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Djokovic, non è crisi ma serve un nuovo grande obiettivo

Fabio Disingrini

Aggiornato 19/01/2017 alle 17:31 GMT+1

Il grande upset degli Australian Open è merito in primis di Denis Istomin, ma c'è anche una ragione "mentale" che inizia lo scorso giugno a Parigi, ovvero al culmine della sua straordinaria carriera. Nole ha vinto tutto e l'ossessione del Roland Garros l'ha svuotato di motivazioni: basterà il progetto di ritorno al numero 1 dopo così tanto tennis dei primati?

Novak Djokovic - Australian Open 2017

Credit Foto Reuters

Dopo qualche ora, siamo pronti a ragionare sulla caduta di Novak Djokovic che non perdeva al secondo turno di uno slam da Wimbledon 2008 per mano di Marat Safin, e sempre nove anni fa a Miami da un giocatore fuori dai primi 100: ieri era il sudafricano Kevin Anderson (122), oggi è l’uzbeko Denis Istomin, numero 117 ATP a Melbourne con la wild-card degli Asia-Pacific games. Pronti a scrivere del più grande upset di questi Australian Open e a scommettere che le seguenti domande sono state le vostre FAC dal match-point della Rod Laver Arena.

Novak Djokovic è in crisi?

Se lo fosse, non avrebbe vinto a Doha dieci giorni fa, battendo Murray nella prima grande finale del 2017. Si dovrebbe piuttosto riflettere sull’opportunità di iniziare la stagione a Brisbane o a Sydney invece che in Qatar, in condizioni climatiche così diverse dalle attuali australiane: ne ha sofferto Murray al primo turno e forse oggi Djokovic, che aveva debuttato in sessione serale. Djokovic non è in crisi e lo pensa anche Mats Wilander:
Perdere è naturale, solo che quando capita a Novak, Rafa o Roger ci sembra incredibile, invece dimostra solo che sono umani anche loro. (Mats Wilander)

Perché ha perso contro Istomin?

Primo, perché i 63 vincenti dell’uzbeko aderiscono alla partita della vita di un giocatore che noi italiani conosciamo bene per certe maratone al quinto con Seppi. Secondo, perché Djokovic ha perso efficacia col rovescio e servito poche prime di servizio in campo: non proprio una notizia dell’ultim’ora ma piuttosto la deriva di un semestre “umano”. Cos’è successo a Nole? Che vinceva praticamente tutto tranne il Roland Garros e Parigi, da quello smash sul nastro contro Nadal, era diventata la sua ossessione. E completato a giugno il suo Career Slam, s’è compiuto anche un legittimo calo prestazionale. Inoltre, iniziare una nuova stagione proprio dal suo "slam" potrebbe aver trasformato la vecchia cura Vajda in una scivolosa "comfort zone".
Non ci sono segnali nervosi che spieghino la sconfitta di Djokovic. È solo il più grande upset che io ricordi nell'ultimo decennio. (Greg Rusedski)

È un calo di natura fisica?

No a detta di Djokovic che in conferenza stampa, alla domanda di un giornalista inglese circa un possibile “problema mentale” ha risposto “Trai le tue conclusioni”. Sarà forse troppo magro, però Nole sta bene e oggi è stato in campo per quasi 5 ore (4:48) iniziando fra le ore più calde dell’estate australe. Piuttosto non è un segreto che Nole abbia voglia di trascorrere più tempo con la moglie Jelena e il piccolo Stefan, e così aveva parlato Boris Becker nei giorni della loro separazione: “Ha scelto di passare più tempo con la famiglia, ma i campioni di tennis devono anche saper essere molto egoisti".
È più facile quando hai vent’anni, ma a 28-29 inizi ad avere un figlio, una moglie, una famiglia a cui pensare e qualcosa rischia di passare in secondo piano. (Boris Becker)

E adesso da dove si riparte?

In conferenza stampa, Djokovic s’è mostrato calmo e senza rimpianti, elogiando la grande prova di Istomin perché “Any given day everything is possibile”. L’ha presa con filosofia dando pieno credito all’avevrsario: “Ora faccio le valigie e torno a casa”, ha detto sorridendo. Però crediamo che tornerà presto e anche prima del previsto, ovvero Indian Wells troppo distante in calendario. Nole chiederà una wild-card e le acque s’apriranno a Rotterdam o, più probabile, a Dubai. Del resto il profumo della vittoria copre l’odore della sconfitta meglio del riposo. "L'importante - per Barbara Rossi - è che Nole si prefissi un obiettivo specifico per il nuovo corso della sua carriera". Scommettiamo sia e resti tornare il numero 1.
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