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Australian Open, ufficiale il ritono del pubblico: ecco i numeri, saranno 30mila al giorno

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Aggiornato 30/01/2021 alle 15:41 GMT+1

AUSTRALIAN OPEN - E' arrivata l'ufficialità sul numero di spettatori che effettivamente potranno assistere alle partite sugli spalti: 30mila al giorno, che scenderanno a 25mila dal nono giorno di torneo, ovvero dai quarti di finale.

Auch 2021 dürfen bei den Australian Open Fans in die Rod Laver Arena. Bis zu 30.000 Besucher dürfen in den Melbourne Park

Credit Foto Getty Images

L’altro giorno Matteo Berrettini, nella nostra intervista esclusiva, ce l’aveva anticipato: non vedo l’ora di risentire il boato nel pubblico. Oggi Martin Pakula, ministro dello sport dello stato di Victoria, in Australia, in una conferenza congiunta insieme a Craig Tiley, direttore dell’Australian Open, ha dato di fatto l’ufficialità finale delle cose: "Non sarà come negli anni precedenti, ma sarà uno degli eventi sportivi internazionali con più pubblico degli ultimi mesi".
Adesso infatti ci sono anche i numeri: l’apertura dei cancelli di Melbourne Park per l’inizio del prossimo Australian Open dall’8 febbraio permetterà l’accesso di 30.000 tifosi al giorno, circa il 50% della capienza complessiva dell’impianto.
Era già stato venduto circa il 25% dei biglietti (sempre in rapporto alla capienza totale) con l’obiettivo dichiarato di spingersi fino al 75%. La mediazione con le autorità sanitarie ha imposto lo stop alla metà della capienza complessiva. Da monitorare dunque a questo punto solo la vendita dei biglietti per l’evento: se saranno completamente esaurito, l’Australian Open potrà dirsi frequentato in questa edizione da un totale di poco meno di 400mila persone nel corso delle due settimane di torneo.
Davvero niente male. Per fotografie di cui abbiamo avuto una piccola preview nell’esibizione di qualche ora fa ad Adelaide, dove le immagini del pubblico sugli spalti e senza mascherina hanno fatto il giro del mondo. Immagini che hanno dimostrato l’efficacia delle drastiche politiche di contenimento adottate dall’Australia, aiutate – ovviamente – da due punti assolutamente fondamentali da ricordare nella ricetta del loro successo: la scarsa popolazione complessiva del territorio – (l’Australia ha un territorio enorme e addirittura 3 ore di fuso orario tra una costa e l’altra, ma solo 25 milioni di abitanti – meno della metà dell’Italia); e il fatto che chiunque voglia raggiungere l’Australia ha minimo 5 ore di volo dal Paese straniero più vicino. Insomma, geofraficamente un po’ più facile chiudersi dentro ed evitare contatti rispetto a qualsiasi altra grande nazione del mondo.
Detto questo la ricetta ha funzionato, e per l’Australian Open torneremo a vedere i tifosi. Pubblico che dal nono giorno di torneo poi, ovvero dai quarti di finale, sarà ridotto ulteriormente a 25.000 spettatori al giorno: metà per la sessione diurna (12.500); e metà a quella serale. Occhio però a questo dettaglio: considerando che dal day 9 – il primo riservato ai quarti – i match di singolare si giocheranno soltanto sulla Rod Laver Arena, la presenza di pubblico per gli incontri decisivi del torneo sarà importante, sicuramente superiore al 50% della capienza del campo principale di Melbourne Park che può contenere 15.000 spettatori e dunque si avrà la sensazione di stadio pieno. “La Rod Laver Arena, andando verso la fine del torneo, avrà un’atmosfera incredibile” ha infatti anticipato il ministro Pakula.

I dettagli: impianto diviso in 3 zone

Per consentire un afflusso più ordinato ma soprattutto per questioni di sicurezza – se uno spettatore dovesse risultare positivo, il tracking di una sola zona sarebbe più semplice – Melbourne Park verrà suddiviso in tre zone adiacenti allo stadio di riferimento: la Rod Laver Arena Zone, la Margaret Court Arena Zone e la John Cain Arena Zone (ex Melbourne/Hisense Arena, secondo stadio dell’impianto per capienza). Gli spettatori non potranno dunque spostarsi da una zona all’altra, così come sarà rispettata severamente la separazione tra giocatori e tifosi per preservare la sicurezza degli uni e degli altri. Niente autografi o contatti ravvicinati con i tennisti dunque, unico prezzo da pagare per un torneo che, finalmente, dovrebbe riavvicinarci un po’ alle immagini a cui siamo stati sempre abituati.
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