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Australian Open, Djokovic: "Nonostante quello che mi è successo, voglio giocare gli Australian Open"

Matteo Zorzoli

Aggiornato 10/01/2022 alle 18:43 GMT+1

AUSTRALIAN OPEN - Il tennista serbo rompe il silenzio dopo la sentenza di lunedì mattina: "Sono lieto e grato che il giudice abbia annullato la mia cancellazione del visto"

Novak Djokovic insieme al suo team di allenatori e preparatori sul campo di Melbourne dove ha svolto il primo allenamento in vista dell'Australian Open, Credit Photo Twitter @DjokerNole

Credit Foto Twitter

Nuovo capitolo del Nolegate. Dopo che il Giudice ha effettivamente cancellato l'annullamento del visto del numero 1 al mondo, la famiglia di Novak Djokovic ha allestito una conferenza stampa in diretta, ma la notizia più importante arriva dal tennista serbo che ha rotto il silenzio sui suoi canali social. Ecco le sue parole:
"Sono lieto e grato che il giudice abbia annullato la mia cancellazione del visto. Nonostante tutto quello che è successo, voglio restare e provare a competere agli Australian Open. Rimango concentrato su quello. Sono volato qui per giocare uno degli eventi più importanti che abbiamo davanti ai miei fantastici tifosi".
Alla domanda sul perché, constatata la positività del 16 dicembre, Nole avesse partecipato ad eventi pubblici e a uno shooting fotografico il 17 e il 18, Djordje, fratello di Nole, ha tagliato corto rispondendo: "Grazie, la conferenza finisce qui".
Resta da capire quale sarà la decisione definitiva presa dal governo australiano, nella figura del ministro dell'Immigrazione, che potrebbe revocare nuovamente il visto ribaltando la decisione del giudice Anthony Kelly. L'annuncio dovrebbe arrivare nella notte tra lunedì e martedì in Italia. Al momento si assiste ad un braccio di ferro in cui entrambe le parti non sembrano cedere.
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Le parole del fratello

"Novak ora è libero e si è già allenato su un campo da tennis a Melbourne questa sera".

Le parole della mamma

“Novak non ha fatto nulla che andasse contro la legge australiana, ma è stato maltrattato nei modi che abbiamo visto tutti. Scopriremo presto maggiori dettagli. A un certo punto non aveva il cellulare, non sapevamo se fosse malato o cosa. Ogni madre può capire cosa intendo. Questa è la vittoria più grande della carriera di mio figlio. Abbiamo provato a lottare per lui. C'è stato uno spettro di emozioni: tristezza, paura, delusione".

Le parole del papà

“Novak è una roccia a livello mentale. Non ha mai offeso nessuno, cerca sempre di aiutare il prossimo. Non il contrario. Non ha permesso che questo lo lasciasse in ginocchio. Negli ultimi giorni sono successe varie cose ed è stato molto difficile. Ovviamente il fatto che provenga da un Paese piccolo e impoverito non era qualcosa che piaceva ai grandi potenti, e pensavano di avere poteri dati da Dio. Novak è stato accolto all'aeroporto e non ha ricevuto alcun diritto. Gli hanno tolto tutti i diritti che ha come essere umano. Lo hanno convinto a firmare un documento di revoca del visto e lui si è rifiutato di firmarlo perché non c'era motivo. Non aveva fatto nulla per contribuire a quella situazione. Non gli hanno concesso il diritto di comunicare con i suoi avvocati, con la sua squadra, con i suoi amici. È rimasto solo con lui per diverse ore. Gli hanno persino portato via il telefono".
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