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Zverev firma il grande successo: battuto Federer, è in finale 22 anni dopo Becker

Simone Eterno

Aggiornato 17/11/2018 alle 17:47 GMT+1

Zverev si impone per 7-5, 7-6 (5) e vola per la prima volta in carriera in finale delle ATP Finals. E' il primo tedesco a riuscirci 22 anni dopo Becker. Polemiche e fischi però per lui nel finale dopo un episodio controverso nel tie-break, per un punto ripetuto dopo rimbalzo di una pallina da parte di un 'ball boy'. Zverev sfiderà il vincente di Djokovic-Anderson.

Alexander Zverev stands in Roger Federer's way in London

Credit Foto PA Sport

dall'inviato a LONDRA - Inevitabile non ripartire dal finale, perché i fischi ad Alexander Zverev - oggi vincitore su Roger Federer col punteggio di 7-5, 7-6 e primo finalista tedesco del Masters di fine anno 22 anni dopo un certo Boris Becker - sono assai ingenerosi.
Fischi ignoranti. Nel senso più intrinseco della parola, ovvero di un pubblico che non ha visto/capito quanto successo durante l'ottavo punto del tie-break del secondo set. Una pallina disturbata che ha fatto interrompere lo scambio a Zverev quando leggermente in difficoltà sulla palla profonda di Federer. Dalla tasche di un raccattapalle però era scivolata una pallina. E dunque, in termini di regolamento, si rigioca il punto (nel tweet qui sotto potete vederlo). Un punto che Zverev ha avuto poi la capacità di trasformare in ace, lanciandosi così nel finale di tie-break poi chiuso per 7 punti a 5 e immagine perfetta di un pomeriggio che alla fine ha premiato oggi il giocatore migliore il campo.
Già perché il giovane tennista tedesco è stato più solido lungo tutto il corso del match. E dunque oggi più forte di Federer, che invece ha sbagliato qualcosina di troppo. Imperfezioni, errori, piccole concessioni che hanno fatto la differenza. Quella più chiara, dopo il 'ball-gate', con la volée dello svizzero non chiusa a rete che è valsa di fatto al tedesco il match. Ma anche i due gratuiti a inizio secondo set, quando dopo aver strappato il servizio a Zverev per la prima volta nella partita, Federer si è immediatamente fatto riprendere, concedendo un controbreak fondamentale per gli sviluppi della partita e per il morale dell'avversario.
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Il disappunto di Federer durante la semifinale delle ATP Finals 2018 contro Alexander Zverev

Credit Foto Getty Images

Dettagli che hanno fatto la differenza in un incontro che Zverev ha interpretato davvero alla grande; e che lo premiano con merito con il miglior risultato della carriera. Se è vero infatti che il classe '97 non è nuovo ai successi nei 1000, altrettanto lo è che negli slam ancora non era mai riuscito a farsi vedere ad altissimo livello. Attestandosi questo evento nel mezzo - ovvero formula 1000, ma avversari di altissimo livello e 1500 punti in palio - quello di Zverev è probabilmente un ulteriore passo verso l'inevitabile crescita che nel giro di qualche tempo lo vedrà trionfare anche nei 4 tornei più importanti.
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Alexander Zverev esulta durante la semifinale delle ATP Finals 2018 che l'ha visto imporsi su Federer per 7-5, 7-6

Credit Foto Getty Images

Quanto visto oggi in campo infatti conferma la grande crescita del tedesco, anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Frutto del lavoro di Lendl, coach silenzioso dai grandi risultati, che ha permesso una crescita evidente nei momenti decisivi della partita. Basti guardare proprio quanto accaduto dopo il punto incriminato. Nella confusione, tra i 'buu' e qualche fischio, Zverev ha poi servito un ace e una mezza prima vincente. Oppure nell'altro momento chiave della partita, ovvero quando Zverev, nel dodicesimo game del primo set, ha risposto come mai aveva fatto fino a quel momento. Federer infatti, sotto 5-6, aveva fino a quel punto concesso un totale di 5 punti in 5 turni di servizio. Un passante in corsa straordinario per lo 0-30, una risposta tra i piedi dello svizzero per lo 0-40 ed ecco serviti i 4 punti che gli erano valsi il 7-5 e il primo allungo del match.
Insomma, nonostante il disappunto del pubblico pagante - e a tinte uniche rosso crociate - oggi a essere premiato del successo finale è stato il tennista che in campo l'ha più meritato. Ventidue anni dopo Boris Becker, la Germania è certa di aver ritrovato un campione. Vediamo se riuscirà a mantenere tale livello di concentrazione e di rendimento anche nell'atto più importante: quello di domenica.
Per Federer si chiude invece l'ennesima stagione da record. Con 15 semifinali su 16 partecipazioni a questo torneo, lo svizzero ha confermato, ancora una volta, in ogni caso, di essere giocatore competitivo e punto di riferimento del tennis contemporaneo. Nel mentre lo svizzero è riuscito a ritoccare ancora una volta i suoi numeri. Il più indicativo? E' il primo giocatore della storia a chiudere l'anno nei Top5 all'età di 37 anni. Appuntamento al 2019.
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