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50 volte Federer-Djokovic: l'amore per il tennis con il corpo e con la mente
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Pubblicato 29/01/2020 alle 18:16 GMT+1
S'è rivisto bambino a Basilea, ha portato il tennis dove non era mai stato, ha cancellato i match-point di Wimbledon rifiutandone 7 dall'altra parte del mondo... Ma il corpo di Roger saprà seguire il cuore oltre la rete? Sei mesi dopo la finale del Centre Court, è così cambiata la natura dell'impresa chiesta a Federer per battere Novak Djokovic.
Wimbledon, Roger Federer of Switzerland and winner Novak Djokovic of Serbia embrace at the net at the end of thee game during the Men's Singles Final on Centre Court
Credit Foto Eurosport
Per sua stessa ammissione, Roger Federer ha sofferto la finale di Wimbledon e fosse l’unico. Ha ripreso quei match-point col dovere di scomporli e declinarli, rifletterli e assorbirli. Di rigiocarli nella sua mente e chiudere gli occhi per non seguire quel dannato punto a rete, senza steccare l’ultimo di una bellissima sciagurata finale. Di credere di averli sbagliati senza mai dimenticarli.
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Wimbledon, Finale 2019: dopo aver avuto 2 match-point, Roger Federer esce sconfitto da Djokovic
Credit Foto Getty Images
Roger s’è preso del tempo, ha viaggiato in camper con la barba lunga e le scarpe per camminare, s’è nascosto sui monti abiurando il tennis alla ricerca di un’altra felicità. «È successo, e succede, quando perdi il divertimento per il gioco. Quando ti fai schiacciare da due cose: le aspettative che gli altri hanno nei tuoi confronti, e le distrazioni legate a tutti gli obblighi commerciali che ti stanno attorno. Allora devi ricordarti che quello che fai è una benedizione. Che è un gioco, semplicemente un gioco, e devi recuperare l'istinto di quando eri bambino». Queste parole le ha dette Kobe Bryant e allora Federer è tornato a giocare.
Per vincere e piangere nella sua Basilea e rimettere la chiesa al centro del mondo, spargendo il culto sul continente americano: Quito, Bogotà, Ciudad de México, Santiago de Chile. C’è chi dice che lì abbia fallito un altro match-point, scegliendo di non schierarsi con la spinta sociale dei popoli latini; che un altro non l’abbia nemmeno giocato contro Greta Thunberg, consolato dal credito svizzero. Sportivamente, aveva bisogno di battere Djokovic e l’ha fatto a Londra, così vicino a Wimbledon, seppur nel match meno influente delle Finals. Doveva provare altre emozioni dopo tutte quelle partite semplicemente vinte, rivivere gli istinti del giovane Roger, trascendere il suo genio per volontà di potenza. Ci volevano un’inedita rimonta con Millman e la partita negata a Sandgren per rigettare il cuore oltre la rete… E lasciar andare quei match-point per amore del tennis una volta di più.
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Federer, l'ultima magia: i 7 match-point annullati a Sandgren
Video credit: Eurosport
Fra le tragedie che hanno colto questo slam, dagli incendi che hanno ferito l’Australia alla drammatica scomparsa di Kobe, ci ripariamo nelle nostre passioni (sportive) per mendicare bellezza e il tennis di Federer non è solo bello: è sublime. Ma non è ancora redento dalle leggi del fisico, così che se la mente di Roger è di nuovo pronta ad affrontare Novak, il suo corpo no. Non bastasse il raggiro, ecco la devota ostilità di Djokovic: «Federer e Nadal sono il motivo per cui gioco ancora a tennis», e la sua forza è tutta urlata mentre vince il primo set contro Raonic: il battitore che non ha mai ceduto un game servito in tutto il torneo… E ora si sbriciola contro un muro in risposta.
La forza di Djokovic è tutta lì dentro ed è fatta di magnifica durezza, di energia rinnovata da un imperativo atletico di tempra mentale e plasticità fisica. Nole ci sembra invincibile e sembra che la sua etica del lavoro voglia spingerlo oltre le sue umane occasioni. Dopotutto, se non ci è data gaia scienza, Djokovic non è mai stato così favorito alla viglia di un match contro Federer. Eppure sarà il cinquantesimo e noi, come non mai, ci meritiamo un grande spettacolo.
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Federer, l'ex testa calda che in 20 anni ha riscritto la storia
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Gli Australian Open sono LIVE su Eurosport Player
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