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Australian Open - Cosa manca a Matteo Berrettini per vincere uno slam

Simone Eterno

Aggiornato 28/01/2022 alle 16:58 GMT+1

AUSTRALIAN OPEN - Cosa si porta via Matteo Berrettini da questa storica corsa agli Australian Open 2022? Una lezione tattica. Una tecnica. E il prezioso insegnamento di Rafa Nadal.

Matteo Berrettini, Australian Open 2022 dopo la semifinale persa contro Rafael Nadal

Credit Foto Getty Images

Chi si porta via cosa, in sostanza, è sempre l’esercizio principale da fare al termine di ogni singolo torneo di tennis. Vale per tutte le categorie. Siate voi amatori della domenica, buoni giocatori, semiprofessionisti, professionisti, eccetera eccetera. E’ una regola aurea. Serve a chi, nello sport – e nella vita – punta sempre a fare il passo in più. Non sfugge, ovviamente, a questa logica, nemmeno Matteo Berrettini. L’uomo che sta riscrivendo, dati alla mano, la storia del tennis italiano. Primo azzurro di sempre alle ATP Finals. Primo azzurro di sempre in finale a Wimbledon. Primo azzurro di sempre, dopo 117 anni di storia del torneo, a spingersi tra i primi 4 del mondo anche nella lontana Australia.
La comunicazione mainstream è però territorio delicato. Quando si rompono record, si aprono porte. E quando si aprono porte, specie per un ballo tremendamente alla moda, la gente accorre. Non sempre avendo il background necessario per comprendere ciò che sta succedendo. E così, Matteo Berrettini, sulle bocche, passa in un giorno da promessa a fenomeno, da fenomeno a pippa, da maturo a incompleto, da pronto ad acerbo, e così via dicendo, in una schizofrenia comunicativa che certamente terrà banco nelle prossime ore.
A Berrettini in effetti è mancato un passo. Un passo verso la seconda finale slam della carriera che in molti sostenevano si potesse fare, specie a fronte del Nadal boccheggiante e sopravvissuto visto ai quarti di finale contro Denis Shapovalov. Ma Nadal Rafael, Manacor, 3 giugno 1986, è stato ed è una delle più grandi leggende della storia di questo sport. E questo non può non influire in quella valutazione complessiva delle cose, in quel “chi si porta via cosa” necessario al termine di questo Australian Open.
Berrettini senza dubbio si porta via una lezione. Tattica, in primis. Per due set Nadal l’ha martellato senza interruzioni sul proprio colpo debole – il rovescio – facendo di lui un giocatore sostanzialmente inerme. L’incrocio dal punto di vista puramente della balistica dei colpi, delle caratteristiche principali di ognuno dei due, non giocava già alla vigilia a favore di Matteo; che nel suo bagaglio tecnico si porta appresso un limite risaputo. Su quel nervo scoperto Rafa Nadal ci si è avventato con sadismo, ottenendo ciò di cui aveva bisogno: un cuscinetto di vantaggio per gestire l’eventuale calo fisico.
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Rafael Nadal (Australian Open 2022)

Credit Foto Getty Images

Berrettini senza dubbio si porta via una consapevolezza. Tecnica. Per competere ad altissimo livello, per fare un passo in più – che in sostanza per Matteo significa vincere, visto i palcoscenici che ormai frequenta da tempo – non si possono avere punti deboli. A Berrettini, per quanto sia possibile, non resta che provare a lavorare ulteriormente sul proprio lato sinistro di campo, per cercare di ottenere ancora qualcosina in più. Non che non l’abbia già fatto. Da quella sfida a New York del 2019 a oggi Berrettini è già un altro giocatore. Il problema, evidentemente, è che per battere gente ‘come Nadal’, non è ancora sufficiente. Juan Martin Del Potro, seppur tra le sue mille sfortune, dimostrò che era possibile diventare molto forti anche con un rovescio costruito. La strada, per Matteo, viste le caratteristiche, potrebbe essere quella.
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McEnroe: "Che umiltà Nadal, miglior campione in qualsiasi sport"

Berrettini, senza dubbio, si porta infine via un insegnamento. Quello di Nadal. L’umiltà con cui Rafa si è approcciato a questa partita, l’attenzione nei momenti chiave, la summa complessiva di quanto visto in campo, mostrano a noi – e senza dubbio insegnano a Matteo – perché il tennista dall’altro lato del campo giocherà domenica per il 21° titolo slam della sua carriera, eventuale record all-time nella storia del tennis. La testa, la tattica, il piano partita, l’intelligenza e la capacità di mettere insieme queste nozioni e trasformarle in gesto tecnico in campo sono state la chiave del successo contro un tennista più giovane, più in salute e tremendamente pericoloso. La domanda, a questo punto, diventa un’altra: sono caratteristiche replicabili oppure si entra nella sfera delle doti innate?
Fosse la prima delle due opzioni, Berrettini, certamente, saprà farne tesoro.
Fosse la seconda, beh, non resta che attendere qualche anno: il tempo gioca dalla parte di Matteo e di quelli della sua generazione.
C’è solo un dettaglio: questa frase la si dice da più di un lustro.
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Berrettini - Nadal - Australian Open Highlights

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