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Berrettini: "Mi porto via un po' di sano 'rosicamento'. N°1 del mondo? Non adesso, però..."

Simone Eterno

Pubblicato 14/11/2019 alle 18:30 GMT+1

Le parole di Matteo Berrettini a margine della partita vinta con Thiem alle ATP Finals 2019: "Queste due sconfitte mi aiuteranno tantissimo nella preparazione per trovare nuovi stimoli". E sul futuro: "Io n°1 del mondo? No, non ci penso. Ci sono tante cose su cui devo migliorare, però sono un tipo ambizioso e già che siamo in pista, balliamo".

Matteo Berrettini vs Dominic Thiem, ATP Finals 2019

Credit Foto Getty Images

Sul cosa portarsi via da questa esperienza

“La cosa più bella che mi porto via è un po’ di sano ‘rosicamento’, che era un po’ che non sentivo. Quando ti senti che giochi bene accetti un po’ meglio la sconfitta, invece qui ho preso due belle ‘legnate’, due sconfitte che era un po’ che non prendevo. Certo, dai giocatori più forti sul pianeta quindi ci stava anche che succedesse, ma queste due sconfitte mi aiuteranno tantissimo nella preparazione per trovare nuovi stimoli”.

Sul sorteggio, poteva andare meglio?

“No, non credo. Alla fine devi giocare con tutti. Sapevo che erano 3 giocatori molto molto forti, ma anche dall’altra parte sono forti uguale. Quando è uscito il girone non mi sono detto ‘oddio devo giocare con Djokovic’. A questo livello si parla più di incastri, ovvero come uno si incastra tatticamente con l’altro. Può essere che a Thiem dia meno fastidio Federer che Nadal. Io credo che essendo l’ultimo a essermi qualificato sulla carta entravo più svantaggiato, ma credo anche di aver giocato tutti i match a testa alta”.

Se c’è qualche consiglio che ti senti di dare a chi la organizzerà a Torino

“Qui i giocatori sono trattati in maniera pazzesca, è difficile trovare cose negative. Se dovessi qualificarmi per Torino sarà una cosa ancora più grande. Ma non credo ci siano cose da migliorare”.

Su cosa gli è piaciuto di più e cosa gli è piaciuto di meno

“La cosa più bella è l’atmosfera in campo. E’ speciale. Il gioco di luci, la presentazione. E’ veramente uno spettacolo viverla. Il fatto che ci sia stata così tanta gente, la mia famiglia, i miei amici, il pubblico con tanti italiani. Credo sia stata una cosa speciale che non si trova in nessun torneo questa cosa dell’atmosfera del campo. Quella che mi è piaciuta di meno il fatto che ho perso due partite e ne ho vinta una”.

Se ci sono rimpianti per il livello sulle 3 partite

“Dentro al campo e parlando col mio team non mi sono sentito di aver giocato male, durante l’anno ci sono state partite in cui ho giocato nettamente peggio. Con Djokovic ho servito il 71% di prime e ho perso 6-2, 6-1. Con Federer ho giocato aggressivo che era quello che ci eravamo detti; oggi ho vinto. Quindi credo che il livello sia stato all’altezza, chiaro che se giochi con un Djokovic così ci sta di perdere per il Matteo Berrettini del 2019. E’ difficile dire se avessi avuto un 10% in più o in meno cosa avrei fatto: il tennis è così, devi giocare con quello che hai e penso sia anche il messaggio più bello che ieri ha lanciato Nadal nella sua conferenza stampa; accettare quello che sei in quel momento, perché con le idee non si vincono le partite ma solo con quello che si ha, stare lì a testa bassa e lavorare e questa è la più grande lezione che un campione possa dare”.

Sul baratto ‘uscita dalla Top10 in cambio di un 1000 vinto’

“Non lo so, vincere un torneo è qualcosa di molto, molto speciale. Vincere un torneo e tirare su il trofeo è bello. Farlo in un 1000 vorrebbe dire essere il migliore del mondo in quella settimana. Barattare non lo so però. So che il mio obiettivo non è la Top10. Non penserò alla classifica per quanto possa suonare strano, io devo solo continuare a migliorare. So che devo ancora investire tanto perché in campo l’ho sentito”.

Sul fatto se abbia mai pensato a diventare n°1 del mondo

“Quando era Under10 forse me lo dicevo... Adesso è difficile. La Top10, il Masters, per me fino pochi mesi fa era qualcosa di impensabile, irraggiungibile. Io sono un tipo ambizioso quindi ti dico ‘perché no’. Io lavorerò per essere sempre migliore e probabilmente non mi sarò accontentato nemmeno se dovessi arrivare in Top5 quindi sì, una volta che sei qui... Una volta che sei in pista si balla. Però non è un obbiettivo che mi pongo in fase di preparazione, quello no. Ci sono tante altre cose che devo migliorare prima di pensare alla classifica”.
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