sono sceso in campo un maniera un pochettino diversa. Lì ho messo insieme tutte le finali che avevo giocato e infatti mi sono sentito bene, e oggi è successa la stessa cosa ma non significa che ogni finale che giocherò la vincerò. È inutile lamentarsi per le sconfitte perché quello che è successo è successo; bisogna concentrarsi anche lì sulle cose positive perché quelle negative ci saranno sempre e devi essere bravo a metterle da parte. Per questo serve un team che te lo faccia capire perché a 20 anni non puoi sapere tutto, ma neanche a 30, perché un maestro di 60, 70 o 80 anni credo che abbia molta più esperienza di uno che non ne ha neanche la metà. Devi essere mentalmente aperto e anche accettare le cose brutte che ti vengono dette. Se oggi non fosse andata come volevo io sarei stato qui a cercare di capire cosa non andava".

Su Reilly Opelka

"Non ci sarà ritmo e dovrò stare anche attento sui miei turni di servizio e fare poche sciocchezze. Questa settimana ho risposto bene quindi sarà molto importante anche a Vienna, e penso che anche lui avrà un po’ di pressione perché credo sappia che io posso rispondere bene. Lì inoltre mi ricordo che la pallina su quel campo rimbalza ancora di più; vedremo se sarà così anche quest’anno".
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