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L'Australian Open rassicura sulla situazione incendi: "Abbiamo 3 campi coperti, si può giocare"

Simone Eterno

Aggiornato 08/01/2020 alle 10:43 GMT+1

La questione rinvio dell'Australian Open a causa degli incendi che stanno devastando il territorio è chiusa da una serie di tweet di garanzia da parte degli organizzatori attraverso l'account ufficiale: "In caso di fumo nell'aria, possiamo giocare sui 3 campi col tetto dove l'impianto di condizionamento filtrerà l'aria".

Un'immagine apocalittica degli incendi dell'East Gippsland, 300km a est in linea d'aria da Melbourne

Credit Foto Getty Images

Con l’inizio dell’Australian Open ormai lontano meno di due settimane – si parte lunedì 20 – la situazione della qualità dell’aria a Melbourne resta all’ordine del giorno. Gli incendi che stanno devastando l’Australia da ormai più di un mese sono un problema anche per i tennisti; alcuni di questi hanno potuto testare con mano la situazione proprio in questi giorni. Da un tweet di Liam Brody, presente a Canberra, fino alla qualità dell’aria in questi giorni a Sydney, teatro fin qui dell'ATP Cup.
La testimonianza più interessante è però forse quella di Denis Kudla, già presente a Melbourne in questi giorni e protagonista lo scorso venerdì dell’episodio che ha mosso prima volta l’intera macchina organizzativa. Gli incendi sviluppatosi in un territorio non lontano dalla città avevano reso l’aria decisamente complicata da respirare per un atleta in attività sportiva - racconta Kudla al collega Ben Rothenberg del New York Times; una situazione dunque che aveva portato lo stesso Novak Djokovic, rappresentante dei giocatori nell’ATP Council, a esprimere le proprie perplessità a riguardo.
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La qualità dell'aria in questi giorni a Sydney dopo gli incendi che stanno devastando l'Australia

Credit Foto Getty Images

A intervenire in maniera definitiva in queste ore è stata però direttamente l’organizzazione, che ha comunicato - anche attraverso risposte dirette agli utenti sui propri social - come verrà gestita l’eventualità di una situazione simile a quella vissuta da Kudla qualche giorno fa.
“Nell’improbabile caso di un’estrema condizione di fumo nell’aria - comunica l’Australian Open - il nostro impianto è dotato di 8 campi indoor e 3 differenti arene con la copertura; il gioco continuerà lì dove il sistema di aria condizionata e il sistema di filtraggio permetterà di gestire la situazione”.
Una risposta che dunque mette in qualche modo fine alle preoccupazioni di questi giorni, ma che non risolve definitivamente - chiaramente - l’intera questione. Episodio degli incendi nel East Gippsland esclusi (circa 300 chilometri in linea d’aria a est di Melborune), che hanno portato poi appunto alla testimonianza di Kudla, l’area di Melbourne è stata fin qui meno colpita rispetto all’interno dell’Australia, come ad esempio nella capitale Canberra. Restano chiaramente però imprevedibili nuovi sviluppi. Gli 8 campi interni a cui fa riferimento l’Australian Open sono di fatto privi di spazio per gli spettatori e della copertura televisiva; in caso di un’emergenza nei primi giorni di torneo la gestione sarebbe dunque tutt’altro che semplice per l’AusOpen, che si ritroverebbe a far giocare partite che sostanzialmente nessuno potrebbe vedere (se non appunto nei 3 campi principali, non sufficienti chiaramente all’intero svolgimento del programma).
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Un'immagine apocalittica degli incendi dell'East Gippsland, 300km a est in linea d'aria da Melbourne

Credit Foto Getty Images

Situazione che gli organizzatori sperano di scongiurare comunque al di là del semplice svolgimento del torneo, per il ripristino di una situazione di normalità che l’Australia si augura di trovare al più presto.
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